Riunite da stamattina alle 10 le Regioni hanno sostanzialmente approvato la bozza di accordo. Restano alcuni nodi (presidenti commissari ed edilizia sanitaria) per la firma, prevista comunque per la prossima settimana. In tutto 29 articoli. Fissato il fondo per il triennio, E poi ospedali, personale, farmaci e dispositivi, assistenza primaria. Impegni per riforma ticket e nuovi Lea. Fissata incompatibilità tra presidenti e commissari ad acta. LA BOZZA DELL’INTESA SUL PATTO SALUTE.
3 LUG – Si è conclusa la riunione dei presidenti delle Regioni convocata questa mattina per l’esame della bozza di intesa sul Patto per la Salute 2014/2016. Durante l’incontro, al quale nel pomeriggio si sono aggiunti anche il ministro Lorenzin e i rappresentanti del Mef, sono stati vagliati tutti 29 articoli del testo. L’accordo è ormai vicino e, secondo quanto si è appreso, restano solo alcuni nodi da sciogliere, tra i quali il presidente del Veneto Zaia ha citato quello dell’incompatibilità tra ruolo di commissario ad acta e presidente nelle Regioni in Piano di rientro e quello dell’edilizia sanitaria per cui si chiede certezza di fondi.
Ecco i contenuti della bozza di Patto in sintesi.
L’intero sistema di governante della Sanità va ripensato, anche alla luce della riforma Costituzionale che ridefinirà regole e competenze istituzionali con l’obiettivo è “rafforzare e qualificare la sinergia tra ministero della Salute, ministero dell’Economia e Regioni”. È da questo presupposto che parte il Patto per la Salute, che nella bozza oggi all’attenzione delle Regioni evidenzia anzitutto la necessità di individuare “strumenti forti” per “assicurare la sostenibilità del Ssn, per garantire l’equità e l’universalità del sistema nonché dei Lea in modo appropriato e uniforme”.
Il nuovo Patto – si legge nelle premesse del documento – ha l’ambizione di considerare il sistema salute come un insieme di attori che costituiscono valore per il sistema paese. La salute è vista non più come una fonte di costo, bensì come un investimento economico e sociale. Per questo si delineano percorsi chiari di interazione con i territori e le altre amministrazioni centrali per rafforzare la ricerca e lo sviluppo nel settore biomedico”. Ma l’interazione servirà anche a “monitorare il prezzo dei farmaci e dei dispositivi” e “ad offrire i migliori prodotti per la salute dei cittadini”. Dunque, “il nuovo Patto andrà monitorato nella sua attuazione con senso di responsabilità e in un rapporto di leale collaborazione tra le parti”, attraverso un tavolo permanente della Conferenza Stato-Regioni che costituirà una sorta di cabina di regia, “a cui è, tra l’altro, demandata l’elaborazione di proposte per la spending review interna al settore sanitario”.
FONDO SANITARIO NAZIONALE (ART. 1)
Per il 2014 lo stanziamento è confermato in 109,928 miliardi, salirà a 112,062 nel 2015 e a 115,444 nel 2016 “salvo – precisa il testo – eventuali modifiche che non si rendessero necessarie in relazione al conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica e a variazione del quadro macroeconomico”. Nel frattempo bisognerà lavorare alle pesature dei costi e fabbisogni standard, da definire entro il 20 luglio 2014 al fine del riparto dei fondi.
Entro il 31 dicembre 2014 dovrà anche essere pronto un documento di proposte elaborato dal ministero della Salute, su cui dovrà esserci l’intesa Stato Regioni, contenente proposte per implementare “un sistema adeguato di valutazione della qualità delle cure e dell’uniformità dell’assistenza sul territorio nazionale”.
I RISPARMI RESTANO ALLA SANITA’ (ART. 1)
La conferma nel comma 4 dell’articolo 1 del Patto.
LEA (ART. 10)
Al lavoro anche sui Lea, per aggiornarli entro il 31 dicembre 2014.
Quanto alla verifica dei Lea, il Patto prevede che il mancato conseguimento degli obiettivi di salute e assistenziali previsti dai Lea stabiliti per i direttori generali costituisce un “grave inadempimento contrattuale” per la quale si prevede la decadenza autormativa dei direttori genreali.
ASSISTENZA TERRITORIALE (ART. 5)
Accelerata sulla costituzione delle Uccp e Aft per la medicina convenzionata, che costituiranno “le uniche forme di aggregazione delle cure primarie” in cui “confluiscono” quindi “le diverse tipologie di forme associative” realizzate nelle varie Regioni.
Le Uccp saranno caratterizzate dal lavoro multi professionale, garantito dal coordinamento tra le varie professionalità con particolare riguardo all’integrazione tra medicina generale e medicina specialistica. Ogni Aft della medicina generale e della pediatria è funzionalmente collegata all’Uccp. Stabilito poi che le Aft della medicina generale coprano un bacino di utenza non superiore a 30.000 abitanti.
ASSISTENZA OSPEDALIERA (ART. 3)
Va adottato, senza ulteriori rinvii, il regolamento sugli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi previsti dal decreto 95/2012 dell’ex ministro Balduzzi. Entro il 31 dicembre 2014 Stato e Regioni dovranno anche stipulare un’intesa sugli indirizzi per la piena realizzazione della continuità assistenziale ospedale-territorio. Entro 6 mesi dalla stipula del Patto sarà inoltre definito un documento di indirizzo sull’appropriatezza riabilitativa, “per garantire alla persona con disabilità un percorso riabilitativo integrato all’interno della rete riabilitativa”.
INTRAMOENIA. BASTA PROROGHE ALL’INTRAMOENIA ALLARGATA (ART. 20)
D’accordo sulla necessità di dare “piena attuazione” alla legge 12/2007 (legge Turco) e alle modifiche ad essa apportate dalle legge 189/2012 (Decreto Balduzzi) per consentire il passaggio al regime ordinario dell’esercizio dell’intramoenia all’interno dei presidi e superare definitivamente il regime, ormai da tempo affidato a deroghe, dell’intramoenia allargata. In pratica, si sollecita, da parte delle Asl, una ricognizione degli spazi interni disonibili per le attività libero professionali o l’acquisizione di ulteriori spazi, se necessario, presso altre strutture sanitarie autorizzate. Nella legge Balduzzi era poi prevista una messa in rete degli studi professionali per rendere traccibili tutti i pagamenti effettuati dai pazienti, rendendo così possibile anche un effettivo controllo del numero delle prestazioni che il professionista svolge sia durante il servizio ordinario sia in regime di intramoenia.
PRESIDI TERRITORIALI/OSPEDALI DI COMUNITA’ (ART. 5)
Stato e Regioni dovranno stipulare entro il 30 ottobre 2014 per la definizione dei requisiti strutturali, tecnologici e organizzativi minimi di tali presidi, in cui l’assistenza medica sarà assicurata dai medici di medicina generali o dai pediatri di libera scelta o da altri medici dipendenti o convenzionati con il Ssn e che effettuano ricoveri brevi per casi non compressi.
TICKET (ART. 8)
Nel Patto si evidenzia la necessità di una revisione del sistema “che eviti che la partecipazione rappresenti una barriera per l’accesso ai servizi e alle prestazioni così da caratterizzarsi per equità e universalismo”. Il sistema, in fase di prima applicazione, dovrà considerare la condizione reddituale e la composizione del nucleo familiare. Successivamente “potrà essere presa in considerazione la condizione ‘economica’ del nucleo familiare”.
I contenuti della revisione dovranno essere definiti entro il 30 novembre 2014.
Il nuovo sistema dovrà garantire per ciascuna regione il medesimo gettito previsto dalla legislazione vigente nazionale, “garantendo comunque l’unitarietà del sistema”.
SISTEMA DI REMUNERAZIONE DELLE PRESTAZIONI (ART. 9)
Sarà istituita una commissione permanente costituita da Mef, Salute, Regioni e Agenas per aggiornare le tariffe massime per l’assistenza ospedaliera e specialistica ambulatoriale, nonché per l’assistenza protesica. Sarà promossa anche la sperimentazione di metodologie per la definizione di tariffe per i percorsi terapeutici assistenziali territoriali.
GESTIONE E SVILUPPO DELLE RISORSE UMANE (ART. 21)
Nel testo si parla della “necessità” di valorizzare le risorse umane del Ssn, al fine di garantire una nuova organizzazione del Ssr, con particolare riferimento alla riorganizzazione della rete ospedaliera, servizi territoriali e presa in carico delle cronicità e delle non autosufficienze.
Al fine di razionalizzare e facilitare l’accesso dei giovani medici alla professione sanitaria all’interno del Ssn, si indica nel Patto l’istituzione di un Tavolo politico per individuare, anche alla luce dell’esperienza di altri paesi UE, secifiche soluzioni normative.
PIANI DI RIENTRO. BASTA PRESIDENTI-COMMISSARI AD ACTA (ART. 12)
Nel Patto si conviene sulla necessità di “perfezionare l’inquadramento normativo dato al commissariamento delle Regioni che non rispettano gli obiettivi del piano di rientro alla luce di alcune criticità riscontrate nelle esperienze pregresse”. A questo scopo, il Patto suggerisce anzitutto l’incompatibilità tra il ruolo dei commissari e l’affidamento di incarichi istituzionali e, in particolare, che “in caso di nuovi commissariamenti, sia previsto che la nomina a commissario ad acta sia incompatibile con l’affidamento o la prosecuzione di qualsiasi incarico istituzionale presso la Regione soggetta a commissarimento”.
SPECIALISTICA AMBULATORIALE (ART. 5)
Dovrà raccogliere quanti più Drg possibili tra quelli a rischio di in appropriatezza.
Sul lato dell’emergenza-urgenza, le Regioni dovranno adottare provvedimento per assicurare percorsi differenziati coerenti per l’assistenza in emergenza-urgenza e per la gestione dei codici di minore gravità.
Sarà poi introdotto il numero unico europeo di emergenza 112, che sarà recepito dalle centrali operative del 118.
FARMACIA DEI SERVIZI e MEDICINA DI INIZIATIVA (ART. 5)
Compito delle Regioni definire con specifici atti di indirizzo la promozione della medicina di iniziativa e della farmacia dei servizi quale modello assistenziale orientato alla promozione attiva della salute.
ASSISTENZA FARMACEUTICA (ART. 22)
Per il governo della spesa farmaceutica territoriale e ospedaliera, nei limiti delle risorse stabilite, si indica che le parti si imepgnano: ad adottare iniziative affinchè l’Aifa provveda all’aggiornamento del Prontuario farmaceutico nazionale dei farmaci rimborsabili sulla base del criterio costo/beneficio ;e efficacia teraeutica, prevedendo anche prezzi di riferimento per categorie terapeutiche omogenee; rivedere la normativa nazionale che riconduca alla contestualità fra Aic e la definizio del regime di rimborsabilità; una revisione degli accordi negoziali sui farmaci sottoosti ai Regimi di monitoraggio Aifa, dopo un periodo massimo di 36 mesi, valutando se vengono confermati o meno i risultati clinici attesi; definire un percorso per sostenere esclusivamente l’innovazione terapeutica reale, importante e dimostrata risetto alla terapia già in uso; rendere contestualmente valide e applicabili su tutto il territorio nazionale le determinazioni di Aifa; istituire un Tavolo di monitoraggio permanente composto da 3 rappresentanti delle Regioni, un rappresentante del mef, un rappresentante del Ministero della Salute, un rappresentante del Ministero dello Sviluppo economico, un rappresentante Aifa ed un rappresentante di Agenas, che verifichi l’attuazione di quanto previsto da questo articolo ed elabori eventuali proposte er il raggiungimento degli obiettivi prefissati.
DISPOSITIVI MEDICI (ART. 23)
Qui vengono definite le modalità per l’applicazione di una rete di comunicazione dedicata alla dispositivo-vigilanza che consenta lo scambio tempestivo delle informazioni riguardanti incidenti che coinvolgono dispositivi medici. Si conviene poi di predisporre entro il 1 ottobre 2014 un documento recante linee guida per il corretto utilizzo dei dati e della documentazione presente nel Repertorio dei dispositivi medici.
Sarà compito delle Regioni attivare un osservatorio sui consumi e sui prezzi dei dispositivi medici in grado di fornire dati comparativi alle centrali uniche di acquisto su base regionale.
AGGIORNAMENTO DEL NOMENCLATORE TARIFFARIO (ART. 24)
Governo e Regioni concordano che all’aggiornamento del regolamento sulle norme per l’assistenza protesica erogabili nell’ambito del Ssn, si provvederà anche a valere sui risparmi di sesa derivanti dalle disposizioni del presente Patto per la salute.
CREAZIONE DI UN MODELLO ISTITUZIONALE DI HTA DEI DISPOSITIVI MEDICI (ART. 25)
Il Ministero della Salute per garantire l’azione coordinata dei livelli nazionale, regionali e delle azienda accreditate del Ssn per il governo dei consumi dei dispositivi medici a tutela dell’unitarietà del sistema, della sicurezza nell’uso delle tecnologie e della salute dei cittadini a livello nazionale dovrà: istituire una “Cabina di regia”; fornire elementi utili per le indicazioni dei capitolati di gara p’acquisizione dei dispositivi medici; fornire elementi per la classificazione dei dispositivi medici in vategorie omogenee e pper individuare prezzi di riferimento; promuovere la creazione del Programma nazionale di Hta dei dispositivi medici.
DISTRETTO (ART. 5)
Saranno definiti trame Accordi Stato-Regioni nuovi standard organizzativi del Distretto al fine di “orientare il suo ruolo strategico nella costituzioni di rete assistenziali a baricentro territoriale e di facilitatore dei processi di integrazione e di tutela della salute dei cittadini”. Questo anche per contribuire a ridurre i tassi di ricovero e degli accessi impropri al Dea.
SANITA’ PUBBLICA E VETERINARIA (ART. 18)
Regioni impegnate a rendere i sistemi regionali del settore “sempre più efficaci ed efficienti nelle attività di prevenzione, vigilanza e controllo. A tal fine le unità operative deputate a queste funzioni specifiche dovranno essere garantite nelle Asl e “possibilmente configurate come unità operative complesse e dotate di personale adeguato”.
RICERCA SANITARIA (ART. 19)
“E’ fondamentale – si legge nel testo – il reperimento delle fonti di finanziamento, l’individuazione delle possibile sinergie tra ricerca pubblica, privata, nazionale, europea ed extraeuropea e la ovalizzazione delle risorse già presenti nel Ssn”. Quindi, il Patto sollecita ad “evitare rischi di duplicazioni e sovrapposizioni integrando le risorse e individuando tematiche condivise dai soggetti finanziatori”. Inoltre “deve essere mantenuto e implemento un percorso rigoroso e trasparente che si occupi non solo di selezionare le migliori proposte di ricerca, ma che aiuti anche concretamente a definire le priorità più utili alla gestione delle aree di incertezza negli interventi sanitari”.
PIANO NAZIONALE CRONICITA’ (ART. 5)
Sarà predisposto dal ministero della Salute Entro il 30 dicembre 2014 e dovrà poi essere approvato in Stato Regioni.
EMERGENZA E NUMERO DI TELEFONO PER I CASI NON URGENTI (ART. 5)
Come già avviene in altri Paesi europei, sarà istituito il numero 116.117 dedicato al servizio di cure mediche non urgenti. Con apposito accordo Regioni-Ministero della Salute saranno definite le modalità e i tempi per la realizzazione del servizio su tutto il territorio nazionale.
LOTTA AL DOLORE (ART. 5)
Nelle Aft e nelle Uccp dovrà essere prevista una figura medica formata ed esperta sulle tematiche legate alla terapia del dolore.
STATI VEGETATIVI (ART. 5)
Le Regioni dovranno provvedere a definire per i pazienti soluzioni sia di assistenza domiciliare integrata che di assistenza residenziale in speciali Unità di accoglienza permanente.
UMANIZZAZIONE DELLE CURE (ART. 4)
Il Patto vi dedica un intero articolo (il 4), prevedendo uno specifico impegno in questo senso da parte delle Regioni e la predisposizione di un programma annuale di umanizzazione delle cure che comprenda un progetto di formazione del personale e un’attività progettuale in tema di cambiamento organizzativo, indirizzato prioritariamente all’area critica, alla pediatria, alla comunicazione, all’oncologia e all’assistenza domiciliare. Il grado di soddisfazione dei cittadini sarà monitorato in maniera continuativa e omogenea tra le Regioni, così da consentire l’avvio di azioni correttive.
EDILIZIA SANITARIA (ART. 13)
Sarà rivista la normativa tecnica in materia di sicurezza, igiene e utilizzazione degli ambienti. Le Regioni si impegnano ad attuare gli obiettivi di programmazione sanitaria e di riorganizzazione della rete ospedaliera e territoriale e il Governo si impegna ad assicurare il necessario cofinanziamento per l’edilizia sanitari attraverso i Programma operativi nazionali e a consentire, per il triennio 2014-2017, l’accesso a una “provvista finanziaria” – nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica – presso la Cassa Depositi e Prestiti il cui onere è posto a carico delle Regioni. Questo “senza alcun incremento della pressione fiscale”, bensì “attraverso l’efficientamento dei servizi e la riduzione dei consti di gestione in ambito sanitario”. Le Regioni si impegnano inoltre a individuare, nell’ambito dei singoli Programmi operativi regionali relativi all’utilizzo del Fondo Sviluppo e Coesione 2014-2020 le risorse per la realizzazione dei programmi.
SANITA’ DIGITALE e CABINA DI REGIA DEL NUOVO SISTEMA INFORMATIVO SANITARIO (ART. 14 e 15)
Regioni e Governo sigleranno, entro 30 giorni dall’intesa sul Patto, un Patto per la Sanità Digitale, cioè un piano strategico per la diffusione della sanità digitale.
Il Patto cita poi il Piano di Evoluzione dei Flussi, che si sviluppa su un orizzonte temporale triennale ed è predisposto dalla cabina di regia del Nsis, i cui compiti, composizione e modalità di funzionamento saranno rivisti entro 90 giorni dalla stipula del Patto.
PIANO NAZIONALE PREVENZIONE (ART. 16)
Confermata la destinazione di 200 milioni annui, oltre alle risorse individuate a valere sulla quota di finanziamento vincolato per la realizzazione degli obiettivi del Piano sanitario nazionale. Stabilito che il 5 per mille sulla quota vincolata per il Piano nazionale prevenzione sia destinato ad attività di supporto al Piano da parte dei network regionali dell’Osservatorio nazionale screening, Evidence-based prevenzione e Associazione italiana registri tumori.
ISTITUTI ZOOPROFILATTICI SPERIMENTALI (ART. 17)
Riordino da parte delle Regioni previsto entro 6 mesi dall’approvazione del Patto, pena commissariamento dell’Istituto da parte del ministero della Salute.
ISTITUTI PENITENZIARI (ART. 7)
La Conferenza Unificata si impegna ad approvare entro il 30 giugno 2014 le Linee guida sull’assistenza sanitaria negli istituti penitenziari.
03 luglio 2014 – quotidianosanità.it
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