Abolito, da oggi 1 settembre, il così detto superticket quella quota, cioè, aggiuntiva di 10 euro prevista per le prestazioni sanitarie specialistiche.
Una misura, atte
“Ogni volta che una persona non si cura come dovrebbe per motivi economici – ha commentato il ministro della Salute, Roberto Speranza – siamo dinanzi a una sconfitta per tutti noi e a una violazione della Costituzione. Per questo a dicembre abbiamo approvato la norma che entra in vigore dal 1/o settembre. Il superticket è abolito e nessuno lo pagherà più”. Resta invece, per chi non è esonerato in base al reddito, il costo del ticket, variabile a seconda delle prestazioni e pari a circa 30-35 euro. Molte le regioni che in tutto o in parte, già lo avevano abolito: la prima a farlo era stata l’Emilia Romagna, nel luglio 2018, per redditi fino ai 100.000 euro lordi, l’ultima la Lombardia, dal primo marzo 2020. “Eliminare il superticket è un passaggio importante che aspettavamo da anni, ed è il frutto anche delle battaglie portate avanti da tante organizzazioni civiche”, commenta Antonio Gaudioso, segretario generale di Cittadinanzattiva, associazione di cittadini che aveva raccolto 35.000 firme per chiederne l’abolizione. La misura ai nastri di partenza, aggiunge Gaudioso, “elimina un balzello che faceva perdere soldi alla sanità pubblica invece che guadagnarli, perché portava sempre più persone a rivolgersi alla sanità privata, le cui prestazioni sanitarie risultavano in alcuni casi a prezzo inferiore”. L’augurio, conclude Gaudioso, è che “possa anche andare in porto la già annunciata rimodulazione del ticket in base alla progressività del reddito familiare. Il presupposto, in questo caso, dovrebbe essere una vera lotta all’evasione fiscale”.
Fonte: Federfarma 01/09/2020