Ringraziamo la Dr.ssa Marchegiani per l’attenzione che ci ha riservato su Freedom Press. Prima però che tragga conclusioni definitive che la potrebbero portare a convincersi che questa è la norma la invitiamo a leggere le considerazioni sottostanti.
Gli Informatori Scientifici del Farmaco (ISF) non dovrebbero avere a che fare con le vendite proprio per non creare conflitti d’interesse, devono infatti dipendere da un servizio scientifico e non da una direzione vendite o marketing. Così dice il D. Lgs. 541/92, il D.Lgs.219/06, le linee guida della Conferenza delle Regioni sull’informazione scientifica, leggi e regolamenti regionali, Direttive europee e sentenze della Cassazione che condannano quelle aziende che usano gli ISF come venditori.
Fatte le leggi ci devono poi essere le Autorità incaricate a farle osservare. Nel caso specifico sono l’AIFA, i carabinieri dei NAS, la guardia di finanza. Se nessuno però le fa osservare si dà spazio all’illegalità nella quasi certezza dell’impunità per chi delinque o costringe a delinquere.
Del resto cosa si può pretendere se consideriamo che abbiamo avuto un ministro della salute la cui moglie era (ed è) direttore generale di Farmindustria, gli stessi big di Farmindustria sono ricevuti a palazzo Chigi o vanno a cena con Renzi al Museo dell’Accademia a Firenze, ai piedi del David di Michelangelo, e gli Aleotti che regalano, ovviamente con assoluto disinteresse, al Comune di Firenze appartamenti per i poveri, sindaci Renzi prima Nardella ora.
Pensi che avevamo quasi ottenuto un Albo Professionale per tutelare i cittadini/pazienti dagli abusi che le aziende avrebbero potuto fare utilizzando in modo distorto l’ISF. Poi una misteriosa lobby “convinse” il pregiudicato Sen. Tomassini, ad affossare all’ultimo voto la legge che avrebbe costituito l’Albo.
Dal 2007 ad oggi sono stati licenziati 15.000 ISF, nessuna crisi però per le aziende che hanno continuato ad incassare lauti guadagni. Semplicemente gli ISF non servivano più a “vendere” farmaci alla medicina di base, perché le aziende hanno deciso di puntare sulle biotecnologie o su farmaci superspecialistici che necessitano di pochi costi fissi (ISF) e garantiscono enormi profitti.
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Ripetiamo, il comparaggio è e rimane un reato e per fortuna non è la norma, rimane un fatto marginale. Il problema è l’uso improprio, puramente commerciale che molte aziende fanno degli ISF.
Suggeriamo al sig. Morabito un film su cosa avviene “sopra” gli ISF, o sulla sanità in generale come per esempio i premi in denaro che le ASL danno ai medici perché non prescrivano farmaci (non è una specie di comparaggio?) o come vengono commercializzati i farmaci generici il cui mercato è dominato da un oligopolio di 5 aziende o il costo alberghiero di un letto di degenza e così via. C’è solo l’imbarazzo della scelta.
Gent.le Dr.ssa Marchegiani, gli ISF non sono corruttori né vogliono diventarlo, né vogliono che qualcuno li costringa a farlo. Chi fa film e scrive sui giornali dovrebbero impedire che ciò avvenga, ma non devono fermarsi alla superficie, devono conoscere i termini del problema, se no non verrà mai affrontato. Se c’è o ci sarà un reato di comparaggio sarà solo e sempre colpa degli ISF, e tutto continuerà come prima.
Redazione Fedaiisf – 11/06/2016
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