Il Codacons, associazione a difesa dei consumatori, ha annunciato che avvierà un’azione legale collettiva contro AstraZeneca per tutti i problemi sorti in merito al vaccino anti Covid-19. Possono aderire tutti i cittadini under 60, che avendo ricevuto la prima dose del vaccino AstraZeneca saranno costretti al mix vaccinale. Secondo l’associazione ci sono i presupposti perché i soggetti in questa condizione ottengano fino a 10.000 euro di risarcimento.
Riportiamo Il Comunicato Codacons
VACCINO ASTRAZENECA, STOP AGLI UNDER-60: SCARICA LA DIFFIDA E CHIEDI UN RISARCIMENTO!
I FATTI
Le indicazioni dell’Aifa sull’utilizzo del vaccino Astrazeneca nel corso del tempo sono cambiate più volte: dapprima veniva autorizzato solo per soggetti fruitori fino a 55 anni, poi sospeso in attesa del parere dell’Ema – European Medicines Agency – dopo alcuni episodi di trombosi, quindi raccomandato per gli over 60. L’Aifa stessa è arrivata ad indicare/consigliare il farmaco per i più giovani ritenendo “un utilizzo preferenziale dei vaccini a RNA (Pfizer o Moderna) nei soggetti più anziani e/o più fragili” e “un utilizzo preferenziale del vaccino AstraZeneca, in attesa di acquisire ulteriori dati, in soggetti tra i 18 e i 55 anni, per i quali sono disponibili evidenze maggiormente solide”. Successivamente si cambia rotta: Astrazeneca viene raccomandato per i soggetti over-60 dal Ministero della Salute ritenendo “sulla base delle attuali evidenze, tenuto conto del basso rischio di reazioni avverse di tipo tromboembolico a fronte dell’elevata mortalità nelle fasce di età più avanzate si rappresenta che è raccomandato un suo uso preferenziale nelle persone sopra i 60 anni. Chi ha già ricevuto una prima dose Vaxzevria, può completare il ciclo col medesimo vaccino”. Nel maggio 2021 si assiste all’ennesima inversione di tendenza di Aifa che ritiene “la sicurezza della somministrazione di Astrazeneca nei soggetti di età inferiore a 60 anni rimane un tema ancora aperto e sul quale vi sono margini di incertezza”.
A oggi sono purtroppo numerosi gli eventi avversi, anche letali, riportati dai soggetti fruitori del vaccino Astrazeneca, in particolare quando trattasi di persone minori di 60 anni. E molti illustri luminari hanno messo in discussione, anche pubblicamente, le scelte delle autorità sanitarie per quello che riguarda la vaccinazione agli under-60.
L’INIZIATIVA CODACONS
L’Associazione, pur favorevole ovviamente alla campagna vaccinale per ridurre l’impatto della pandemia Covid-19, ha deciso di intervenire a tutela dei cittadini italiani. Per questo, ha deciso di procedere su due piani distinti.
1) Sul caso della morte di Camilla Canepa, deceduta dopo aver ricevuto la prima dose di vaccino AstraZeneca, abbiamo presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Genova chiedendo di iscrivere nel registro degli indagati il Ministro della Salute Roberto Speranza, il Commissario Francesco Paolo Figliuolo e la Asl competente.
2) Inoltre, mettiamo a disposizione dei cittadini interessati una diffida per chiedere il risarcimento del danno, che contempla tre diverse fattispecie:
A) Il risarcimento del danno non patrimoniale causato dalla paura di ammalarsi per avere ricevuto la somministrazione del vaccino Astrazeneca autorizzato dalle competenti autorità Italiane: trattasi di danno ormai riconosciuto dalla Giurisprudenza da svariati anni in particolare a seguito del noto “caso Seveso” del 1976 (ove il danno morale lamentato da soggetti che provino in concreto attraverso adeguata certificazione medico specialistica con accertamenti sanitari ripetuti nel tempo di avere subito un turbamento psichico di natura transitoria a causa dell’esposizione a sostanze inquinanti è stato riconosciuto risarcibile autonomamente, anche in mancanza di una lesione all’integrità psico-fisica accertata o di altro evento produttivo di danno patrimoniale – Cassazione n. 2515 del 21 febbraio 2002). Tale danno potrà forfettariamente quantificarsi nella misura di euro 10.000.
B) Il risarcimento del danno non patrimoniale-biologico, danno permanente o temporaneo, anche in termini di danno differenziale, riportato per essere stato sottoposto alla vaccinazione Astrazeneca, con riserva di indicazione e quantificazione specifica.
C) L’indennizzo previsto dalla Legge 201/92 a carico dello Stato per essere stato sottoposto a vaccinazione da cui è derivala la menomazione psicofisica permanente da valutarsi e quantificarsi nel prosieguo (da indicare qualora sussistente).
PER ADERIRE
Se sei stato vaccinato con Astrazeneca e appartieni alla categoria under-60, puoi aderire all’iniziativa e scaricare la diffida cliccando qui!
NON SOLO CODACONS
Estratto da Trend on line – 21 aprile 2021
In realtà, questa del Codacons non è l’unica azione legale collettiva che l’azienda farmaceutica deve affrontare in questo periodo. Negli Stati Uniti un’altra class action è stata intentata dagli investitori, che hanno accusato AstraZeneca di aver taciuto sugli eventuali problemi connessi al vaccino, di cui l’azienda sarebbe stata perfettamente a conoscenza.
Vediamo i dettagli di entrambi le azioni legali.
Secondo Codacons ci sono tutti i presupposti per un’azione legale e per la richiesta del risarcimento danni, in primis a causa di tutte le informazioni contraddittorie che sono state diffuse in merito, sia dall’Aifa che dal Ministero della Salute.
In particolare, dal punto di vista tecnico legale vengono richieste, come espresso nel comunicato tre diverse fattispecie di risarcimento.
L’azione legale, come ha sottolineato Rienzi, si focalizza sul danno potenziale da rischio sanitario a cui sono stati esposti i soggetti interessati. Si fa riferimento ad un precedente legale e cioè quanto deliberato dalla Corte d’Assise di Taranto a proposito dell’Ilva, quando 50 cittadini rappresentati dalla Codacons furono risarciti di 5.000 euro ciascuno, solo per danno potenziale e rischio sanitario, anche se non riportavano danni fisici.
In America gli investitori fanno causa ad AstraZeneca
E se il Codacons tenta un’azione collettiva dal punto di vista dei consumatori, un’altra class action è stata intentata contro AstraZeneca da un noto studio legale in USA, Bragar Eagel & Squire, PC, per difendere gli azionisti della casa farmaceutica. Responsabile della class action è il tribunale del distretto meridionale di New York.
A muovere azione legale sono invece gli investitori che hanno acquistato tra il 21 maggio 2020 e il 20 novembre 2020 azioni del vaccino AstraZeneca. Al momento anche per questa azione collettiva le adesioni sono aperte, perché il documento sarà depositato il 26 luglio 2021 e anche in questo caso oggetto delle accuse è il tanto noto vaccino per contrastare l’epidemia di Covid-19.
AstraZeneca è accusata in questa sede di aver nascosto volontariamente agli investitori i problemi relativi al vaccino, tra errori di dosaggio in fase di sperimentazione ed effetti collaterali, di cui era perfettamente a conoscenza.
In cosa consiste dal punto di vista legale la class action americana?
Come tutti sanno AstraZeneca ha collaborato con l’Università di Oxford per sviluppare un vaccino adenovirus contro il Covid-19 (AZD1222).
Il 23 novembre 2020, la casa farmaceutica ha rilasciato un comunicato con cui annunciava i risultati di un’analisi sulla sperimentazione in corso del vaccino. La notizia fece molto scalpore poiché AstraZenecarivelo che nella sperimentazione, la quale avveniva in due diverse località (Brasile e Regno Unito) erano stati usati due diversi dosaggi. Per cui alcuni pazienti avevano ricevuto solo mezza dose e poi una dose intera di richiamo.
Per difendersi dalle accuse AstraZeneca dichiarò che la somministrazione di metà del dosaggio indicato si era rivelata più efficace arrivando ad una copertura contro il Covid-19 del 90%, dove invece con le due dosi complete avevano raggiunto solo il 62%.
La discussione andò avanti e l’azienda rivelo che la causa della differenza dei dosaggi risiedeva in un errore di protocollo e di procedure e non era volontaria.
Ancora, si scoprì che la mezza dose non era mai stata testata su pazienti sopra i 55 anni di età e che anche i tempi erano stati cambiati, cioè molti pazienti avevano avuto la seconda dose dopo la finestra prevista dal protocollo.
Fu a questo punto che le autorità americane scelsero, come fanno ancora oggi, di non autorizzate l’utilizzo di AstraZeneca in USA, e perciò in America questo vaccino non è mai stato approvato.
Tornando agli aspetti finanziari e legali, come effetto di questo le azioni di AstraZeneca ebbero un crollo del 5% in solo tre giorni già nel 2020.
La class action è perciò rivolta a tutti gli azionisti che hanno subito delle perdite e che possono contattare lo studio legale in qualsiasi parte del mondo si trovino per partecipare all’azione legale.
Non è questa la sede per giudicare dal punto di vista medico rischi e pregi di un determinato vaccino: la medicina è qualcosa che deve restare competenza dei medici!
Trattandosi però di un articolo a carattere informativo legale, a onor del vero diremo che tutte le più grandi aziende farmaceutiche hanno alle spalle una o più class action nella loro storia, compresi i concorrenti di AstraZeneca.
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N.d.R.: In questa, come in altre vicende, la cautela nell’esprimere giudizi non è mai troppa. Basti ricordare il caso della falsa correlazione tra la somministrazione del vaccino trivalente MPR (morbillo, parotite, rosolia) e l’insorgenza di patologie come autismo e malattie intestinali sostenute da Andrew Wakefield che si scoprì che era stato pagato per alterare i risultati della ricerca al fine di creare una base scientifica che desse sostegno a una serie di cause giudiziarie intentate da un avvocato nei confronti delle aziende farmaceutiche produttrici dei vaccini per ottenere lauti risarcimenti. Inoltre, si scoprì che lo stesso Wakefield aveva anche brevettato un sistema di vaccini singoli proprio per sostituire il preparato trivalente che, in quella ricerca, aveva additato come causa dell’autismo.
Il Codacons poi non è nuovo a far leva sul facile sensazionalismo, il presunto scandalismo e la pessima reputazione delle aziende farmaceutiche per promuovere se stessa.