Sulla testata giornalistica “Iacchitè” del 4 luglio (e riportata anche su Facebook) è stata pubblicata una lettera di un non meglio specificato ISF, che non si firma, e che riportiamo:
Cosenza, informatori scientifici sul piede di guerra: “All’Annunziata possono entrare solo i massoni. Garantisce De Paola”
Egr. Direttore,
scrivo a nome di circa 200 informatori scientifici di Cosenza non iscritti a nessuna associazione.
Volevo raccontarle l’ultima porcata attuata dall’attuale direttore sanitario Dr. Salvatore De Paola e dal
presidente dell’associazione Fedaiisf Dr. Lello Esposito.
Deve sapere che per disposizioni dovute al Covid, a migliaia di cosentini non è consentito entrare in ospedale per fare visite, tranne per visite urgenti. Quindi tanti medici ed infermieri continuano dal 6 marzo ad oziare, nei vari reparti, e soprattutto a prendere stipendi senza fare niente, ma la cosa altrettanto grave è che, essendo la nostra categoria di informatori scientifici pagata per lavorare nelle strutture, ad un gruppo elevato di noi non è consentito entrare perché non siamo iscritti ad una associazione ufficialmente non riconosciuta, ma soprattutto ad una associazione filomassonica politica (circa 30 iscritti).
Il dottor Esposito, presidente di tale associazione, ha deciso insieme al Dr. De Paola, direttore sanitario, di far entrare questi 30 informatori con una lista comunicata all’Azienda Sanitaria e non fare entrare altri 200 informatori, con famiglie a carico e rischio di licenziamenti dalle aziende farmaceutiche, in un luogo pubblico aperto a tutti, per agevolare con beghe politiche e massoniche solo questi trenta iscritti e minacciando noi non iscritti a non farci più entrare in ospedale con rischio di perdita dei posti di lavoro .
La ringrazio da ora per la sua gentilezza.
Lettera firmata”
Sorpreso e stupito il collega Esposito ha così ribattuto con una lettera all’organo mediatico che la pubblicava così:
“Cosenza, informatori scientifici. Diritto di replica all’associazione Fedaiisf”
Egr. Direttore,
sono Lello Esposito, presidente di FEDAIISF Cosenza, nonché correo delle “carognate” perpetrate ai danni di altri colleghi, in responsabilità condivisa col dott. De Paola.
Non le nascondo il profondo senso di imbarazzo che mi pervade, mentre le scrivo questa lettera. Ho quasi 70 anni e mai, dico mai, mi sono visto costretto ad elencare dei fatti a difesa della mia persona e dell’Associazione che ho l’onore di rappresentare, la quale consta di 76 iscritti.
La mia onestà intellettuale e la mia moralità sono note a tutti coloro che hanno incrociato la mia vita e, mi creda, non sono pochi.
Colgo l’occasione, a partire dall’articolo precedentemente pubblicato, per rendere manifesto quanto verificatosi qualche giorno fa, durante l’incontro avuto col dott. De Paola, al quale ha presenziato anche la mia collega, dott.ssa Deborah Malizia.
Le premetto che, dopo aver svolto per oltre 30 anni la professione di informatore scientifico del farmaco, sono attualmente in pensione. Tuttavia, continuo ad onorare l’incarico di presidente dell’Associazione sopradetta, a titolo gratuito, perché ritengo un dovere morale l’essere a servizio dei miei colleghi, specialmente quelli più giovani.
L’Associazione, ufficialmente riconosciuta, è aperta a tutti gli informatori. Il costo partecipativo è irrisorio: ammonta, infatti, a circa 35 euro annuali. Io stesso, più volte, ho sollecitato i miei colleghi non iscritti a farne parte.
La nostra è una professione che, ahimé, spesso viene fraintesa e stigmatizzata. Di continuo, infatti, non viene riconosciuta dignità al nostro ruolo in ambito sanitario: siamo noi le figure deputate ad informare e aggiornare il medico, circa le caratteristiche e l’evoluzione dei farmaci che presentiamo.
Da qui, l’importanza e la necessità dell’associazionismo: uniti e numerosi, possiamo tutelarci e rendere consapevoli i cittadini della rilevanza del lavoro da noi svolto.
Vengo ai fatti. In qualità di presidente e pertanto di delegato, ho avuto un colloquio con il dott. De Paola, al fine di poter ripristinare l’accesso degli informatori scientifici all’interno del nosocomio cosentino, durante l’emergenza Covid ancora in atto.
Mi è stato dunque chiesto quanti informatori fossero presenti sul territorio, avendo l’Azienda Ospedaliera la necessità oggettiva di regolamentarne in maniera precisa ed inequivocabile gli accessi, così da consentire anche agli stessi informatori di organizzare gli itinerari lavorativi giornalieri.
Ho potuto fornire numeri e nominativi precisi dei membri iscritti all’associazione, appunto perché quantificabili. Tuttavia, ho specificato che ad agire sul territorio fossero molti di più e che i non iscritti presentavano la stessa necessità degli iscritti, di accesso all’Ospedale, essendo tutti informatori scientifici.
Non mi è stato possibile fornire nominativi precisi circa i non iscritti poiché, non esistendo un albo per la nostra professione (obiettivo che cerchiamo di perseguire, tramite FEDAIISF), non posso essere a conoscenza dell’identità di tutti i colleghi che svolgono questo lavoro.
In sintesi, dal momento che era necessaria la calendarizzazione degli accessi ospedalieri, data l’emergenza Covid, ho fornito l’elenco di nomi di cui sono in possesso, ovvero quello degli iscritti all’associazione. Ma ho ribadito, comunque, che questa esigenza era condivisa anche dai non iscritti.
Questi i fatti, per i quali la collega dott.ssa Malizia è disposta a fornire la sua testimonianza.
Nell’articolo pubblicato, veniamo definiti come appartenenti ad un’associazione filomassonica politica. Mi domando cosa la trasparenza e la precisione, di cui sono stato garante, abbiano a che vedere con la massoneria e, ancor di più, con una certa politica da cui da sempre ho preso e continuo a prendere le distanze.
Domando altresì al collega, autore della lettera pubblicata su Iacchitè, se il suo agire è rispondente ai principi della correttezza, da me praticati. Le confesso che quest’ultimo interrogativo mi sconcerta e addolora al contempo, dal momento che chi diffama un’associazione (nata per tutelare la professione) e la mia persona, dequalifica e svaluta l’importanza e il ruolo dell’informazione scientifica, in un momento per noi estremamente delicato.
Di questi tempi bisognerebbe aggregarsi, non demolirsi. Proprio perché tutti i colleghi vivono una grande incertezza in merito al futuro lavorativo.
Tanto dovevo, al lavoro di tutti i miei colleghi, e sono tanti, deontologicamente corretti.
Cordiali Saluti
Lello Esposito”
N.d.R.: ineccepibile la lettera di replica del collega Esposito alle deliranti, paranoiche e non dimostrate accuse di “lettera firmata”.
Da quanto esposto è tutto facilmente verificabile: non è vero che Fedaiisf Cosenza ha 30 iscritti, non è vero che Esposito parlava solo per conto di 30 iscritti, del tutto fantasiosa e priva di fondamento e ovviamente non dimostrabile l’appartenenza massonico-politica di chicchessia, ci manca solo il complotto pluto-giudaico-massonico, il 5G, Bill Gates, e altre amenità del genere.
In questa sede vogliamo solo aggiungere che esiste un reato di diffamazione in cui il soggetto attivo è senza dubbio costituito dall’autore della pubblicazione dalla quale deriva l’offesa. Il codice penale, però, oltre alla responsabilità dell’autore, prevede l’attribuzione dell’addebito anche in capo ad altri soggetti: il direttore o il vice-direttore responsabile, che omette di esercitare il controllo necessario a impedire che col mezzo della pubblicazione siano commessi reati (art. 57 c.p.) e nel caso di organo non periodico, se l’autore della pubblicazione è ignoto o non imputabile, all’editore, ovvero, se l’editore non è indicato o non è imputabile, allo stampatore (art. 57bis c.p.).
Sarà bene che i responsabili di Iacchitè prendano i dovuti provvedimenti
Nota: dalle Linee Guida della Conferenza delle Regioni
“Le Regioni possono provvedere alla emanazioni di disposizioni per la costituzione, a livello provinciale, aziendale o inter-aziendale o regionale di apposite commissione dove, indicativamente, dovrebbero essere rappresentati :
– L’Ordine dei medici;
– L’Ordine dei farmacisti;
– I Medici di medicina generale;
– I Pediatri di libera scelta;
– I medici dipendenti del SSN;
– L’azienda Sanitaria ;
– Farmindustria;
– Le associazioni degli informatori scientifici;
A dette commissioni deve essere demandata, ad integrazione della informazione scientifica prodotta dall’industria farmaceutica, la programmazione e realizzazione, anche in collaborazione con l’industria farmaceutica, di incontri, con tutti i sanitari che operano nel bacino di utenza, su specifici temi legati all’impiego dei medicinali”. Fedaiisf, associazione di ISF, è del tutto legittimata a rappresentare la categoria degli ISF cosa che non è “lettera firmata” che può parlare solo a titolo personale