Secondo il presidente dell’associazione delle imprese del farmaco, Massimo Scaccabarozzi, dopo la spending review che ha introdotto la prescrizione per principio attivo, anche il Decreto Balduzzi ha ulteriomente penalizzato il settore. "A rischio export, occupazione, ricerca e investimenti".
14 SET – "Pur apprezzando l’impegno del Governo per mitigare la durezza del provvedimento pubblicato oggi in Gazzetta", Farmindustria esprime la propria "contrarietà" sul metodo scelto della decretazione d’urgenza ed evidenzia la permanenza di elementi di "forte criticità". "In particolare – spiega il presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi – sulla norma relativa alla revisione del Prontuario, già disciplinata peraltro dalle disposizioni vigenti che affidano questo compito alla competenza dell’Agenzia Italiana del Farmaco. E su quella sugli off label che, pur attenuata rispetto al testo iniziale, estende la possibilità di usare i medicinali per indicazioni non approvate anche nei casi in cui esiste un’alternativa terapeutica autorizzata".
Tutto questo, sottolinea Scaccabarozzi, "a meno di un mese dalla norma che ha introdotto la prescrizione con principio attivo, una misura che non fa risparmiare un centesimo allo Stato e colpisce invece al cuore il marchio, che rappresenta il valore fondante di un settore basato sulla ricerca.
Riconoscerne il ruolo è fondamentale per sostenere adeguatamente l’innovazione, gli investimenti e l’export delle imprese del farmaco in Italia, che è secondo produttore in Europa. Il marchio è infatti un vero e proprio elemento di qualità della produzione e un segno importante di riconoscimento e di fiducia da parte dei pazienti, specie quelli più anziani". Troppe penalizzazioni, dunque, in brevissimo tempo. Per questo Farmindustria, "anche per evitare il crollo dell’occupazione", torna a chiedere "con forza l’abrogazione della norma sulla prescrizione con principio attivo, a costo zero per lo Stato". "A distanza di poche settimane e ancora una volta per decreto – prosegue Scaccabarozzi -, il terzo in soli sei mesi, il Governo interviene in materia farmaceutica modificando, nuovamente il quadro di riferimento del settore, che a livello internazionale è considerato giustamente strategico, mentre da noi sembra essere un mero fattore di costo".
Tutto questo "nonostante l’industria farmaceutica abbia contribuito al contenimento dell