In occasione della giornata mondiale dedicata all’omeopatia, ripubblico il commento uscito ieri su Repubblica-Salute che ha dedicato un ampio servizio alla medicina complementare.
Ognuno può pensare ciò che vuole dell’omeopatia. Però tutti, e in primo luogo i ricercatori, i medici, gli informatori, dovrebbero prendere atto che milioni di italiani si curano con questa medicina. Se lo fanno non è perché hanno un rapporto fideistico con essa (come dicono i detrattori, equiparandola alla magia o al credo religioso), ma perché la ritengono efficace. Inoltre – come scriviamo da oltre un decennio – non va considerata “alternativa”, bensì non convenzionale o complementare. Da tempo infatti si sta affermando la nuova medicina. Si chiama “integrata”, che può contare già su un ospedale (a Pitigliano, in Toscana) e su tanti ambulatori, dove si applica il doppio binario: in questi luoghi di salute pubblica, non si persegue solo una ma più opzioni di cura. Oggi il nuovo medico, laureato e poi specializzato in omeopatia, ha a propria disposizione più terapie: in scienza e coscienza sceglierà la cura migliore per il malato. È il pluralismo scientifico a indicargli la strada. Che per l’omeopatia è ancora lunga, perché la ricerca dovrà dare più risposte sulla sua validità. Anche se i denigratori continueranno comunque a trattarla come stregoneria.
10 apr 2013 – Guglielmo Pepe – Repubblica.it