Deficit spesa sanitaria rallenta la sua corsa. Le previsioni di spesa, per il 2007, si attestano tra i 102,7 e i 105 miliardi di euro con un disavanzo effettivo compreso tra 2 e 4,3 miliardi di euro. Un “buco” non irrilevante, ma inferiore a quello dell’anno precedente: le stime per il 2006 prevedevano infatti un deficit variabile tra i 3 e i 10 mld di euro.
Decisivi nel frenare il trend in crescita dei disavanzi, il rilevante incremento previsto dalla legge Finanziaria, complessivamente 100,7 miliardi di euro, e l’efficacia dei piani di rientro delle Regioni in “rosso”.
Persiste uno “zoccolo duro” di iniquità sociale: sono, infatti, ancora oltre un milione le famiglie che si trovano in difficoltà economiche per far fronte alle spese sanitarie.
E la presenza di un anziano aumenta del 50% la probabilità di un impoverimento causato dalle spese “out of pocket”.
Sono queste alcune delle principali tematiche analizzate nel IV “Rapporto del Ceis Sanità 2006”, edito da Health Communication srl, e curato da Amalia Donio Sofio, Marco Meneguzzo, Francesco Saverio Mennini e Federico Spandonaro del Ceis Sanità, il centro di ricerca rivolto al mondo sanitario creato dalla Facoltà di
Economia dell’Università di Roma “Tor Vergata”.
Il Rapporto quest’anno, spiegano Luigi Paganetto, Presidente del Ceis, e Giovanni Tria, Direttore del Ceis, si concentra sul controllo della spesa, l’incentivo all’efficienza, le garanzie di equità, lo sviluppo del management pubblico e privato e, non ultima per importanza, l’efficacia delle cure e dei servizi.
Non solo, il Rapporto punta anche i riflettori sul Federalismo, uno dei temi al centro del dibattito delle politiche
sanitarie. Un Federalismo considerato però dai ricercatori del Ceis ancora “immaturo”.
La sanità italiana è stata analizzata anche alla luce delle differenze di genere. Dai dati è emerso come esista un gap sfavorevole di mortalità per le donne del Sud e delle Isole. In sostanza, le donne del Meridione, sia per i tumori alla mammella che per quelli al collo dell’utero e del colon retto, muoiono prima di quelle del Nord, mentre tra gli uomini non è osservabile una differenziazione di esiti tanto marcata. Da anaao.it 07-12-06
Decisivi nel frenare il trend in crescita dei disavanzi, il rilevante incremento previsto dalla legge Finanziaria, complessivamente 100,7 miliardi di euro, e l’efficacia dei piani di rientro delle Regioni in “rosso”.
Persiste uno “zoccolo duro” di iniquità sociale: sono, infatti, ancora oltre un milione le famiglie che si trovano in difficoltà economiche per far fronte alle spese sanitarie.
E la presenza di un anziano aumenta del 50% la probabilità di un impoverimento causato dalle spese “out of pocket”.
Sono queste alcune delle principali tematiche analizzate nel IV “Rapporto del Ceis Sanità 2006”, edito da Health Communication srl, e curato da Amalia Donio Sofio, Marco Meneguzzo, Francesco Saverio Mennini e Federico Spandonaro del Ceis Sanità, il centro di ricerca rivolto al mondo sanitario creato dalla Facoltà di
Economia dell’Università di Roma “Tor Vergata”.
Il Rapporto quest’anno, spiegano Luigi Paganetto, Presidente del Ceis, e Giovanni Tria, Direttore del Ceis, si concentra sul controllo della spesa, l’incentivo all’efficienza, le garanzie di equità, lo sviluppo del management pubblico e privato e, non ultima per importanza, l’efficacia delle cure e dei servizi.
Non solo, il Rapporto punta anche i riflettori sul Federalismo, uno dei temi al centro del dibattito delle politiche
sanitarie. Un Federalismo considerato però dai ricercatori del Ceis ancora “immaturo”.
La sanità italiana è stata analizzata anche alla luce delle differenze di genere. Dai dati è emerso come esista un gap sfavorevole di mortalità per le donne del Sud e delle Isole. In sostanza, le donne del Meridione, sia per i tumori alla mammella che per quelli al collo dell’utero e del colon retto, muoiono prima di quelle del Nord, mentre tra gli uomini non è osservabile una differenziazione di esiti tanto marcata. Da anaao.it 07-12-06