“Non lo faccia più, dottore, la prego. Da me gli Informatori scientifici appena arrivati bussano ed entrano subito”. Rimasi perplesso. Era la prima volta che entravo in quell’ambulatorio, ed era, in assoluto, la mia quarta settimana di lavoro. L’AIISF, all’epoca, aveva ottenuto da pochi mesi, trattando con l’Ordine dei Medici della mia provincia, di poter entrare dopo due visite e non dopo tre (che era stata fino ad allora la consuetudine). Ma quel medico da sempre aveva ricevuto gli Informatori immediatamente. Persino con i pazienti dentro (se non erano nudi), perché allora la privacy non esisteva, e come mi disse quello splendido galantuomo di scienza, “i pazienti sanno che lei è un professionista come me e possono parlare senza problemi”. So bene, e lo sapevo anche allora, che questo era eccessivo, che i malati devono stare a tu per tu con il medico e con nessun altro. So bene, e lo sapevo anche allora, che ai pazienti è dovuto rispetto, e se si sono messi in testa che “adesso finalmente tocca a me”, non è onesto che arrivi all’ultimo momento “il commesso” e li scavalchi. Qualche minuto per metabolizzare psicologicamente “il furto” del turno, dobbiamo concederlo.
Però, allora, giuro, non era raro trovare medici che mi facevano entrare subito, all’uscita della prima visita.
I medici avevano rispetto, simpatia e…bisogno di un Informatore Scientifico che gli dicesse con che farmaci affrontare una patologia. Il medico fa la diagnosi, l’informatore gli propone una possibile cura presentandogli dati e letteratura scientifica: è roba da poco? Il medico sa che l’ Informatore ha studiato settimane, mesi, anni, per dire quelle cose che gli sintetizza in pochi minuti. Sa che se un’Azienda è seria, e se l’ISF lo è altrettanto, potrà fidarsi.
E’ uno scambio: l’Informatore gli evita ore ed ore di ricerca, di studio, di letture per informarsi ed imparare cosa c’è di nuovo e di buono in campo farmacologico, e lui gli prescrive. Tutto qui.
Il medico è uno che ha studiato, mica un cretino qualunque. Sa perfettamente distinguere tra il bene ed il male, tra l’Azienda che intende “comprarselo” e quella che lo vuole solo convincere. Tra chi gli propone il comparaggio e chi gli descrive con onestà e correttezza tutti gli aspetti di una medicina.
Sta quindi a lui accettare o no. Starci o no. Ho conosciuto, per fortuna, medici che hanno deciso di non fare entrare nel proprio ambulatorio Aziende poco serie e Informatori comparaggisti.
Ho conosciuto anche medici che non lo hanno fatto.
Il mondo che conosco è dettato da regole: ci sono comportamenti legali, altri illegali. Ci sono comportamenti morali, altri immorali.
Mentre la moralità attiene al singolo individuo, l’illegalità è collettiva.
Il comparaggio è illegale, chi lo pratica va punito per legge, e chi ne viene a conoscenza e non lo denuncia ne è complice: illegale o immorale?
Che il Medico si sia stufato della presenza ripetitiva e troppo frequente di alcuni Informatori era da tempo prevedibile. Che cominci ad infastidirsi delle triple e quadruple linee lo era altrettanto.
Le Aziende lo hanno sempre saputo e ciò nonostante, hanno continuato ad assumere.
Carpe prescrizionem die.
Poi sono arrivate le Aziende di generici, che hanno un ridotto numero di ISF insufficiente a trasmettere a tutti i medici una informazione completa.
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