Per incrementare l’efficienza della filiera, gli interventi che la Manovra impartisce in materia di farmaci e farmacie andrebbero completamente riscritti. Lo sostiene il Cerm, a cui ribatte Federfarma Servizi che invita al confronto previsto per settembre
Se l’obiettivo è quello di generare risparmi sulla spesa farmaceutica del Ssn, anziché il taglio del 3,65% al margine dei grossisti darebbe maggiori frutti una riforma della filiera distributiva che ne sciogliesse inefficienze e nodi strutturali. Così almeno suggerisce il Cerm, secondo il quale gli interventi che la Manovra impartisce in materia di farmaci e farmacie andrebbero completamente riscritti. Per prendere di mira le regole che, secondo gli esperti del centro di ricerche economiche, ingessano il mercato della farmacia, rendono «inefficiente» la distribuzione intermedia e impediscono lo sviluppo di dinamiche concorrenziali nel canale: la pianta organica, la titolarità esclusiva, la remunerazione basata sul margine e ancora i divieti alla formazione di catene e all’ingresso delle società di capitali nella proprietà delle farmacie. Non è la prima volta che il Cerm invoca la deregulation della filiera distributiva, ma è innegabile che in un momento delicato come l’attuale le considerazioni dei suoi ricercatori lasciano il segno. «A parità di potere d’acquisto e sulla stessa dose definita di farmaco» spiega a Farmacista33 Nicola Salerno, economista dell’istituto di ricerche «i titolari italiani godono di ricavi due volte maggiori rispetto ai loro colleghi britannici. Innescare nella distribuzione integrazioni orizzontali e verticali, dirette a ridurre il numero dei grossisti e a consentire lo sviluppo di insegne tipo Boot’s, significa innescare competizione ed economie di scala che incrementerebbero l’efficienza della filiera». Per Salerno le lamentele dei farmacisti sull’erosione della marginalità non reggono. «La farmacia rimane un’attività altamente profittevole, anche per la rendita di posizione che le deriva dalla pianta organica. Dalla ricetta Ssn arrivano ormai ricavi risicati? Ho qualche dubbio, ma anche se fosse vuole solo dire che per le farmacie è arrivato il momento di agire sulla leva dei costi: economie di scala e integrazioni tra i segmenti della distribuzione servono proprio a questo».
Tra i primi a non gradire l’intervento del Cerm c’è Federfarma Servizi, che in una lettera indirizzata al centro studi e firmata dal suo direttore generale, Giancarlo Esperti, ricorda come il sistema distributivo italiano sia considerato tra i migliori d’Europa. «Gradirei allora sapere» si legge nella missiva «quali sarebbero le inefficienze cui si fa riferimento». Salerno non si tira indietro: «Il fatto che con la pratica dell’extrasconto le farmacie si fossero già illegalmente appropriate di oltre il 50% del margine del grossista sui prodotti di fascia A la dice lunga sugli spazi esistenti per una razionalizzazione della filiera». Il botta e risposta potrebbe continuare: Federfarma Servizi e Cerm sono, infatti, al lavoro per organizzare a settembre un incontro nel quale proseguire il confronto.
Farmacista33 – 29 luglio 2010 – Anno 6, Numero 140