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“A serious health risk…

Federfarma in Senato spiega il NO ai farmaci fascia C fuori dalle farmacie. Permettere la vendita dei farmaci di fascia C con l’obbligo di ricetta fuori delle farmacie costituirebbe “un grave rischio per la salute dei cittadini e per l’efficienza del servizio farmaceutico”. Su tutto il territorio si assisterebbe a “una riduzione della qualità del servizio fornito dalle farmacie che non potrebbero certo dare i servizi che danno oggi né i nuovi servizi aggiuntivi richiesti dai cittadini e dalle istituzioni”. Queste le ragioni per cui Federfarma è contraria al provvedimento approvato alla Camera e ora all’esame del Senato. Federfarma lo ha spiegato nel corso di un’audizione svolta nei giorni scorsi in Commissione Industria del Senato.
“Tale misura – ha spiegato ai senatori la delegazione di Federfarma – determinerebbe uno stravolgimento dell’intero sistema: i piccoli centri resterebbero senza farmacia, che in molte zone è l’unico presidio sanitario facilmente accessibile. Secondo farmacisti, la prima conseguenza di questa misura “dirompente, anche se volutamente non evidenziata con la necessaria chiarezza dai suoi sostenitori”, sarebbe l’istituzione, al di fuori di ogni regola, di vere e proprie farmacie “non convenzionate” con il Ssn, in sovrapposizione alla rete delle farmacie attuali. “Si tratterebbe di un passo decisivo e irreversibile verso la deregolamentazione selvaggia del sistema e verso lo scardinamento delle regole che oggi garantiscono una presenza capillare delle farmacie su tutto il territorio nazionale, dalla grande area metropolitana al piccolo centro rurale o montano”.

Per questo motivo, Federfarma, afferma con forza la disponibilità a rivedere e rimodulare le regole che assicurano il funzionamento del servizio farmaceutico al fine di adeguarle alle esigenze della collettività, in particolare con l’obiettivo di verificare ed eliminare eventuali carenze del sistema, sia per quanto riguarda la presenza territoriale delle farmacie sia per quanto riguarda la qualità del servizio.

Allo stesso tempo, Federfarma esprime la propria netta contrarietà a forme di “deregolamentazione selvaggia” del servizio farmaceutico, finalizzate a “distruggere un sistema che funziona”, è apprezzato dai cittadini e può essere “migliorato ulteriormente senza essere stravolto”.

Per questi motivi, Federfarma chiede la soppressione dell’articolo 2 del DDL in esame. Un impegno in tal senso è già stato assunto a nome del Governo dal Ministro della salute Livia Turco.

Analogamente, Federfarma chiede la soppressione dell’articolo 7 del DDL, tendente ugualmente a ridurre il livello di garanzie nei confronti del cittadino attraverso l’abolizione del requisito dell’idoneità o della pratica professionale per l’acquisto delle farmacie e la possibilità di costituire mini-catene di farmacie di proprietà di un unico farmacista titolare. Da il Bisturi.it 31-07-07
 

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Fedaiisf Federazione delle Associazioni Italiane degli Informatori Scientifici del Farmaco e del Parafarmaco