08/10/2012– intervista
L’imprenditore: “Il 95% dei nostri ricavi deriverà dalle esportazioni. Ma la ricerca è il motore della crescita
LUCA FORNOVO
Non se ne rendono ancora conto, ma se i politici continuano a non ascoltarci, nei prossimi anni l’industria italiana della farmaceutica rischia di perdere più di 15 mila posti di lavoro. Tutto personale altamente qualificato, ricercatori e laureati che forse diventeranno i cervelli in fuga di domani, a caccia di un nuovo lavoro all’estero». Non è uno degli scenari migliori sulla farmaceutica in Italia, quello che tratteggia un decano del settore, come Sergio Dompè. Imprenditore a capo della società Dompè Farmaceutici (nata agli inizi del Novecento, l’anno scorso 470 milioni di euro di fatturato), per dodici anni Dompè ha guidato associazioni di settore come Assobiotec prima e Farmindustria poi.
Che cosa si aspetta quest’anno?
«I ricavi del settore sono previsti in calo del 6,5-7% ma nel 2013 andrà peggio. Si potrebbe toccare un -11% e con l’inflazione si arriva a -15%. Se questi numeri venissero confermati, metà degli stabilimenti farmaceutici in Italia sarà in gravi difficoltà».