Conviene ancora avere l’auto aziendale ad uso promiscuo dopo le nuove tasse e trattenute in busta paga?
di Chiara Compagnucci pubblicato il
L’introduzione delle modifiche fiscali nella Legge di Bilancio 2025 ha cambiato le carte in tavola per chi utilizza un’auto aziendale a uso promiscuo. Questo benefit, che unisce l’uso lavorativo e personale del veicolo fornito dall’azienda, è stato oggetto di revisione fiscale.
Le nuove norme premiano chi opta per veicoli a basse emissioni e penalizzando quelli con motorizzazioni tradizionali. Analizziamo nel dettaglio come queste novità influenzano dipendenti e aziende, e se conviene ancora mantenere questo tipo di benefit:
- Nuove regole per la tassazione per l’auto a uso promiscuo
- Conviene ancora avere un’auto aziendale a uso promiscuo o no
Nuove regole per la tassazione per l’auto a uso promiscuo
La principale novità introdotta riguarda il calcolo del fringe benefit per le auto aziendali, che ora tiene conto della tipologia di alimentazione del veicolo. Per determinare il reddito imponibile del dipendente, si applicano percentuali diverse al costo annuale di una percorrenza convenzionale di 15.000 chilometri, calcolato sulle tabelle Aci. I veicoli elettrici e ibridi plug-in sono quelli che beneficiano maggiormente delle nuove regole, con una tassazione rispettivamente al 10% e al 20%.
Al contrario, i veicoli benzina e diesel sono soggetti a un’imposizione più elevata, pari al 50% del valore convenzionale. I dipendenti che utilizzano veicoli tradizionali si trovano ad affrontare un aumento del reddito imponibile, con un incremento delle trattenute fiscali in busta paga.
Le nuove norme hanno un impatto sul reddito netto dei dipendenti. Per chi utilizza un’auto aziendale a benzina o diesel, l’aumento della tassazione comporta una riduzione della disponibilità economica mensile. Ad esempio, un veicolo con un costo convenzionale annuo di 5.000 euro, calcolato con le tabelle Aci, genera un reddito imponibile di 2.500 euro per le auto tradizionali, contro i 500 euro delle auto elettriche. Questa differenza si traduce in trattenute più elevate per chi utilizza veicoli meno efficienti dal punto di vista ambientale.
La convenienza dipende ora in larga misura dalla scelta del tipo di veicolo. Chi ha la possibilità di optare per un’auto elettrica o ibrida plug-in può continuare a godere di un benefit fiscale.
Conviene ancora avere un’auto aziendale a uso promiscuo o no
Nel 2025, la tassazione sulle auto aziendali in uso promiscuo di nuova immatricolazione aumenterà fino al 66% per i veicoli termici (benzina e diesel), che sono circa il 75% delle auto immatricolate. Le nuove regole della Legge di Bilancio premiano invece i possessori di auto elettriche o ibride plug-in, che beneficeranno di una tassazione ridotta.
Un problema riguarda i dipendenti che hanno ordinato veicoli nel 2024, ignari delle future modifiche normative. Se le consegne avverranno nel 2025, saranno soggetti alla nuova disciplina, con un aumento medio di 100 euro al mese in busta paga per i veicoli termici. La possibilità di annullare gli ordini dipende dalle clausole contrattuali, ma in caso di penali, si consiglia un confronto diretto con i fornitori.
Le associazioni di categoria chiedono al governo interventi urgenti, come salvaguardare gli ordini del 2024 o prorogare l’applicazione della nuova disciplina al primo luglio 2025.
La risposta sulla convenienza di un’auto aziendale a uso promiscuo non è univoca e dipende da diversi fattori. Per i veicoli a basse emissioni, il beneficio fiscale rimane evidente. Oltre alla tassazione ridotta, i dipendenti possono beneficiare di costi di gestione inferiori, grazie al minor consumo di carburante e, nel caso delle auto elettriche, all’esenzione o riduzione delle spese legate al bollo e alla manutenzione. Per le aziende, l’adozione di flotte green è anche un’opportunità per migliorare la propria immagine aziendale.
Per i veicoli tradizionali, invece, la situazione è più complessa. L’aumento del fringe benefit imponibile rende meno conveniente l’auto aziendale per i dipendenti, che possono preferire una compensazione economica alternativa, come un aumento dello stipendio o altri benefit meno onerosi dal punto di vista fiscale. Anche per le aziende, la gestione di una flotta basata su veicoli tradizionali possono comportare costi più elevati e una minore attrattività nei confronti dei dipendenti.
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