A distanza di 15 anni dalla firma dell’accordo di programma sulla riqualificazione del centro storico di
Fondata nel 1944, sotto la guida del patron Egidio Vismara -scomparso a ottobre 2015 a 92 anni- l’azienda casatese era riuscita in pochi anni a guadagnarsi un posto di tutto rispetto nel panorama farmaceutico nazionale e internazionale. Impiegava circa 600 lavoratori. La storia di un’azienda che si è legata i
In Vister c’era un ufficio apposito per l’informazione sui farmaci molto attivo; veniva realizzata una pubblicazione periodica dal titolo “selecta”, inviata a tutti i medici, farmacisti e veterinari italiani, con tutte le novità. L’ufficio era inoltre dotato di un biblioteca ben fornita e messa a disposizione degli universitari per la preparazione delle tesi di laurea. In questo modo acquisivano la conoscenza dei farmaci Vister.
Risale al 1983 la conclusione del trasferimento e il completo abbandono del polo casatese, a seguito della cessione dell’azienda – avvenuta a fine anni Sessanta – dalla famiglia Vismara all’americana Warner Lambert, alla quale subentrò più tardi la Parke Davis, controllata dalla stessa Lambert. Nel 1976 Parke-Davis infatti è stata acquisita da Warner-Lambert, che a sua volta è stata acquisita da Pfizer nel 2000.
Proprio in questo clima di cambiamento il dottor Egidio Vismara decise di rassegnare le proprie dimissioni da presidente, non condividendo le scelte della nuova proprietà.
Nel 1984 si è trasferita da Casatenovo a Lainate. Ora la Vister non esiste più. A Casatenovo rimane un rudere in viale Don Rossi.
Due suoi farmaci, “Folina” e “Eparina Vister” erano finiti alla Marvecspharma, un famigerato “raccoglitore” di rami d’azienda protagonista di una grande truffa ai danni di molti ISF.
Costituita alla fine degli anni ‘90 con circa 30 dipendenti che, tra il 2004 e il 2007 Marvecs aveva “acquistato” circa 1200 Informatori Scientifici del Farmaco, mediante “cessioni di ramo d’azienda” organizzate da diverse multinazionali del farmaco ed in particolare dalla Pfizer Italia s.r.l., da Astrazeneca S.p.A. e Simesa S.p.A.
Queste piccole imprese (X-Pharma, Marvecs e Innovex) sono diventate dal 2007 in avanti contenitori di informatori, salvo poi entrare in crisi, fallire o liberarsi loro volta dei lavoratori acquistati. Le aziende che hanno acquistato informatori, si sono infatti rivelate l’anticamera del licenziamento per una buon parte di quelli che vi sono confluiti. Per questo gli informatori parlavano di “gioco sporco”. Avevano scaricato il peso e “l’onta” dei licenziamenti sulla Marvecspharma Service s.r.l. (e le altre), al fine di restare “pure ed immacolate” per il mercato, gli azionisti e le società di rating. La Marvecspharma Service giungeva al Fallimento nel gennaio 2011, con il risultato finale che circa 1000 persone rimasero prive di occupazione. Fallimento dichiarato fraudolente dai tribunali di Milano e per cui sono stati condannati i responsabili. Ma questa è un’altra storia.
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