È significativo che per esemplificare le difficoltà, «il collasso», della Grecia, il Corriere della sera di ieri, nel reportage a firma di Federico Fubini, inviato ad Atene, abbia scelto il punto di vista di una farmacista, che, in un Paese che ha presentato un piano di salvataggio pesantissimo, che si traduce «in gran parte in nuove tasse», vanta un credito con il Governo di 50mila euro e ha capito che «non ha più tempo: altri sei mesi così ed è finita».
«In Grecia» si spiega nell’articolo «le farmacie forniscono medicinali su prescrizione gratis o scontati al 90% a tutti i clienti in pari con l’assicurazione sanitaria (quindi spesso non ai disoccupati), poi lo Stato indennizza il farmacista a prezzo pieno. Però il Governo ha pagato la farmacia solo per un mese e mezzo da quando si è insediato, poi ha iniziato ad accumulare arretrati».
Ma la farmacista – la cui farmacia di 40 metri quadri si trova nel centro – «ha dovuto anticipare soldi ai distributori all’ingrosso, titolari di licenze di importazione. E tra sei mesi sa già che non ce la farà più». Avrebbe potuto chiudere il conto e «mettere in casa i risparmi», è il racconto, ma così non avrebbe avuto modo di pagare i fornitori per i medicinali dei pazienti.
Per resistere, la via è «ridurre all’osso qualunque spesa. Non ha più dipendenti e ha rinegoziato il contratto di affitto», pagando la metà di prima, 1.100 euro al mese. Ma il piano presentato ai governi dell’area euro e al Fondo monetario internazionale, se non sarà modificato, potrebbe portare a circa «due punti e mezzo di recessione supplementare».
Francesca Giani – Venerdì, 26 Giugno 2015 – Farmacista33
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