L’Italia non può più permettersi di pagare prezzi altissimi per farmaci oncologici che offrono benefici marginali, motivo per cui è bene che oltre alla richiesta di commercializzazione, si valutino i dati relativi al rapporto costo/efficacia (Icer), vale a dire la misurazione degli anni di vita guadagnati tenendo conto della qualità. È quanto ha affermato Gianpiero Fasola, presidente del Collegio italiano primari oncologi medici ospedalieri (Cipomo), a margine di un incontro tecnico avuto presso il Ministero della Salute che ha avuto come oggetto proprio la richiesta dell’introduzione del criterio Icer. Secondo Fasola, in Italia bisogna «al più presto fare spazio alle straordinarie innovazioni farmacologiche che stanno rivoluzionando la cura del cancro. Occorre per questo uscire dalla certezza dell’insostenibilità del costo dei farmaci. Da parte del Ministero abbiamo trovato grande attenzione su questo delicato tema». Secondo l’esperto, «l’indicatore Icer ha alcuni limiti ma resta quello riconosciuto dalla comunità internazionale». E suggerisce: «Si potrebbero prevedere deroghe per quei farmaci che consentono di raggiungere una lunga sopravvivenza e una potenziale guarigione e al tempo stesso bisognerà rinegoziare il prezzo per quei dispositivi che superano abbondantemente la soglia di sostenibilità stabilita. Per avviare questo cammino è necessario il coinvolgimento delle associazioni dei pazienti». E conclude: «Siamo tutti consapevoli che non vi è più tempo da perdere per non correre il rischio di non poter prescrivere agli stessi pazienti farmaci molto importanti che stanno per arrivare. Confidiamo che il Ministero accolga queste proposte considerando che rispondono pienamente allo spirito e alla norma del recente Patto della Salute».
Simona Zazzetta
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