Alla fine lo ha fatto. Donald Trump ha scelto come ministro della Sanità Robert F. Kennedy Jr, ex rivale indipendente nella corsa per la Casa Bianca che, dopo la rinuncia alla campagna era entrato nello schieramento repubblicano.
La nomina preoccupa tutto il mondo della ricerca scientifica che si chiede se il 70enne rimarrà o meno saldo sulle sue affermazioni, poi smentite, secondo cui i vaccini causano l’autismo, aver fatto un libro in cui accusa l’ex capo del National Institutes of Health Anthony Fauci di aver cospirato con Bill Gates e le case farmaceutiche per vendere i vaccini contro il Covid-19 e aver sostenuto che i funzionari delle autorità regolatorie sono burattini dell’industria farmaceutica. (Fonte Open)
Giovedì, a mercati aperti, la notizia ha determinato il crollo delle azioni di Moderna (l’azienda diventata celebre per il suo vaccino contro il Covid) che hanno chiuso in ribasso di oltre il 5%, mentre quelle di Novavax sono scese di oltre il 7%. I capitali di Pfizer hanno perso oltre il 2%. Le azioni di BioNTech, la casa farmaceutica tedesca che ha contribuito a sviluppare un vaccino contro il Covid con Pfizer, ha registrato a fine seduta un calo di oltre il 6%. La casa farmaceutica britannica Gsk, che produce vaccini antinfluenzali e molti altri vaccini, ha chiuso in ribasso di circa il 2%. Insomma, sono gli effetti collaterali delle presidenziali americane.
Nelle ultime settimane, Rfk ha tentato di correggere il tiro assicurando che non avrebbe tolto i vaccini a nessuno. “Mi assicurerò che siano disponibili studi scientifici sulla sicurezza e l’efficacia, e che le persone possano fare valutazioni individuali sulla bontà o meno di quel prodotto per loro” ha detto alla Msnbc il giorno dopo la vittoria di Trump.
Una delle sue proposte più recenti è quella di togliere dalla rete idrica pubblica il fluoruro, che è aggiunto per migliorare la salute orale degli americani ma che a suo avviso “quasi certamente” causa una perdita del quoziente intellettivo nei bambini. Durante la campagna elettorale era stato travolto da varie polemiche. Tra queste, una per aver tagliato in passato con una motosega la testa di una balena morta; un’altra per aver ammesso in un video sui social media la storia, risalente al 2014, sul cucciolo di orso morto trovato per strada che voleva portarsi a casa per scuoiarlo ma che poi lasciò a Central Park simulando un incidente.
Qualsiasi cambiamento voglia apportare si scontrerà con un’industria farmaceutica che paga gran parte delle fatture dell’ente regolatore. Kennedy, un attivista ambientale che avrebbe autorità sulle agenzie nazionali responsabili della salute pubblica, sui piani assicurativi sanitari finanziati dal governo per oltre 140 milioni di persone, tra cui i poveri, gli over 65 e i disabili, sulla ricerca medica e altro ancora se confermato come Segretario della Salute e dei Servizi Umani degli Stati Uniti.
Kennedy è stato il più esplicito a proposito della FDA, un’agenzia che supervisiona quasi 3 milirdi di dollari in medicinali, alimenti e prodotti del tabacco. In interviste e sui social media, Kennedy ha accusato lo staff dell’agenzia di fare gli interessi di Big Pharma e Big Food. “La guerra della FDA contro la salute pubblica sta per finire”, ha scritto Kennedy su X a fine ottobre. “Se lavori per la FDA e fai parte di questo sistema corrotto, ho due messaggi per te: 1. Conserva i tuoi archivi e 2. Fai le valigie”.
Nel 2024, 3,3 miliardi di dollari, quasi il 46% del budget di 7,2 miliardi di dollari dell’agenzia, provenivano dalle cosiddette “tariffe utente”, ovvero i pagamenti effettuati dai produttori di dispositivi medici e farmaceutici per finanziare le risorse del personale necessarie per esaminare rapidamente i loro prodotti, condurre ispezioni e garantire la sicurezza delle sperimentazioni cliniche.
La FDA afferma che le tariffe utente non influenzano le sue decisioni di approvare i prodotti e il suo budget complessivo è ancora soggetto all’approvazione del Congresso. Il Congresso rinnova il programma delle tariffe utente ogni cinque anni e più di recente ne ha esteso l’uso fino a settembre 2027.
Dan Troy, ex consigliere capo della FDA sotto la prima amministrazione del presidente repubblicano George W. Bush, ha affermato di non aspettarsi “cambiamenti sismici”.
Anche se Kennedy e altri incaricati politici fossero stati in grado di licenziare un numero considerevole di dipendenti, “chi metterete in atto? Chi ha le competenze tecniche per scrivere queste regole che cambieranno davvero il paradigma?” ha affermato.
C’è chi è stato schietto riguardo alle preoccupazioni sulle opinioni di lunga data di Kennedy. “Mettere a capo di un servizio sanitario pubblico qualcuno che nega i vaccini mette a rischio la stabilità della nazione in generale”, ha detto a Reuters alla fine del mese scorso Jeremy Levin, CEO della società biotecnologica Ovid Therapeutics ed ex presidente del gruppo di pressione biotecnologico BIO.
“Il negazionismo dei vaccini, che è un punto centrale di RFK, è forse più pericoloso di qualsiasi cosa si possa immaginare”. Levin ha descritto i precedenti incaricati di Trump alla FDA e un progetto che supervisionava lo sviluppo di successo dei vaccini COVID-19 durante il suo primo mandato come “scelte eccezionali”. “Dobbiamo aggrapparci alla speranza che chiunque venga messo nella posizione di direttore della FDA in un’amministrazione Trump abbia le stesse qualità”, ha detto.(Fonte Reuters)
Terzogenito di Robert Kennedy e nipote di John Fitzgerald Kennedy, il 69enne Robert Kennedy Junior, dopo aver conseguito una laurea in Lettere ad Harvard e una laurea in Diritto all’Università
Ritiene che i “vaccini possano provocare l’autismo e altre reazioni avverse gravi. Darli ai bambini è una pratica criminale“.
KFJ si è mostrato contrario alle misure adottate durante la pandemia, dalle restrizioni al distanziamento sociale, dal lockdown al vaccino Covid obbligatorio, definendo queste misure come quelle “repressive adottate dal regime nazista“. Lui sostiene che il virus sia stato calibrato per risparmiare “alcuni gruppi etnici”, tra cui i cinesi e gli ebrei ashkenaziti, tesi sostenuta da molte altre persone, su cui emergerebbero anche studi basati su alcune caratteristiche del sangue.
L’anno scorso, durante un comizio a Washington contro le limitazioni ai non-vaccinati, aveva evocato la Germania nazista per dire che era un Paese più libero rispetto all’America: “Anche Anna Frank aveva avuto più possibilità di nascondersi dai nazisti” di quanto, intendeva, ne avessero avute i No-vax in America.
La nomina di Kennedy dovrà essere confermata dal Senato americano
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Adinolfi, la vittoria dei resistenti: Con Kennedy è il più bel riconoscimento politico possibile a quella che non è stata follia complottista, ma una battaglia di libertà. Mettere un argine allo strapotere di Big Pharma è un atto utile per tutto il pianeta, ricordando anche che con le prescrizioni facili di ossicodone e fentanyl (con il ruolo cruciale degli informatori farmaceutici) hanno provocato centinaia di migliaia di morti negli Stati Uniti solo per generare profitti miliardari.
N.d.R.:
Sul Corriere della Sera di domenica nello spazio “Padiglione Italia” Aldo Grasso in un articolo dal titolo “La Pericolosa battaglia contro la scienza” prende in esame il caso dell’”attivista” no-vax Robert Kennedy. Viene descritto come l’erede degenere dei Kennedy, uno che ha strizzato l’occhio alla cospirazione aliena, uno che
Il timore è che non faccia paura a tutti. I nostri no-vax riprenderanno coraggio, mineranno ancora la fiducia nella scienza, ignorando che i vaccini hanno salvato la vita a tantissime persone e stanno continuando a salvarne. Se si mette in discussione il principio scientifico dell’immunizzazione si torna indietro nel buio del tempo. La battaglia contro la scienza, conclude Grasso, potrebbe rivelarsi la più pericolosa. E non c’è vaccino.
I timori di Grasso si sono esplicitati, sempre domenica, proprio in un articolo di Francesco Borgonovo su Libero dal titolo “Il mostro Kennedy odiato da chi scambia la scienza con la fede”. Dice Borgonovo, che la presenza di Kennedy nelle istituzioni sanitarie suscita timore. Esiste un piccolo gruppo di persone, prosegue, che si ritiene depositaria della verità assoluta e pensa di essere titolato a prendere ogni decisione, soprattutto sulla salute dei cittadini. A sostegno di questa tesi Borgonovo, cita il filosofo Feyerabend che diceva che in democrazia il singolo cittadino ha il diritto di leggere, scrivere, propagandare ciò che vuole ed ha il diritto di curarsi come preferisce, se è ammalato.
Feyerabend nei propri libri Contro il metodo e La scienza in una società libera difese l’idea che non ci sono regole metodologiche sempre applicate dagli scienziati. Sosteneva che qualsiasi tipologia di metodo scientifico prescrittivo avrebbe limitato l’attività degli scienziati e, di conseguenza, il progresso scientifico. Il pluralismo scientifico migliora il potere critico della scienza. Così Feyerabend sostiene che la scienza procederebbe meglio per controinduzione, anziché per induzione.
Pensava, ad esempio, che le opinioni negative sull’astrologia e sull’efficacia della danza della pioggia non fossero giustificate dalla ricerca scientifica, rigettando di conseguenza come elitario il comportamento prevalentemente negativo degli scienziati verso tali fenomeni. Nella sua idea, la scienza era diventata un’ideologia repressiva, sebbene avesse cominciato come un movimento di liberazione; pensava che la società si dovesse proteggere da un’eccessiva influenza della scienza, così come si protegge da altre ideologie.
Secondo Feyerabend la scienza dovrebbe essere completamente soggetta ad un controllo democratico: non solo gli oggetti delle ricerche scientifiche dovrebbero essere determinati da elezioni popolari, ma anche le assunzioni e le conclusioni dovrebbero essere supervisionate da un comitato di persone non specializzate. Egli pensava che i cittadini dovessero usare i propri principi nel prendere decisioni su queste materie. Nella sua opinione l’idea che le decisioni debbano essere ‘razionalistiche’ è elitaria, poiché essa assume che i filosofi o gli scienziati siano in una posizione tale da poter determinare i criteri con cui il popolo in generale dovrebbe prendere le proprie decisioni. Sulla stessa pagina dell’articolo di Borgonovo ce n’è un altro che “dimostra” la natura cancerogena del vaccino anti Covid.
Secondo gli scienziati odierni il metodo scientifico è: “… la modalità tipica con cui la scienza procede per raggiungere una conoscenza della realtà oggettiva, affidabile, verificabile e condivisibile”. Perché uno studio sia dichiarato scientificamente corretto deve seguire precise regole metodologiche. In medicina si può partire da un’ipotesi razionale a cui segue una verifica sperimentale che si basa sulla effettuazione di studi clinici di vario tipo che ne che confermino l’ipotesi. Va sottolineato che tali studi devono essere “metodologicamente corretti” per essere credibili, metodo complesso e non breve.
Uno non esperto di sperimentazioni cliniche non è in grado di stabilire se uno studio è eseguito correttamente o meno. Non può farlo direttamente, ma potrebbe farlo, indirettamente, accettando il giudizio di esperti. Inoltre, tutte le riviste medico-scientifiche che godono di prestigio internazionale (misurato oggi col parametro “impact factor“) sono dotate di un sistema di controllo della qualità scientifica degli studi che esse pubblicano, noto come “peer review“. Ciò implica che un lavoro accettato per la pubblicazione da una autorevole rivista medica è certamente stato sottoposto a una severissima valutazione di qualità.
«L’opinione espressa da chi ha competenza in un certo campo, quando essa è stata acquisita con decenni di studi ed esperienza, ha più valore e pesa di più di quella di altri che in quel campo non ne hanno». Questa affermazione, sebbene così ovvia da sfiorare il lapalissiano, è sempre più controversa nel dibattito pubblico, tanto che talvolta viene denigrata con ostentato orgoglio. Nell’attacco che le è rivolto, le opinioni degli esperti sono descritte come meri appelli al principio di autorità, le loro posizioni come forme di elitarismo, il loro atteggiamento come irrispettoso delle idee altrui. In sintesi, l’accusa che viene mossa è che quell’affermazione è contraria al dialogo democratico.
Si assiste quindi al proliferare di tutta una serie di bufale complottiste di diversa natura e grado. Tra le
L’informazione scientifica va trattata con rispetto e attenzione. La difesa è nel rafforzamento dell’istruzione scientifica pubblica, oltre che nel miglioramento della comunicazione scientifica da parte degli addetti ai lavori. Certo che se ci si scontra con il complottismo si andrà a sbattere contro un muro invalicabile.
La scienza e la ricerca scientifica sono strutturalmente democratiche. Al loro interno il principio di autorità viene costantemente sfidato e messo nel banco degli imputati al fine di perfezionare la conoscenza. Il passo avanti può essere fatto da chiunque, non serve essere ricco, famoso, potente, o avere conoscenze altolocate: se si presentano nuove evidenze sperimentali o nuovi paradigmi concettuali e si supera il test di attendibilità, questi divengono un nuovo contributo scientifico, piccolo o grande che sia.
Si agita uno spauracchio allarmante alimentato da una visione aberrante della democrazia: l’idea di dirimere questioni scientifiche complesse ricorrendo al voto referendario. Quello è lo scenario futuro più terribile che una certa propaganda potrebbe generare.
CENSIS:
L’ignoranza è una minaccia anche per la democrazia, se per i cittadini diventa difficile decodificare le proposte politiche, riconoscendo quelle fondate su presupposti falsi o con fini manipolatori.
Nel limbo dell’ignoranza (del resto, per il 5,8% degli italiani il “culturista” è una “persona di cultura”) possono attecchire convinzioni irrazionali, pregiudizi antiscientifici, stereotipi culturali
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