«La class action è una garanzia ulteriore per il consumatore che va introdotta in Italia. Ma la legge sull’azione collettiva risarcitoria, oltre a proteggere il consumatore, deve anche proteggere le industrie contro il rischio di ricatti e danni derivanti dai tempi lunghi della giustizia civile. Questa class action, senza una riorganizzazione giuridica e senza la specializzazione del giudice-filtro, potrebbe bloccare le attività di ricerca nel campo farmaceutico in Italia».
Sergio Dompé, presidente di Farmindustria ed ex-presidente dell’associazione Biotech, non ha dubbi sulla gravità dell’impatto di una class action mal strutturata sul mondo delle imprese farmaceutiche. In un’intervista al Sole-24 Ore, Dompé accoglie favorevolmente il risarcimento collettivo ma lancia un allarme sui rischi che il Paese sta correndo se la legge non dovesse sciogliere tre nodi: i tempi della giustizia, la specializzazione del giudice che decide l’ammissibilità delle domande e la valutazione di chi sarà legittimato ad agire. Nodi che si stringeranno come un cappio attorno al collo delle industrie.
È ancora presto per dire come sarà la class action: dopo il blitz dei senatori Manzione-Bordon sono in arrivo correzioni da Governo e Camera…
La class action è una garanzia importante per il consumatore e va fatta ma bisogna evitare gli eccessi di penalizzazione per le industrie. Rischiano di aumentare a dismisura i rischi legali per le imprese.
Quali sono le penalizzazioni che allarmano di più?
Il testo di legge attuale lascia aperti troppi interrogativi: non vi è certezza sui tempi della giustizia, quanti giorni, mesi, anni dovrà attendere un’impresa per sapere se una class action infondata o ricattatoria sarà inammissibile? Quanto tempo ci vorrà prima di stabilire l’entità della somma del risarcimento? Il giudice avrà le competenze adeguate per occuparsi di risarcimento danni in campi specialistici? La legge sarà retroattiva, sanerà atti contrattuali ed extra-contrattuali pregressi?
Il settore "salute" negli Usa, madrepatria della class action, è sotto attacco: accadrà lo stesso in Italia?
In Italia abbiamo uno dei migliori rapporti tra qualità e prezzo nell’accessibilità dei farmaci in Europa. Ma intanto le cause nel campo della salute aumentano a ritmi vertiginosi, nella chirurgia estetica le azioni legali hanno un crescendo rossiniano. Senza class action. La norma in Finanziaria che incrementa la deducibilità degli oneri sui nuovi contratti per la ricerca è un passo molto importante e ne siamo grati al Governo. Ma se nella stessa Finanziaria dovesse decollare una class action mal strutturata, temo il blocco nella sperimentazione clinica nella ricerca farmaucetica: gli effetti collaterali imprevisti ci sono molto spesso e le imprese non correranno il rischio di un’azione collettiva che, in assenza di tempi certi della giustizia, di giudici specializzati e di filtri efficaci, potrebbe danneggiare enormemente l’industria. Chi non sceglierà la strada dell’espatrio? Io con la mia impresa faccio ricerca farmaceutica negli Usa e lì non temo la class action, in Italia vorrei avere almeno le stesse garanzie. Isabella Bufacchi – Il Sole 24 Ore del 05/12/2007 NORME E TRIBUTI p. 32
471 2 minuti di lettura