Un fenomeno che svela interessanti scenari sulla relazione fra mente e corpo quando ci ammaliamo e ribadisce l’importanza di un atteggiamento fiducioso
Tutti noi abbiamo sentito parlare almeno una volta dell’effetto placebo, ma forse non abbiamo ben chiaro in cosa consista. A maggio esce la nuova edizione di L’effetto Placebo (Carocci) di Fabrizio Benedetti, professore ordinario di Neurofisiologia all’università di Torino. Ne abbiamo parlato con lui per capirne qualcosa in più.
Il termine latino placebo significa letteralmente piacerò e indicava le preparazione farmaceutica a base di sostanza farmacologicamente inerte che i medici prescrivevano per calmare l’ansia di alcuni pazienti, grazie agli effetti psicologici di autosuggestione.
Successivamente è passato a indicare le terapie con farmaci inattivi somministrate nei test per verificare l’efficacia dei farmaci.
Dagli inizi del Novecento, infatti, per capire se un medicinale funziona si creano due gruppi. Uno riceve una terapia vera, il secondo, una identica nella forma, ma senza le molecole da testare. Questa seconda viene chiamata per l’appunto placebo. Il fatto che talvolta chi riceve la pillola non realmente efficace dichiari di stare meglio ha spinto i ricercatori a caercare di capire perché questo accada.
L’effetto placebo può essere descritto come «la risposta che avviene in seguito alla somministrazione di una terapia finta. Ciò che conta non è ovviamente la terapia finta in sé, quanto ciò che si dice al paziente, cioè che a breve ci sarà un miglioramento clinico. Questo induce aspettative di beneficio che attivano diversi meccanismi nel suo cervello» ci spiega Benedetti.
A molti sarà capitato di notare quanto un atteggiamento positivo possa influire sul decorso di una patologia. È giusto sottolineare il termine migliorare perché attualmente grazie al solo effetto placebo «una guarigione totale non è mai stata dimostrata. L’effetto placebo è stato studiato principalmente su sintomi come il dolore».
Oltre alle aspettative, acquisisce importanza anche la capacità di comunicare del medico o di colui a cui ci si affida per guarire. Perché in qualche modo se il medico comunica in modo efficace si hanno maggiori possibilità di guarire. «Aumentare le aspettative del paziente, le sue speranze, la sua fiducia, migliora la risposta alle terapie», aggiunge Benedetti. In questo sembra che i medici alternativi abbiano una marcia in più poiché dedicano più tempo all’ascolto dei problemi dei pazienti.
L’effetto placebo ha senza dubbio risvolti utili. Se ne fossimo maggiormente consapevoli potremmo forse ridurre il ricorso ai farmaci per le patologie più lievi. Anche perché oggi «l’uso dei farmaci è eccessivo. L’OMS stima che esistono circa 430 farmaci veramente irrinunciabili. Il resto (cioè decine di migliaia) sono inutili oppure duplicati in differenti formulazioni», dice l’esperto.
Viene spontaneo domandarsi se il potere di guarigione sia nei farmaci o nelle nostre aspettative. «Il potere di guarigione sta in ambedue: la loro azione è in parallelo. Tuttavia, certamente la componente psicologica è spesso cruciale. Non credere in un farmaco, oppure il non sapere di riceverlo ne riducono l’efficacia».
L’interesse scientifico nei confronti del placebo sta aumentando. Oggi abbiamo quindi più informazioni su questo meccanismo che coinvolge mente e corpo. Le patologie studiate nelle quali è coinvolto sono molte. Fra queste il dolore, quelle psichiatriche, quelle del sistema immunitario, di quello ormonale e dell’apparato digerente. Ma attenzione: «non esiste alcuno studio che dimostri che un placebo produca l’arresto o la regressione di un tumore», spiega il professore.
Interessante infine notare che l’effetto placebo continua anche quando si è consapevoli della sua esistenza. «Una piccola componente inconscia è sempre presente. Questa determina un miglioramento anche se il paziente sa che è tutto finto. È un po’ come quando si guarda un film dell’orrore: si sa che è tutto finto, eppure nel nostro corpo si producono paura e aumento della frequenza cardiaca», conclude Benedetti.
LEGGI ANCHE
Cancro, «curarsi» con terapie alternative raddoppia il rischio di morte
Notizie correlate: L’omeopatia è una realtà e dà sostegno alla salute
Come funziona l’effetto placebo? Trovati i neuroni responsabili
Gli effetti Nocebo possono far aumentare gli eventi avversi
FNOMCeO. L’omeopatia ha effetti scientificamente dimostrati?