FORNOVO – 07/05/2014 – LA STAMPA
Una vita dedicata con passione e intelligenza all’innovazione e allo sviluppo dei brevetti per i medicinali. All’età di 91 anni, è morto stamani a Firenze Alberto Sergio Aleotti, storico patron del gruppo farmaceutico Menarini.
In Menarini dal 1964, Aleotti, Cavaliere del Lavoro, aveva lasciato da qualche anno la guida del gruppo ai figli, Lucia, presidente, ed Alberto Giovanni, vice presidente.
Aleotti è stato anche presidente di Farmindustria. E l’associazione di categoria del settore farmaceutico che oggi lo ricorda così: «Con il Cavaliere del Lavoro Alberto Aleotti l’Italia perde un industriale straordinario che ha saputo raggiungere traguardi di assoluto rilievo per la crescita del suo gruppo e dell’intero settore farmaceutico».
Nato il 4 marzo 1923 a Quattro Castella di Reggio Emilia da una famiglia povera, a 8 anni rimase orfano di padre. Grazie alla madre e ai voti eccellenti si diplomò ragioniere a 19 anni. E a 23, lavorando, si laureò in Economia e Commercio a Bologna. Alla guida di Menarini dal 1964, «vinse la battaglia più importante per l’intera industria farmaceutica italiana», ricorda il gruppo, facendosi promotore di una dura contesa per ottenere la possibilità di brevetto sui farmaci, che nel 1978 portò alla sentenza con cui la Consulta dichiarò incostituzionale il divieto in vigore in Italia. Un successo che nello stesso anno portò Aleotti alla presidenza di Farmindustria e alla nomina a Cavaliere del lavoro da parte del presidente della Repubblica Sandro Pertini.
Subito dopo il diploma Aleotti fu assunto nell’azienda municipalizzata `Farmacie Comunali Riunite´ di Reggio Emilia, e dopo la laurea divenne direttore generale dell’Azienda Comunale. Sotto la sua direzione, l’azienda arrivò a un profitto che consentì al Comune di Reggio di fornire assistenza farmaceutica gratuita a 20 mila poveri, 30 anni prima dell’istituzione del Servizio sanitario nazionale. Nacque così l’idea di diffondere in Italia le farmacie comunali, che grazie all’esperienza di Aleotti sorsero a Milano, a Bologna e a Firenze.
Fu nel 1964 che accettò l’offerta del Commendatore Mario Menarini: assumere la direzione generale della propria azienda, che Aleotti modernizzò per prepararla alle sfide dell’internazionalizzazione e della nascita di una Ricerca & Sviluppo solida ed efficace. Sotto la sua guida Menarini, scalò la classifica delle industrie farmaceutiche italiane nel mondo, passando dal 352esimo posto al primo. Il gruppo è presente oggi in oltre 100 Paesi, con 16.603 dipendenti (dai 188 del ’64). Con un fatturato consolidato pari nel 2013 a 3,275 miliardi di euro, Menarini è al 16esimo posto su 5.180 aziende in Europa e al 38esimo nel mondo su 18.237.
Dopo 8 anni alla presidenza di Farmindustria, dal 1978 al 1986, Aleotti venne chiamato alla vice presidenza dell’Associazione europea dell’industria farmaceutica (Efpia) e fino al 1990 ne fu presidente. Grazie ai risultati ottenuti con la sua gestione, venne designato per il biennio ’90-92 alla vice presidenza della Federazione mondiale delle industrie farmaceutiche (Ifpma). E alla fine del biennio, nel ’92-94, venne nominato presidente, unico italiano ad oggi.
Nel 2004 la Facoltà di Farmacia dell’università degli Studi di Genova conferì ad Aleotti la laurea honoris causa in Chimica e tecnologia farmaceutiche, la prima laurea ad honorem attribuita dalla Facoltà in oltre 100 anni di storia. Nel 2005 il presidente della Repubblica Federale di Germania, su segnalazione del Cancelliere federale, gli conferì la Grosses Verdienstkreuz (Gran Croce al Merito) per il contributo economico e sociale dato alla Germania con la riorganizzazione della Berlin-Chemie, acquistata da Menarini nel 1992. Infine nel 2007 Alberto Sergio Aleotti ricevette il Premio Ernst & Young come «Miglior imprenditore dell’anno» nella categoria Global.