Secondo quanto riporta l’emittente americana CNBC, Amazon è interessato alla vendita di farmaci online. La decisione arriverà entro la fine di novembre. Lo sviluppo del progetto si protrae da diverso tempo e considerata la delicatezza del mercato, sta valutando con estrema attenzione ogni possibilità. Inoltre, lo scorso anno Amazon ha assunto e collaborato con numerosi consulenti del mondo della farmacia per studiare una strategia ideale. Vendere medicinali permetterebbe al colosso del commercio elettronico di accedere a un mercato che fattura 560 miliardi di dollari ogni anno negli Stati Uniti.
La vendita online di farmaci dovrebbe cominciare prima in America e poi potrebbe estendersi anche in Europa
Per ora non è chiaro se l’eventuale vendita dei farmaci verrà organizzata su una sezione a parte del portale Amazon o se quest’ultima agirebbe in funzione di intermediario per le case farmaceutiche, considerato che la catena di approvvigionamento di farmaci è particolarmente complessa e ci sono ostacoli normativi e concorrenza forzata. La vendita online di farmaci dovrebbe cominciare prima in America e poi potrebbe estendersi anche in Europa. Secondo il parere di CNBC, ci vorrà un anno o due prima che l’azienda possa annunciare la nuova attività e, inizialmente potrebbe collaborare come strumento per avvantaggiare le farmacie piuttosto che occuparsi direttamente della consegna di farmaci. Amazon vende già prodotti medici online come garze e termometri e ha anche un team chiamato 1492 che si occupa di progetti hardware e software, come lo sviluppo di applicazioni sanitarie per Echo e Dash. Il suo servizio cloud, Amazon Web Services, continua a dominare il mercato della salute e delle scienze biologiche. Amazon è una delle piattaforme di commercio elettronico statunitense con sede a Seattle, nello stato di Washington, più grandi al mondo. Essa è divisa in marketplace ovvero in negozi online in cui gli utenti di ogni nazione possono fare i loro acquisti giornalmente.
Mercoledì, 01 Novembre 2017 – socialfarma
Amazon fa tremare le farmacie americane
La farmacia potrebbe essere il prossimo eldorado per Amazon. Il colosso americano dell’e-commerce guarda adesso al mercato delle medicine su prescrizione, un settore molto complesso e altrettanto regolamentato negli Stati Uniti. Secondo quanto risulta a Bloomberg, ripreso da Le Monde, il gigante delle vendite online ha ottenuto delle licenze di grossista in almeno 13 stati americani, alcune quest’anno, altre nel 2016.
Il gruppo di Seattle (stato di Washington) non ha ancora rivelato nulla della propria strategia al riguardo, ed è probabile che su questa questione deciderà intorno al 23 novembre, secondo quanto ha fatto sapere il canale televisivo Usa, Cnbc, senza rivelare la fonte. E comunque i rumors hanno avuto effetti sui titoli in borsa relativi alle catene di farmacie come Cvs Health, Walgreens, Rite Aid, che hanno un proprio sito di vendita online.
L’affare è grosso. Gli ultimi dati divulgati dal governo americano indicano che le spese per i farmaci da prescrizione hanno sfiorato i 325 miliardi di dollari nel 2015 (all’incirca 280 miliardi di euro) con una crescita del 9% sul 2014. Ma catturare i pazienti non è per niente semplice in un paese dove le assicurazioni sanitarie non obbediscono a nessuna regola universale. La maggioranza degli americani ha un’assicurazione privata con contratti negoziati dai loro datori di lavoro. I trattamenti erogati dall’assicurazione dipendono da un terzo soggetto, i cosiddetti pharmacy benefit managers (Pbm), degli intermediari che hanno il compito di stabilire una lista dei farmaci che saranno rimborsati. I prezzi sono liberi negli Stati Uniti e figurano tra i criteri di selezione. I Pbm trattano degli sconti con le società farmaceutiche e le farmacie spesso in cambio di una esclusiva. I pazienti ricchi o poveri sono coperti da due programmi di assicurazione pubblica, ma per i medicinali devono passare anche per le Pbm.
Amazon non parte da zero, perché già vende farmaci ordinati senza ricetta come gli antidolorifici, quelli contro le allergie e per il raffreddore. La concorrenza fra i marchi è senza pietà. Bayer, per esempio, ha parlato di effetto Amazon per spiegare il calo delle vendite. Sul sito di Amazon una scatola di 300 compresse di aspirina costa 12,38 dollari e questo inevitabilmente fa calare i prezzi.
Tuttavia, questa strategia già applicata da Amazon con i libri, abiti, elettronica non si può trasferire ai farmaci con la ricetta. E Amazon sa che in questo campo non si può improvvisare. Per sbarrargli la strada le società Usa del settore vorrebbero bloccare tutti i link della catena distributiva. Amazon ha diverse strade davanti a sé per fare concorrenza a questi gruppi di fuoco: allearsi con un Pbm, o scegliere di imparare il mestiere all’antica aprendo farmacie nei magazzini. A giugno ha acquistato per 13,7 miliardi di dollari (11,7 mld di euro) la catena di supermarket bio Whole Food Market e potrebbe installarvi delle farmacie.
Giovanni Galli