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Emergenza covid, Sos dei professionisti: «Noi come le Pmi». Vita difficile per gli ISF

Le normative di contenimento della pandemia Covid non hanno previsto limiti all’attività degli studi professionali e dei professionisti in generale, tuttavia si registra una perdita indiretta considerevole se si considera il rallentamento e la chiusura di diverse attività con le quali i professionisti entrano in contatto esercitando la propria prestazione professionale. La problematica è stata affrontata nel primo Direttivo della categoria Confcommercio Professioni Taranto, recentemente costituita e guidata da Mariangela Palazzo.

La limitazione degli accessi presso gli ospedali e gli studi medici ad esempio commenta la presidente Palazzo – rende difficile la vita degli informatori scientifici così come la chiusura di tutta una serie di esercizi finisce per rimandare scadenze che si traducono in consulenze professionali. I ristori per professionisti e partite iva possono contribuire ad aiutare l’ampia categoria dei liberi professionisti, ma solo se il meccanismo è capace di garantire tempi certi di erogazione delle risorse ad essi attribuite e continuità.

Questa è la preoccupazione manifestata dai colleghi del Direttivo. Una strada è certamente quella di investire, in questa fase, sul rafforzamento delle competenze del professionista, mediante l’integrazione dei codici Ateco dei professionisti nelle tante misure di formazione previste dal Governo e dalla Regione Puglia. In questo senso va certamente evidenziata l’apertura della Regione Puglia, che ha dimostrato attenzione alle libere professioni e agli autonomi. Ma anche qui – rimarca Palazzo – i professionisti chiedono una equiparazione alle Pmi così come avviene in altri paesi d’Europa, dove le misure di accesso al credito e le iniziative di formazione sono rivolte a tutto il tessuto produttivo. l’Italia non può rimanere indietro in questo ed ha il dovere di dare ai professionisti il giusto riconoscimento di categoria impegnata in prima linea per il sostegno del sistema impresa del Paese”.

Intanto, parrucchieri e centri estetici continuano a risentire della crisi economica innescata dall’emergenza sanitaria. È il quadro preoccupante che emerge da un’analisi condotta da Casartigiani Taranto insieme agli operatori del settore. La categoria “estetica e acconciatura” fa ancora fatica a riprendersi dopo il recente lockdown che ha costretto le imprese a fermarsi per oltre due mesi, da metà marzo a maggio. «Le attività per la cura e il benessere della persona sono state tra le più colpite. Tra le prime a chiudere e le ultime a riaprire, parrucchieri e centri estetici sono ancora in affanno. – rileva il segretario interprovinciale Stefano Castronuovo – Ad oggi, la maggior parte dei saloni ha perso, anche se di poco, la propria clientela. Solo nelle ultime settimane, probabilmente in seguito al susseguirsi di notizie su una possibile chiusura, si è registrato un boom di prenotazioni improvvise. Per il settore estetica, invece, da maggio ad oggi, si è perso il 50% del fatturato rispetto allo stesso periodo del 2019». La categoria chiede ora ristori sicuri.

«Le misure messe in campo da Governo sano state inefficaci e insufficienti rispetto alla perdita di fatturato e ai reali costi sostenuti dalle aziende. – prosegue Castronuovo – Chiederemo inoltre alla Regione Puglia la riapertura del bando Microprestito, uno degli strumenti che può realmente dare un aiuto alle imprese artigiane». Casartigiani Taranto, ha anche raccolto i dati delle vendite di prodotti per l’acconciatura e l’estetica notando un vertiginoso aumento proprio nel periodo di lockdown. È evidente che un’ulteriore chiusura di queste attività comprometterebbe la sopravvivenza delle imprese e favorirebbe l’attività l’abusiva. «È questo uno scenario che dobbiamo evitare ad ogni costo non solo per tutelare le imprese artigiane ma anche la salute dei cittadini. – aggiunge Ivano Mignogna presidente provinciale della categoria parrucchieri – Gli operatori del settore hanno investito ingenti risorse economiche per garantire la massima sicurezza ai propri clienti e adeguarsi alle linee guida richieste dal Governo per contenere il contagio. Alle istituzioni chiediamo dunque attenzione nelle scelte che da qui in avanti verranno assunte e auspichiamo maggiori controlli nel pieno rispetto delle regole da parte di tutti». Tematiche queste che sono state discusse anche con l’assessore comunale allo Sviluppo Economico, Marketing Territoriale e Turismo Fabrizio Manzulli nel corso di un incontro svoltosi presso il suo assessorato. Prosegue infatti il confronto con l’amministrazione comunale per l’avvio di nuove progettualità tra cui la promozione del servizio di “affitto della poltrona”, per venire incontro alle esigenze di chi un locale non può permetterselo, evitandogli di lavorare abusivamente.

Redazione Fedaisf

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