Il valore delle fusioni e acquisizioni nel settore farmaceutico nel 2011 è salito a 224 miliardi di dollari, il più alto mai registrato dal 2007 secondo una nuova ricerca dello studio legale internazionale Freshfields Bruckhaus Deringer. Si tratta di una cifra in crescita del 18% rispetto al 2010, sebbene più bassa del record del 2006, quando raggiunse quota 303 miliardi a livello globale.
Il 35% dei brevetti su medicinali bestseller è destinato a scadere negli Stati Uniti nei prossimi due anni e la metà è già priva di protezione commerciale. Ecco perché le industrie puntano ad accaparrarsi piccole aziende, in molti casi proprietarie di progetti promettenti o collocate in mercati in crescita.
Il settore continua infatti a mirare ai Paesi emergenti: il valore delle operazioni che nel 2011 hanno coinvolto la farmaceutica brasiliana, indiana, cinese e russa (Bric) supera quello registrato in totale negli ultimi cinque anni: ha raggiunto quota 6,4 miliardi di dollari, il 198% in più rispetto al 2006.
Le fusioni e acquisizioni che coinvolgono le economie Bric rappresentano il 3% del totale globale nel settore, rispetto allo 0,8% nel 2006 e allo 0,2% nel 2000. "Il mercato ‘pharmerging’ – commenta Julian Long, a capo del settore Health dello studio – è la scelta di investimento più ovvia per Big Pharma".
(B.D.C. – 20 gennaio 2012 – PharmaKronos)