Chiavari. Frode sui ticket in farmacia si va verso il rinvio a giudizio
Fedaiisf
Chiavari – La procura della Repubblica di Chiavari si prepara a chiedere il rinvio a giudizio del farmacista sospettato di aver falsificato le firme sulle autocertificazioni per l’esenzione dal ticket. Il titolare dell’attività chiavarese è sospettato di truffa ai danni del sistema sanitario regionale e nazionale. Secondo quanto stimato dai carabinieri del nucleo antisofisticazioni e sanità, coordinati dal pm Francesco Brancaccio, il giro d’affari illeciti ammonterebbe a circa 1.500 euro al mese, per un totale annuo pari a oltre 15 mila euro. Gli inquirenti ipotizzano inoltre che la presunta frode possa essere stata architettata non tanto per assicurarsi introiti ulteriori, quanto per aumentare il valore commerciale della farmacia in vista di una possibile cessione.
Il sostituto procuratore Brancaccio dovrà decidere se chiedere al tribunale di processare il farmacista indiziato o se, piuttosto, prosegurie le indagini. I militari del Nas hanno passato al setaccio centinaia di autocertificazioni e altrettante ricette e non escludono ora il coinvolgimento di qualche medico compiacente. Alcune prescrizioni riguardano farmaci mai assunti dai pazienti, a volte per patologie sconosciute agli stessi destinatari dei medicinali. In altre parole la sospetta truffa ai danni del sistema sanitario regionale potrebbe essere ben più vasta: all’analisi dei carabinieri vi è la posizione di alcuni anziani invalidi di guerra, cui è garantita l’esenzione totale dal ticket. Ebbene a questi pazienti sarebbero state prescritte medicine per malattie mai diagnosticate e a loro sarebbe stato chiesto di pagare comunque il ticket. Un terzo filone di inchiesta, sebbene non sia ancora stato aperto un fascicolo in Procura, sarà quello sul comparaggio, una pratica vietata e però diffusa: medici o titolari di farmacie che favoriscono la somministrazioni di determinati prodotti terapeutici, a favore di aziende produttrici e in cambio di viaggi, vacanze, regali.
Il presidente regionale della Federazione dei medici di famiglia, Francesco Prete ha commentato: «Se il coinvolgimento di nostri associati dovesse essere provato, procederemo subito alla sospensione e, in caso di processo, ci costituiremo parte civile, chiedendo il risarcimento del danno di immagine arrecato all’intera categoria.