Casa di riposo abusiva a La Storta: fra i degenti Duilio Poggiolini, il Re Mida della Sanità. “La parabola di Duilio Poggiolini, dai soldi nascosti nel puff alla casa di riposo abusiva“
Dal tesoro trovato nascosto in un puff della sua abitazione alla degenza in una casa di riposo della Capitale. C’era anche Duilio Poggiolini fra i 15 ospiti della struttura per anziani chiusa e sequestrata dalle forze dell’ordine nella mattinata di ieri nella zona de La Storta. Ex direttore generale del servizio farmaceutico nazionale del Ministero della Sanità venne travolto e coinvolto nell’inchiesta ‘Mani Pulite’ sullo scandalo di ‘Tangentopoli’, Poggiolini è stato trovato dagli agenti assieme ad altri 14 anziani. La titolare della struttura, una donna di 58 anni, è stata denunciata a piede libero.
IL RE MIDA DELLA SANITA’ – In particolare Duilio Poggiolini, oggi 86enne, inizialmente contestato di aver istruito procedure per cui venivano autorizzati aumenti di prezzo dietro versamento di compensi “una tantum“, in seguito fu accusato di aver favorito l’ingresso di alcuni farmaci nel prontuario sanitario dietro compensi e regalie, in beni o denaro. Con l’esplodere dello scandalo, Duilio Poggiolini venne poi denominato dalla stampa con vari nomi, tra cui “Il Re Mida della Sanità”.
TESORO NEL PUFF – All’atto dell’arresto vennero sequestrati oltre 15 miliardi di lire su un conto svizzero intestato alla moglie, Pierr Di Maria (Lady Poggiolini, morte poi nell’ottobre del 2007). Inoltre nella casa di Napoli della coppia vennero trovati diversi miliardi di lire in lingotti d’oro, gioielli, dipinti e monete antiche e moderne. Venne rinchiuso nel carcere di Napoli di Poggioreale, dove fu sottoposto ad interrogatori da parte dei PM impiegati nell’inchiesta “Mani Pulite“.
IL PROCESSO – Gli illeciti secondo quanto emerso in sede di processo erano compiuti tramite una “società a delinquere”, composta da Duilio Poggiolini e dalla moglie Pierr Di Maria: il primo siglava gli atti, mentre la seconda procedeva a riscuotere i compensi. L’appello ridusse la condanna a quattro anni e quattro mesi, e il verdetto fu confermato dalla Corte di Cassazione, che dispose il sequestro di beni per 39 miliardi.
INDULTO – La condanna di Duilio Poggiolini è stata scontata prevalentemente agli arresti domiciliari e con l’opera nei servizi sociali, mentre le riduzioni di pena per Pierr Di Maria l’hanno portata a rientrare all’interno dei termini minimi per invocare la sospensione condizionale della pena. Il 30 agosto 2006 Poggiolini ha beneficiato dell’indulto, vedendo la condanna ridotta di due anni, mentre la moglie era già tornata a vivere nella sua villa del quartiere romano dell’Eur, dove morì l’anno successivo.
LA CASA DI RIPOSO – Nella giornata di ieri il suo nome è poi tornata sulle cronache locali e nazionali, dopo che gli agenti lo hanno trovato nella casa di riposo abusiva de La Storta, in via Casalino. In particolare i vigili urbani e gli agenti di polizia del commissariato di Primavalle, hanno fatto emergere come ogni anziano ospite della struttura pagasse tra i 600 e i 2000 euro al mese per vivere all’interno della casa di riposo.
LA NOTA DELLA QUESTURA – Come specificato dalla Questura di Roma, ubicato in via Casalino, il complesso, adibito a casa di cura, è risultato completamento abusivo e privo di qualsiasi autorizzazione. Negli ambienti quasi tutti senza porte, compresi i bagni, sono stati trovati diversi letti, ammassati, mentre nella cucina, a seguito del sopralluogo effettuato dagli ispettori della ASL, sono state riscontrate diverse inadempienze inerenti la conservazione dei cibi con minimi requisiti igienici.
GLI OSPITI DELLA STRUTTURA – La degenza degli anziani, oltre che alla proprietaria, era affidata a tre cittadini stranieri, nessuno dei quali aveva conseguito un titolo professionale idoneo per accudirli. Gli ospiti, dopo essere stati visitati dai medici, sono stati accompagnati in diversi pronto soccorso della Capitale per accertamenti sullo stato di salute che tuttavia è risultato soddisfacente. Buone anche le condizioni igienico sanitarie. Al termine delle operazioni, condotte dagli agenti del Commissariato Primavalle, la proprietaria di 58 anni, è stata denunciata all’Autorità Giudiziaria e la struttura posta sotto sequestro.
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