Prima la doccia gelata: in Campania, Lazio, Liguria, Sicilia, Abruzzo e Molise scatta subito l’addizionale regionale massima per Irpef (1,4%) e Irap (5,25%) con tanto di prelievo immediato nella prima busta paga utile. Poi, quasi sei ore dopo, la decisione di prendere temp il Governo valuterà entro fine giugno i piani di rientro dal disavanzo sanitario che sono stati presentati e se saranno in regola la stangata fiscale nelle sei Regioni con i conti 2005 della Sanità in rosso sarà «disattivata».
Tra le prime dichiarazioni di Padoa Schioppa a Palazzo Chigi e il successivo comunicato dello stesso ministro dell’Economia, il Governo ha deciso di concedere ancora trenta giorni alle sei Regioni nel mirino. Una pausa momentanea. Frutto del lavoro diplomatico tra i ministri e anche del pressing delle Regioni. La stangata per un mese resta in freezer.
Sono state ore frenetiche per il Governo e per le Regioni, non solo per le sei con i conti sanitari in pesantissimo deficit: 4,3 miliardi da ripianare, con Lazio (1,8) e Campania (1,2) che fanno la parte del leone.
Tutte e sei hanno presentato fuori limite i piani per tappare la falla. Sperando che bastasse ad evitare che dal 1 giugno scattasse automaticamente il cartellino rosso degli aumenti delle addizionali Irpef e Irap. Contavano sulle rassicurazioni del Governo, le Regioni. Ma la lettura di Padoa Schioppa, che ha inizialmente gelato le speranze, è stata tutt’altra: gli aumenti scattano subito, ope legis. Un segnale preciso, tra l’altro, anche alla Ue. Che ha gradito.
Ecco poi la successiva precisazione di Padoa Schioppa. La linea del rigore, sottintende, resta intatta. Il ministro assicura «ampia collaborazione alle Regioni». E afferma di avere «ora avviato una valutazione puntuale di tutte le misure già adottate o in corso di adozione per verficarne gli effetti di correzione sulle tendenze che operano anche sul 2006». Poi la mano tesa: «Qualora le Regioni per le quali l’automatismo è scattato presentassero, entro fine giugno, misure ugualmente efficaci, il ministro assumerà iniziative volte a promuovere la disattivazione dell’intervenuto aumento di dette aliquote». Che fino al 30 giugno sono congelate.
La prima dichiarazione tranchant di Padoa Schioppa aveva spiazzato non solo le Regioni, ma anche diversi ministri.
Anche di qui il lavoro di sponda con Palazzo Chigi. Fortemente sollecitato dai governatori. Anzitutto dal rappresentante dei governatori, Vasco Errani (Emilia Romagna): «Si attende la valutazione del Governo sui piani di rientro» e solo dopo «potranno scattare gli ulteriori provvedimenti previsti», ha dichiarato Errani prima della messa a punto del ministro dell’Economia, ricordando le sottostime croniche e il tavolo per un «Patto » sulla Sanità concordato appena il giorno.
Dure le reazioni delle sei Regioni sotto schiaffo. «Da noi nessun aumento delle tasse», assicurava la Sicilia forte della sua autonomia. «Incomprensibile l’aumento delle tasse», frenava il Molise.
Sicuro del fatto suo Antonio Bassolino (Campania): «È in corso il confronto col Governo» , sul piano locale presentato da tempo. Freno tirato anche da Liguria («speriamo di evitare le tasse») e Lazio («non ci saranno tasse»), che in mattinata aveva intanto presentato in conferenza stampa il suo progetto. Per non dire del pollice verso dei sindacati.
È in questo quadro di reazioni che poi è intervenuta la nuova dichiarazione dal ministero dell’Economia. Dove, tra l’altro, da mercoledì riparte il confronto. Pensando anche agli altri deficit sanitari in arrivo, a cominciare da quello del 2006 che, se