29 gennaio 2015 – PharmaKronos
“In un contesto normativo e regolamentare troppo spesso imprevedibile e soggetto a invasioni di campo contrarie alla logica e al rispetto delle competenze, come è successo nel caso AvastinLucentis, è sempre più arduo vincere le resistenze con le quali saranno valutate in futuro opzioni di investimento industriale e tecnologico nel nostro Paese”.
A lanciare l’allarme è Maurizio de Cicco, amministratore delegato di Roche Spa, divisione farmaceutica del gruppo svizzero in Italia. In particolare, sarebbe “a rischio” lo sviluppo annunciato dall’azienda per il sito milanese di Segrate. Investimenti per “diversi milioni di euro” che dovrebbero permettere al polo produttivo, “un centro di eccellenza internazionale”, di fabbricare per tutto il mondo 2 o forse anche 3 nuovi medicinali anticancro targati Roche.
“L’entità dell’investimento dipenderà dallo sviluppo successivo di queste molecole, potenzialmente utilizzabili nel trattamento di diverse patologie – spiega de Cicco a Pharmakronos. “La conferma definitiva e la realizzazione” del progetto “è però in fase di valutazione. Per metà 2015 dovremo presentare a casa madre i piani di sviluppo”, ma all’appuntamento con i piani alti del quartier generale di Basilea il ‘braccio tricolore’ di Roche si presenterà con un fatturato 2014 in flessione del 3,3% a 820,3 milioni di euro.
Colpa di una “forte penalizzazione” determinata dal payback ospedaliero, il meccanismo di ripiano della spesa farmaceutica al quale sono chiamate le imprese. “Purtroppo prevediamo una profonda discussione” con i vertici. Paola Olgiati
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