SONO IL PRIMO PROBLEMA da affrontare per chi deve curarsi in casa e ha una patologia più o meno grave. Anzi, paradossalmente, l’approccio con il ‘bugiardino’ – il foglietto che accompagna il farmaco – sembra spesso nascondere difficoltà inversamente proporzionali alla complessità della malattia. I termini incomprensibili, le ipotesi terrificanti, le divagazioni in territori assolutamente fuori dalla portata dell’uomo di cultura media e anche superiore, sono molto frequenti proprio nei medicinali di uso comune.
TANTO CHE il mondo dei pazienti in cura si divide da anni e anni in due grandi emisferi: chi resiste alla lettura del ‘bugiardino’ e assume il farmaco facendo un vero e proprio atto di fede nel medico che l’ha prescitto e nella buona sorte, e quello di chi non ce la fa. Perciò si arrende, e abbandona, alla prima o alla seconda puntigliosa lettura delle istruzioni. C’è poi una terzo settore, minoritario quanto a numeri, che però si affaccia in tutte le ricerche sociosanitarie: è costituito soprattutto da giovani e da persone che di documentarsi non se ne fanno un problema. Sono pochi, e sono quelli che il foglietto con istruzioni e controindicazioni praticamente non lo aprono neppure. Ingoiano la pastiglia o si fanno fare l’iniezione, e via. Il che, a volte, non si rivela una buona scelta.
Per gli altri, milioni di persone che da decenni aspettano pazientemente che i ‘bugiardini’ nostrani diventino comprensibili, leggibili quanto a grandezza del carattere e ‘amici’ di chi deve usare il farmaco, c’è una buona notizia. Viene dall’Associazione italiana del farmaco(Aifa) che è un ente pubblico, autonomo, guidato ovviamente dalle direttive del ministero della Salute. E la buona notizia, data in prima persona dal dottor Antonio Addis, direttore generale del settore informativo dell’Aifa, è che la lunghissima gestazione di nuovi ‘bugiardini'(iniziata quando il titolare del ministero della Salute era Girolamo Sirchia), si avvia al termine. Solo una manciata di mesi,insomma, separerebbe (il condizionale è d’obbligo visto i tempi della burocrazia italiana) i consumatori nostrani dall’avvento di un foglietto con le istruzioni per i medicinali ‘rivisitato’, dice Addis. E «armonizzato con le linee guida da tempo vigenti negli altri Paesi d’Europa». Quindi, scritto con caratteri più grandi di quelli attuali («per i colliri, soprattutto»), riempito con i dati essenziali rigardanti il medicinale, sfrondato dalle decine di stranissime e improbabili patologie ipoteticamente correlate all’uso improprio della molecola. «Alle spalle del nuovo bugiardino – spiega Addis – c’è un lungo lavoro compiuto da un gruppo di esperti di varie discipline: dai sociologi agli specialisti di comunicazione e di norme internazionali.
STUDIATE le maggiori criticità dei nostri foglietti illustrativi, abbiamo lavorato per eliminarle. Ora le linee fondamentali sono pronte, e vanno confrontate con le diverse categorie e associazioni, a cominciare da quelle dei consumatori».
Arriva il ‘bugiardino’ a misura di paziente insomma, scritto con parole d’uso corrente come ‘pressione alta’ invece che ‘ipertensione’; con la traduzione esatta di termini sconosciuti ai più, come ‘eziologia’ e ‘eziopatogenesi’; con le avvertenze utili a chi soffre di allergie posizionate bene in vista, e soprattutto immediatamente comprensibili.
«Ora che i farmaci sono in vendita anche nei supermercati e aumenta la popolazione in età avanzata, spesso affidata a badanti straniere – nota il presidente dell’Ordine dei farmacisti di Ravenna, Domenico Dal Re, che è anche nel vertice di Federfarma – la revisione dei ‘bugiardini’ non è più rimandabile».
Secondo gli esperti dell’Aifa, «anche la carta dei foglietti illustrativi va cambiata, perché spesso &e