Un progetto di legge aggiorna e rivede l’organizzazione dei servizi educativi per la prima infanzia dell’Emilia-Romagna.
Tre sono gli assi di intervento: maggiore flessibilità organizzativa dei servizi per andare incontro alle nuove esigenze delle famiglie, un sistema di accreditamento delle strutture educative semplice ma che garantisce la qualità dei servizi, l’introduzione della vaccinazione obbligatoria contro poliomielite, difterite, tetano ed epatite B per l’iscrizione.
Il presidente Bonaccini: “Abbiamo a cuore la salute dei bambini, a partire dai più deboli e dai più fragili”.
Regione Emilia-Romagna – 01/07/2016
Vaccini: una tutela per il singolo e per la comunità
Il progetto di legge – all’articolo 6, comma 2 – introduce quindi il rispetto degli obblighi vaccinali per quelli già considerati obbligatori. Un apposito provvedimento della Giunta regionale darà attuazione a quanto disposto dal progetto di legge.
Perché questa scelta? Perché i bimbi che vivono in comunità dove il tasso di vaccinazione è basso corrono un rischio ancora più elevato di contrarre le malattie, dal momento che vi è una maggiore circolazione dell’agente infettivo. Alla luce di tutto questo è importante vaccinare per proteggere tutti i bimbi, e a maggior ragione i più deboli (immunodepressi, con gravi patologie croniche, affetti da tumori): per loro l’unica possibilità di frequentare la collettività è che tutti gli altri siano vaccinati, per evitare che le malattie circolino e possano raggiungerli.
La copertura in Emilia-Romagna: un calo di oltre due punti percentuali in due anni
La percentuale di vaccinati che garantisce la miglior protezione a tutta la popolazione deve attestarsi al di sopra del 95%.
In Emilia-Romagna la copertura, per tutte le vaccinazioni, è sempre stata molto buona, una delle migliori in Italia. In particolare per le obbligatorie le coperture, fino agli inizi degli anni 2000, superavano il 98%. Fra il 2009 e il 2010 è iniziata una graduale diminuzione, che si è accentuata particolarmente dal 2013 a oggi, passando dal 95,7% (nel 2013) al 93,4% nel2015, con una perdita di oltre due punti percentuali in soli due anni. In alcune aree della regione poi, in particolare nel riminese, le coperture sono al di sotto del 90% (87,5% nel 2015).
Con questo provvedimento- ha dichiarato il presidente della Regione, Stefano Bonaccini– teniamo fede a un’altra promessa che avevamo fatto a inizio legislatura: presentiamo un progetto di legge che garantisce e accresce l’altissima qualità del servizio educativo 0/3 anni, che è un nostro fiore all’occhiello, da sempre. Spiegando le ragioni che hanno ispirato il provvedimento, il presidente ha sottolineato che “nella nostra regione vi sono due aspetti rilevanti: l’alta percentuale di accoglienza dei bimbi nei nidi e l’occupazione femminile. Credo che questo provvedimento vada nella direzione di rispondere positivamente a questi temi, rafforzando le opportunità e rispondendo alle esigenze di una società che è profondamente cambiata negli ultimi anni. Allo stesso tempo, manteniamo molto alta la qualità dei servizi e diamo la possibilità di creare nuovi posti di lavoro”. Per quanto riguarda l’obbligatorietà delle vaccinazioni, Bonaccini ha detto che “il presupposto è chiaro: abbiamo a cuore la salute dei bambini, a partire dai più deboli e dai più fragili. Dobbiamo tutelare, è nostro dovere, i bambini immunodepressi, affetti da gravi patologie, malati di tumore: vaccinando tutti proteggiamo anche loro, che ne hanno ancora più bisogno. Non vogliamo mettere vincoli inutili ma, al contrario- ha concluso Bonaccini-, garantire il massimo della salute alla nostra comunità. Siamo la prima Regione e farlo e lo facciamo con convinzione”.
“L’Emilia- Romagna è la terra degli asili nido e questo continuerà ad essere anche se- ha detto Elisabetta Gualmini, vicepresidente della Regione e assessore al welfare- occorre avere il coraggio di adeguarsi al mondo che cambia e alle esigenze molto differenziate dei giovani genitori, tenendo in considerazione anche la sostenibilità del sistema. Il progetto di legge regionale- ha spiegato la vicepresidente- si orienta verso una maggiore flessibilità nel funzionamento dei nidi e dei servizi educativi integrativi, proponendo un modello organizzativo del tipo ‘hub and spoke’: al centro il nido classico, full time o part time, con orario tradizionale, e intorno una rete di servizi più flessibili (sperimentali, domiciliari, integrativi, spazi genitori-bambini) con orari più elastici”.
“Fatemi esprimere la mia gratitudine- ha concluso Gualmini- in primo luogo verso tutti gli educatori che svolgono un lavoro appassionato e rilevantissimo per i nostri bambini più piccoli e, poi a tutti coloro che partecipano alla rete dei servizi”.
“I vaccini, come ha detto recentemente il presidente dell’Istituto superiore di sanità, sono la tecnologia sanitaria più sicura che l’uomo abbia mai inventato- ha sottolineato Sergio Venturi, assessore regionale alle Politiche per la salute-. Da parte nostra, abbiamo già avuto un incontro con i gestori dei servizi educativi, pubblici e privati: hanno espresso soddisfazione per questo provvedimento, lo considerano una salvaguardia importante per la comunità. La settimana prossima incontriamo i responsabili delle società scientifiche. E’ importante che la copertura vaccinale torni ad essere superiore al 95%, è il segnale che non ci saranno nuovi malati. Sia chiaro, non vogliamo mettere in difficoltà nessuno, né i servizi né tantomeno i genitori: ci sarà tempo tutto l’anno prossimo per adeguarsi. Vogliamo evitare intoppi burocratici, per cui la trasmissione dei documenti che attestano le avvenute vaccinazioni potrà essere gestita direttamente dal Servizio sanitario regionale con i nidi. Sono sicuro- ha concluso Venturi- che questa sia una battaglia di civiltà e che altre Regioni seguiranno il nostro esempio”.