Archivio Storico

Con digitalizzazione risparmio di 15 miliardi anno, ma Italia non investe

La digitalizzazione è la chiave della sostenibilità economica del sistema sanitario eppure il budget dedicato è in calo e mal distribuito: 1,23 miliardi di euro nel 2012, -5% rispetto al 2011 e appena 21 euro per abitante, la metà rispetto a Francia e Gran Bretagna. Sono questi alcuni dei dati messi in evidenza dalla Ricerca 2013 dell’Osservatorio Ict in sanità della School of management del Politecnico di Milano, che segnala anche che con la digitalizzazione si potrebbe ottenere «un risparmio di 6,8 miliardi di euro l’anno per le strutture sanitarie e 7,6 miliardi di euro l’anno per i cittadini», per un totale di 15 miliardi circa. Qualche esempio: grazie alle tecnologie a supporto della medicina sul territorio e dell’assistenza domiciliare si potrebbero risparmiare circa 3 miliardi con la de-ospedalizzazione di pazienti cronici, altri 860 milioni arriverebbero dalla riduzione di ricoveri dovuti a errori evitabili attraverso sistemi di gestione informatizzata dei farmaci; 1,37 miliardi si potrebbero risparmiare con la Cartella clinica elettronica, 370 milioni con la consegna dei referti via web e un miglior utilizzo degli operatori dello sportello e, infine, 160 milioni con la prenotazione online delle prestazioni. I vantaggi ci sarebbero anche per le tasche dei cittadini: 7,6 miliardi di euro risparmiati di cui 170 milioni di euro con la gestione informatizzata dei farmaci, 4,6 miliardi con i servizi di ritiro e download dei documenti clinico-sanitari via web; 2,2 miliardi da soluzioni di telemedicina e assistenza domiciliare; 640 milioni di euro con la prenotazione via web e telefonica delle prestazioni. Secondo Mariano Corso, responsabile scientifico dell’Osservatorio, i benefici potenziali che ne possono derivare «sono troppo importanti per non sviluppare immediatamente un piano di interventi» ma, aggiunge «occorre abbandonare il pregiudizio che in sanità le nuove tecnologie siano un lusso: l’innovazione digitale è la principale leva su cui lavorare per rendere la qualità dei servizi compatibile con la loro efficienza e sostenibilità economica». Un piano del genere, prosegue Corso, «è oggi una priorità assoluta per il rilancio del Paese e un suo sviluppo sociale ed economico sostenibile. È importante creare tavoli di lavoro a livello aziendale, regionale e nazionale, a cui affiancare una maggiore capacità di governance complessiva a livello nazionale»

S.Z. – 8 maggio 2013 – DoctorNews33

 

 

 

 

Articoli correlati

Pulsante per tornare all'inizio
Fedaiisf Federazione delle Associazioni Italiane degli Informatori Scientifici del Farmaco e del Parafarmaco