Molta industria finanzia congressi e campagne di informazione che in realtà mascherano vera e propria pubblicità.
Più pubblicità che ricerca: il fatto che la maggior parte delle multinazionali del farmaco investano generalmente più sul marketing che non sulla ricerca è un dato sostanzialmente noto da tempo e oggi viene confermato dallo studio pubblicata sulla rivista Plos Medicine. Su questo punto, inutile dirlo, le dinamiche seguono le leggi di mercato, in Italia come negli Stati Uniti. Ma perché la realtà sia quanto più vicina agli interessi della salute pubblica e non mascherata o ambigua è indispensabile che si realizzino due condizioni: primo, che la ricerca venga finanziata anche da agenzie indipendenti; secondo, che la promozione fatta dalle industrie sia pubblicità assolutamente esplicita.
In Italia il ministero della Salute attraverso l´Aifa (l´Agenzia italiana del farmaco) finanzia un grosso numero di ricerche in campo farmacologico attraverso un processo di valutazione dei progetti di ricerca trasparente e ampio utilizzando come fondi proprio una parte di quei soldi che le industrie hanno investito nella pubblicità. Esiste dunque nel nostro Paese una sorta di meccanismo virtuoso per cui una percentuale delle spese destinate dai privati alla promozione del farmaco viene dirottata su un fondo utilizzato dall´Aifa per sponsorizzare la ricerca indipendente. L´anno scorso, per esempio, sono state inviate all´agenzia 454 lettere di intenti, cioè proposte di progetti di ricerca, e di queste ne sono state selezionate 99 che avevano una particolare rilevanza per il servizio sanitario nazionale. Una commissione internazionale di esperti le ha valutate a una a una e ha stabilito una graduatoria di quelle più meritevoli. Infine l´Aifa ne ha finanziate 51, per un totale di oltre 30 milioni di euro. Questo sistema assolutamente innovativo è italiano e credo unico in tutto il mondo.
Nessuno mette in discussione che l´industria privata possa investire in pubblicità e possa farlo nella misura che ritiene più giusta. Il nocciolo della questione è la trasparenza di questa pubblicità perché spesso si tende a creare un equivoco tra quello che è l´aspetto di pura promozione e l´aspetto invece informativo. Molta industria finanzia congressi e campagne di informazione che in realtà mascherano vera e propria pubblicità. Noi medici quando parla un opinion leader non sappiamo se il giudizio che dà è un giudizio indipendente oppure se è condizionato in qualche modo dai finanziamenti che ha ricevuto dall´industria farmaceutica. Per questo serve più trasparenza e un sistema che garantisca l´informazione corretta.
(Testo raccolto da Ottavia Giustetti) La Repubblica del 08/01/2008 , articolo di MARCO BOBBIO ed. Nazionale p. 27
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