Il percorso realizzato da Egualia in collaborazione con l’Associazione Civita, Nomisma e Nomos punta a fornire alle aziende associate gli strumenti per affrontare le principali sfide ambientali, sociali ed economiche del comparto
Da questa consapevolezza trae spunto il progetto formativo sui temi della sostenibilità e dei fattori ESG inaugurato oggi da EGUALIA, in collaborazione con l’Associazione CIVITA, la società NOMISMA e il Centro Studi Parlamentari NOMOS. Il progetto punta a realizzare un percorso di approfondimento tematico, specifico per le aziende dell’industria del farmaco, al fine di fornire a tutti i partecipanti gli strumenti teorici e pratici relativi all’uso dei fattori ESG e necessari a presentare i bilanci di sostenibilità.
«Le imprese hanno maggiori probabilità di avere successo e generare rendimenti se creano valore per tutti i soggetti con cui interagiscono e per la società in generale, ambiente incluso. Per questo molte società stanno riorganizzando i propri modelli di business per integrare la sostenibilità nelle strategie aziendali e stanno iniziando a considerare il reporting ambientale, sociale e di governance non come un onere normativo, ma come uno strumento per attrarre investitori e finanziamenti. Le aziende del nostro comparto non vogliono farsi trovare impreparate davanti alle nuove sfide dotandosi degli strumenti giusti per calibrare e gestire il proprio impatto in termini ambientali, sociali e di governance», spiega il presidente di Egualia, Enrique Häusermann, commentando l’iniziativa.
«Gli incontri programmati nell’ambito del progetto puntano a sensibilizzare le aziende sui temi inerenti della sostenibilità e dei fattori ESG, promuovendo un cambio di paradigma culturale – spiega Boris Popov, economista e Project Manager di Nomisma -. La conoscenza delle stringenti normative promosse a livello europeo e del loro impatto sul modo di fare impresa nel futuro prossimo aiuterà le aziende a prendere consapevolezza delle nuove opportunità di mercato che possono derivare dal cambiamento – sviluppo prodotti, investimenti, gestione della catena di fornitura, certificazioni, marketing e comunicazione, accesso al credito – e le metterà in grado di realizzare il proprio Bilancio di Sostenibilità per la disseminazione delle informazioni non finanziarie relative alla propria attività».
A integrare il percorso le testimonianze di referenti provenienti da altri comparti. Ad aprire la carrellata Simonetta Giordani, Segretario Generale dell’Associazione Civita -organizzazione non profit di imprese ed enti di ricerca, attiva nel dialogo pubblico-privato nei settori della cultura, del turismo, del made in Italy e della sostenibilità – ed esperta di Corporate social responsibility. «Le aziende – ha spiegato – devono assumere sempre di più un approccio nella visione e gestione dell’impresa orientato alla ricerca di un equilibrio fra profitto economico e generazione di “valore condiviso” con gli stakeholder interni ed esterni, ovvero con tutti i soggetti che possono influire o essere influenzati dall’attività dell’impresa stessa. In quest’ottica – ha concluso la Giordani – il tema della declinazione culturale della sostenibilità risulta attuale e strategico, possedendo il nostro paese un immenso patrimonio culturale, che può rappresentare un terreno unico di sperimentazione di nuove politiche di sostenibilità per le aziende e le proprie comunità».
Nota: ESG è l’acronimo di Environmental, Social and Governance e si riferisce a tre fattori centrali nella misurazione della sostenibilità di un investimento. Questo approccio deriva dal concetto di “Triple Bottom Line”, noto anche come “Persone, Pianeta e Profitti” (PPP), introdotto negli anni ’90 e secondo cui le aziende non dovrebbero concentrarsi solo sui “Profitti”, ma su ciascuna delle tre “P”, che sono altrettanto importanti per la sostenibilità di qualsiasi impresa commerciale. Questo concetto si è evoluto nei fattori ESG, che oggi sono il caposaldo dell’Investimento sostenibile e responsabile (Sustainable and Responsible Investing, SRI).