Con le nuove norme se sei ministro della Sanità e tua moglie ha un’azienda farmaceutica, scatta il conflitto. Già da martedì della prossima settimana la Camera inizierà a votare, dopo l’ultimo passaggio previsto oggi in commissione. Oltre alle polemiche di M5S e FI, qualche dubbio viene sollevato anche in area Pd.
Le nuove regole varranno per i membri del governo, ma anche per i parlamentari, i membri delle giunte regionali e i consiglieri regionali. “Con queste norme – riassume il relatore Francesco Sanna, Pd – il Berlusconi del ’94 non avrebbe potuto candidarsi, se non cedendo le sue imprese a un blind trust. Il conflitto di interesse riguarderà anche i proprietari reali delle imprese e non solo gli amministratori”. Cambia, inoltre, l’Antitrust, che farà un controllo preventivo e che avrà 5 membri, 3 eletti dalla
La minoranza Pd chiede di più, ma non si smarca. Gianni Cuperlo spiega: “Ci sono cose da migliorare, ma siamo sulla strada giusta. Il dato di fondo è che finora si doveva dimostrare che un dato atto di governo produceva un conflitto di interessi, con le nuove norme se sei ministro della Sanità e tua moglie ha un’azienda farmaceutica, scatta il conflitto”. In aula, comunque, la sinistra Pd proverà a correggere alcuni punti. Per esempio, spiega Andrea Giorgis, “serve la nullità degli atti in conflitto di interessi, come era all’inizio. La multa prevista ora non basta”. Allo stesso modo “i parenti di secondo grado dei membri del governo devono presentare dichiarazione patrimoniale, altro che questioni di privacy come dice qualcuno…”. Drastico Danilo Toninelli (M5s): “E’ una legge che è la sorella maggiore di quella di Berlusconi”.
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N.d.R.: ricordiamo che abbiamo avuto un Ministro della Salute la cui moglie era Direttore Generale di Farmindustria. E non provava un minimo di imbarazzo o di vergogna!