Il presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione (Anac) apre a Roma il 25esimo convegno nazionale degli ingegneri clinici (Aiic). E sugli appalti per le tecnologie sanitarie avverte: “Alle amministrazioni serve il know-how per scelte consapevoli, accorte, documentate e trasparenti”
Redazione AboutPharma – 10 maggio 2018
L’innovazione tecnologica in sanità corre veloce, ma le amministrazioni che acquistano queste innovazioni non sempre si fanno trovare preparate. Una “asimmetria” di competenze che amplifica il rischio di “sprechi e corruzione” nell’acquisizione di tecnologie sanitarie attraverso gli appalti. È la tesi di Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione (Anac), che oggi a Roma ha aperto il 25esimo congresso nazionale dell’Associazione italiana degli ingegneri clinici (Aiic).
Carenza di know-how
“Le nuove tecnologie applicate al mondo della sanità – spiega Cantone – pongono sfide ma anche rischi dal punto di vista delle conseguenze criminali. Non sempre infatti il settore della sanità è all’altezza di sfide tecnologiche implicite nell’acquisto di apparecchi avveniristici e questo fa sì che non sempre i risultati siano corretti sul piano degli acquisti. È evidente che spesso all’amministrazione manchi di un know-how”. Secondo Cantone servono soprattutto competenze “per realizzare appalti secondo scelte consapevoli, accorte, documentate, trasparenti”. In questo contesto, agli ingegneri clinici dovrebbe spettare un ruolo di garanzia: “Gli ingegneri clinici sono chiamati a farsi parte virtuosa, perché hanno know-how, strumenti di conoscenza e formazione adatta a supportare le amministrazioni in questa sfida”.
Ssn a rischio “distruzione”
“Il primo effetto della corruzione e della mancata trasparenza – avverte Cantone – è la distruzione stessa del Ssn, inteso come valore e sistema in grado di assicurare una sanità di qualità a tutti i cittadini”. Il numero uno di Anac sottolinea l’appetibilità del sistema sanitario per il malaffare: “Il settore della sanità ha un enorme disponibilità di denaro e per questo è inevitabilmente obiettivo di chi non vive in onestà e trasparenza. La corruzione è il primo e più profondo attacco all’esistenza stessa del nostro Servizio sanitario nazionale”. E dove si muovono i flussi di denaro, crescono gli interessi della criminalità organizzata: “Abbiamo molti elementi – ricorda il presidente dell’Anac – che giustificano l’affermazione che la sanità è pervasa da problemi di corruzione e da pesanti infiltrazioni della criminalità organizzata, visto che dove ci sono soldi e dove si gestiscono i rapporti con i cittadini, si gestisce il consenso. Le organizzazioni criminali hanno bisogno proprio del consenso. Mafia, camorra e ‘ndrangheta hanno bisogno che le popolazioni riconoscano la loro forza e la sanità è uno dei territori su cui si costruisce questo riconoscimento”.
I numeri della corruzione in sanità
Da Cantone, però, anche un invito alla prudenza su numeri e stime “eclatanti” che circolano sulla consistenza del fenomeno corruttivo in sanità: “Non ci sono cifre e rapporti chiari, non ci sono dati affidabili e credibili. Quando si legge di decine di miliardi volatilizzati in corruzione dobbiamo sapere che anche queste news sono bufale e leggende metropolitane. Allarmismi che non contribuiscono forse a concentrarsi davvero sul problema”.
Lorenzin: “Negli ultimi anni introdotti strumenti importanti”
A margine del convegno Aiic, il ministro della salute, Beatrice Lorenzin, ha ricordato alcune iniziative messe in campo negli ultimi anni per la trasparenza in sanità: “Contro la corruzione in sanità abbiamo messo in campo in questi anni nuovi e importanti strumenti. Uno è la legge sulla nomina dei direttori di Asl e ospedali, che prevede una selezione altamente meritocratica e ha tra gli elementi di decadenza dall’incarico la inottemperanza delle liste d’attesa. L’altra è l’inserimento di un responsabile dell’anti-corruzione all’interno delle strutture sanitarie, cosa che ha creato una rete attiva di persone deputate ad affrontare il problema”. Se è vero che il Ssn è “vulnerabile”, è anche vero che – concluso il ministro – è il sistema “più controllato e monitorato della pubblica amministrazione”.
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