In evidenza il nodo farmaci innovativi. Il decisore politico tra fabbisogno assistenziale e contenimento della spesa
lunedì 19 gennaio 2015 di Redazione AboutPharma and Medical Devices
Sono 1.436 i milioni di euro che nel 2013 gli italiani hanno versato nelle casse dello Stato per acquistare i farmaci prescritti con la ricetta “rossa”, ovvero quelli a carico del Servizio sanitario nazionale (Ssn). Una cifra pari all’1,3% della spesa sanitaria corrente complessiva. Con una media pro capite di circa 24 euro (di cui 9 per ticket sulle ricette). Nel periodo 2009-2013, a fronte di un incremento del numero di ricette del 6,3%, gli importi versati dai cittadini per ticket e compartecipazione al prezzo di riferimento del farmaco sono aumentati del 66,6%. A scattare la fotografia è la relazione della Corte dei Conti nella sezione sanità della relazione finanziaria per il 2013 sugli enti territoriali con cui chiude il ciclo annuale della propria attività referente.
La relazione evidenzia una contrazione della spesa sanitaria nell’ultimo triennio dovuta a un abbassamento delle spese di personale e della spesa farmaceutica convenzionata. E conferma l’efficacia delle misure di contenimento della farmaceutica territoriale e la difficoltà a contenere quella ospedaliera. Secondo il report, i dati parziali relativi all’anno in corso confermano il costante aumento della spesa farmaceutica ospedaliera (+2,64% nel triennio 2011-13, +24% nei primi sette mesi del 2014 rispetto all’analogo periodo 2013), che potrebbe incidere negativamente sugli equilibri finanziari dei Servizi sanitari regionali. I farmaci innovativi, che sono uno dei fattori determinanti l’incremento della spesa farmaceutica ospedaliera, “generano un ulteriore fabbisogno assistenziale – sottolinea la Corte dei Conti – rispetto al quale si pone, per il decisore politico, il problema di un attento e non facile bilanciamento tra esigenze di contenimento della spesa e soddisfacimento della richiesta di tutela della salute sulla base degli ultimi ritrovati. Questo potrebbe comportare la necessità di adottare provvedimenti che tengano conto di questo peculiare profilo, al fine di rimodulare adeguatamente la politica della spesa farmaceutica”.
Il sistema sanitario nel suo complesso, malgrado persistenti criticità dei Servizi sanitari regionali in alcune Regioni sottoposte a piano di rientro, sta riassorbendo i disavanzi pregressi grazie agli efficaci meccanismi di monitoraggio.
“Un miglioramento dei risultati – suggeriscono i magistrati contabili – potrà senz’altro essere conseguito incrementando, attraverso il monitoraggio attivo delle prescrizioni, i controlli su consumi e inappropriatezza, per i quali è però necessario che Stato e Regioni completino le infrastrutture informatiche necessarie a implementare il sistema tessera sanitaria. Al riguardo, è importante che sia data tempestiva attuazione – avvertono – al Patto per la sanità digitale”, previsto dall’articolo 15 del nuovo Patto per la Salute per gli anni 2014-2016, “e al Piano di evoluzione dei flussi del Nsis, che è lo strumento di programmazione degli interventi sui sistemi informativi indispensabili al monitoraggio dei Lea e dei relativi costi”.
Notizia correlata: Le raccomandazioni della Corte: “Centrali d’acquisto, prevenzione e assistenza territoriale”