• il coordinatore Aft diventa figura con competenze ad hoc con la quale l’Asl assicura la governance dei comportamenti dei mmg e la loro interazione con altri professionisti
• è l’Aft (e non il medico nell’Aft) a erogare le attività in convenzione. «Non si perde il rapporto fiduciario ma si introduce una novità strutturale – sottolinea Corti – accanto all’attività del suo medico il paziente si ritrova disponibili processi di presa in carico che da solo il curante non potrebbe assicurare, ad esempio la somministrazione di anticoagulanti».
Per Giampietro Chiamenti leader Fimp «il documento è una base dalla quale iniziare finalmente il confronto con Sisac e contiene vari punti coerenti con quanto da noi chiesto». Oltre al passo indietro sull’uso delle risorse destinate alle Aft, con cui si mantiene “inalterato l’attuale livello retributivo del pediatra”, Chiamenti plaude alla valorizzazione delle Aft come livello organizzativo di base, alla possibilità per i pediatri di parteciparvi in forma sia singola sia associata, alla qualificazione di pediatri e mmg come liberi professionisti in rapporto convenzionale con il Ssn, alla conferma della capillarità dell’assistenza pediatrica e dei suoi livelli organizzativi, alla «realizzazione in subordine delle Uccp demandata a Regioni ed Asl prevedendo apposito finanziamento». Tutti contenti? No, per la medicina generale non firma Snami, mentre dallo Smi arriva una «firma fortemente critica».
Mauro Miserendino – Venerdì, 06 Marzo 2015 – Doctor33
IL DOCUMENTO
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Testa (Snami): “Non firmare è stato un dovere morale verso i colleghi”. La madre di tutti gli errori a catena rimane la legge Balduzzi. Un passo verso il baratro che attende la figura del medico di famiglia.
La Medicina generale si spacca sull’atto d’indirizzo: Snami dice no, Smi critico
Strada in discesa ma non del tutto per la convenzione di medicina generale. Se la Fimmg (con Intesa Sindacale) ha firmato con governo e regioni il documento integrativo dell’atto d’indirizzo che mitiga l’impatto economico sui medici della costituzione delle nuove aggregazioni funzionali-Aft, il sindacato Snami ha detto no, mentre lo Smi ha apposto una “firma critica”. Entrambi i sindacati contano di proseguire le loro battaglie in Sisac. Per Angelo Testa, presidente Snami non è vero che il documento non danneggi i medici organizzati in rete e in gruppo o con personale e percettori dei relativi incentivi. «Permane il nefasto intento di finanziare Aft e Unità complesse di cure primarie-Uccp con le indennità oggi percepite da chi, anticipando i tempi, si è già di fatto organizzato investendo e migliorando il servizio». Per il vice Francesco D’Accardi, «l’accenno alla quota da riferire ai fattori di produzione appare vago e non dirimente e sul ruolo unico assistenza primaria-continuità assistenziale restano le criticità attuative che lo Snami da tempo espone. La madre di tutti gli errori a catena rimane la legge Balduzzi». Il vicesegretario Salvatore Santacroce punta il dito contro la spersonalizzazione del servizio che si realizza nell’Aft. «Come pensare che un medico sottopagato e forzato a lavorare con modalità che non condivide si faccia carico di tutte le conseguenze etiche e medico-legali inerenti la gestione di un paziente che non conosce e che preferisce recarsi in Pronto soccorso, dove riceve un trattamento “completo”, pagando un unico ticket molto inferiore a quanto pagherebbe seguendo il percorso normale?» L’altro vicesegretarioNino Grillo rileva infine che nel documento, «emergenza territoriale e medicina dei servizi sono stati di fatto stralciati. Si toglie un’ulteriore possibilità di coordinamento» e si resta in balia di regioni ed Asl.
Pina Onotri, segretario generale dello Smi, ammette che ci sono «modifiche importanti all’atto d’indirizzo per la specialistica ambulatoriale e per la pediatria, ma per la medicina generale restano importanti punti controversi. Tra le noti dolenti il nodo del finanziamento delle Aft e le modalità di costituzione e governance delle stesse. Va poi respinto il riferimento alle “sperimentazioni in atto in alcune Regioni”, viste le storture a danno di continuità assistenziale e 118 fatto in alcune realtà come la Toscana». Restano irrisolti nodi quali l’uso delle risorse grazie alle buone pratiche in medicina generale «e si elude il nodo dell’assenza di fondi adeguati a finanziare la riorganizzazione del territorio; infine si disciplinano a livello generale solo le Aft, mentre le Uccp (multi professionali, ndr) sono demandate alle regioni con un finanziamento interno al Ssn e non a carico della convenzione». Alla Sisac Smi avanzerà delle proposte, «a partire dalla necessità di prendere a modello realtà regionali virtuose come quella veneta, dove è stato recentemente firmato un accordo, con risorse adeguate, per la medicina di gruppo funzionale, con una grande centralità dei Mmg». Nel quadro parzialmente negativo, c’è spazio per il commento positivo di Cosimo Trovato leader degli specialisti ambulatoriali di Smi-Fespa: «L’accordo riconosce la nostra specificità di settore nelle Aft dedicate, il rapporto di parasubordinazione , lo spostamento parziale dei fondi regionali stanziati per l’ospedale a finanziare il territorio».