Cologno Monzese, Janssen vuole lasciare a casa 57 dipendenti: la mobilitazione dei lavoratori
La multinazionale farmaceutica ha avviato la procedura di licenziamento per 57 dipendenti. I sindacati protestano contro una decisione motivata da scelte di riorganizzazione: “L’azienda fattura oltre il miliardo di euro. Non può nascondersi dietro problemi economici”. Nel report presentato in occasione dell’ultima edizione dei Dialoghi del Nord Milano, la Janssen aveva ottenuto il secondo posto in classifica come azienda performante del territorio nordmilanese
nordmilano 24 – 21 aprile 2023
Con un fatturato che supera il miliardo di euro la Janssen Cilag Spa di Cologno Monzese, azienda leader in campo farmaceutico del gruppo Johnson&Johnson, sembrerebbe godere di ottima salute. Eppure questo non ha impedito di avviare la procedura di licenziamento collettivo per 57 dipendenti, sui circa 600 in organico nella sede alle porte di Milano, tra informatori scientifici – 31 quelli messi alla porta – e personale impiegatizio a vari livelli.
Nella mattinata di ieri la mobilitazione dei lavoratori, indetta dai sindacati confederali di categoria, davanti alla sede di via Buonarroti 23 dove, dal 1975, vengono seguiti i progetti di ricerca e sviluppo dell’azienda specializzata nella produzione di farmaci salvavita, soprattutto antitumorali ed ematici, che ha dato il suo contributo nella campagna vaccinale producendo vaccini contro il Covid. La pioggia battente non ha dissuaso i lavoratori dal presidiare i cancelli per manifestare il dissenso contro una decisione motivata dall’avvio di un processo di riorganizzazione aziendale. Una scelta considerata inaccettabile dai sindacati: “L’azienda è in salute come dimostra il fatturato di oltre 1 miliardo di euro – spiega Rino Fresca, segretario della Femca Cisl di Milano -, dunque non può nascondersi dietro problemi economici”. Tanto più che recentemente, dicono i sindacati, l’azienda ha assunto 18 giovani e risultano in organico 31 addetti con contratto di somministrazione.
Comprensibile la preoccupazione tra i lavoratori in presidio: “Lavoro qui da 22 anni ed è la prima volta che si verifica una situazione del genere – commenta Francesco Rattini, delegato Janssen Femca Cisl Milano Metropoli -. La cosa che ci lascia delusi è che un’azienda economicamente in salute e in crescita decida di affrontare un processo di riorganizzazione con poca attenzione ai lavoratori, alla loro stabilità e al loro futuro”.
Inutili finora le richieste avanzate dai sindacati alla Janssen di valutare percorsi alternativi al licenziamento collettivo, procedura avviata agli inizi del marzo scorso: “Abbiamo chiesto all’azienda di poter ragionare di uscite incentivate volontarie e di pensionamenti, accompagnando le persone entro due anni a scivoli pensionistici – precisa Fresca -. Non siamo però riusciti a trovare ancora una soluzione e l’azienda si è irrigidita perché vorrebbe gestire questa procedura con gli articolati di legge in modo da stabilire chi mandare via perché ritenuto non più utile”. Dall’avvio della procedura di licenziamento collettivo sono seguiti anche alcuni incontri in Assolombarda, l’ultimo il 12 aprile, che però non hanno sortito l’effetto sperato di un accordo tra le parti.