Consigli per l’uso a governo e regioni alla ricerca di soluzioni per tappare i deficit sanitari. Arrivano puntuali, anche di fronte a una possibile manovra alle porte di tagli sui farmaci, da una ricerca del Cer (Centro Europa ricerche) sostenuta da Farmindustria. «Naturalmente fa piacere che sia riconosciuto il valore anche di risparmio dei farmaci. Ma per salvare la sanità come elemento fondamentale di solidarietà sociale, va garantita appropriatezza all’intera spesa Ssn, non solo ai farmaci», afferma il presidente dei Farmindustria, Sergio Dompé.
Sprechi e risparmi, spesa sanitaria allo specchio. Proprio dai potenziali sprechi parte il rapporto, concentrandosi sulla spesa per l’acquisto di beni e servizi sanitari e non, come la manutenzione di immobili e apparecchiature e del "godimento di beni di terzi". «Il miglioramento dei saldi di bilancio – si afferma – potrebbe essere raggiunto con una più efficiente attività di procurement . Come non accade per i beni e servizi acquistati dal Ssn, 17,8 miliardi nel 2006 (il 16,8% della spesa sanitaria pubblica) in un panorama locale eterogeneo caratterizzato da acquisti centralizzati in massima parte per i beni, piuttosto che per i servizi, che infatti hanno avuto una crescita più elevata. Il tutto con un range di costi impazzito da una regione all’altra. E con la caratteristica di far moltiplicare i potenziali risparmi conseguibibli nelle realtà locali più indebitate: le regioni sottoposte a piani di rientro dal disavanzo, dove il risparmio ottenibile allineando le spesa a un valore medio nazionale, sarebbe di 29,2 euro pro capite. Nelle altre regioni non sotto tutela, viceversa, il risparmio (comunque più alto in valori assoluti) sarebbe di 20,2 euro a cittadino.
L’altra faccia della medaglia analizzata dal Cer è la spesa del Ssn per i farmaci,per i quali l’analisi prefigura uno scenario positivo di effetti dati dal buon uso dei farmaci. La sfida per le regioni, si afferma, «è costituita dalla definizione di politiche sanitarie dinamicamente efficienti», in un’ottica di lungo respiro e in una stretta correlazione tra spesa sanitaria e l’intero sistema economico. Soltanto per tre patologie che rappresentano il 50% della mortalità totale, si calcolano 6,6 miliardi di costi sanitari potenzialmente evitati e di 5 miliardi di altre spese sanitarie non sostenute. Totale 11,67 miliardi: risparmi potenzialmente conseguiti nel cassetto. Con la Lombardia in cima alle spese evitate ( 1,9 miliardi) e le malattie cardiovascolari al top con 7,9 miliardi di spese non sostenute grazie ai farmaci per quella patologia. Anche così si salva il cuore.
Le News del Sole 24Ore 02/04/201008:15:28