Continua a salire la febbre della spesa farmaceutica in ospedale: nei primi tre mesi del 2011 ha fatto segnare un rosso di 569 milioni, attestandosi quasi al doppio del budget massimo annuo a disposizione. Come dire che a fine anno il disavanzo – interamente a carico delle Regioni – sarà di circa 2,2-2,4 miliardi. In controtendenza vanno invece i conti della spesa in farmacia per pillole e sciroppi a carico dello Stato, che nel primo trimestre hanno registrato un calo del 6,2 per cento rispetto a un anno fa. Con un dato però che balza agli occhi: l’aumento del 26% dei ticket a carico degli italiani, sempre più sottoposti a un copayment che da metà aprile, tra l’altro, è destinato a una crescita addirittura più vertiginosa in seguito all’applicazione del «prezzo di rimborso» varato dall’Aifa in applicazione della manovra estiva del 2010.
È anche con questi freschissimi dati a disposizione – anticipati dal settimanale «Il Sole-24 Ore Sanità» – che il Governo nell’ambito della manovra sta sfogliando il complicato dossier della farmaceutica e non solo pensando ai costi standard. Un dossier bifronte, con i conti in farmacia che tengono e quelli in ospedale che esplodono. Partita delicatissima, che chiama in causa uno settore della spesa sanitaria su cui in questi anni si sono più volte concentrati i risparmi, mentre le imprese, che domani eleggeranno il nuovo presidente di Farmindustria, reclamano certezze e minacciano di disinvestire in Italia.
La farmaceutica ospedaliera – autentica spina nel fianco per i governatori – è per prima nell’occhio del ciclone. In tre mesi, da gennaio a marzo, il "tetto" s’è attestato al 4,4% dell’intera spesa sanitaria, contro un limite del 2,4 per cento. Tutte le Regioni sono in rosso: dal picco massimo del 6,1% delle Marche al 2,8% del Molise. Con disavanzi che vanno però dai 111,2 milioni in Lombardia (al doppio esatto del budget) ai 655mila euro nelle Marche.
Tengono invece i conti in farmacia. Nonostante l’aumento dei consumi (+2% di ricette), in tre mesi nel primo trimestre dell’anno il risparmio è stato di 223 milioni, lo 0,8% sotto il tetto del 13,3. Ma sempre con forti escursioni regionali: dal tetto massimo della Sicilia (15,5% contro il 13,3% di budget) al 9,8% di Bolzano. Tutto il Sud, eccetto la Calabria, sarebbe extratetto. Ma a crescere dappertutto sono i ticket a carico dei cittadini, soprattutto per la compartecipazione sul prezzo di riferimento quando si acquista un farmaco griffato anziché il generico. In Puglia e Campania c’è stato un boom: +111% in novanta giorni. Solo l’antipasto di quel che è accaduto (ma non ancora contabilizzato) da metà aprile con l’entrata in vigore del prezzo di rimborso sui generici.
Roberto Turno – 21 giugno 2011