Carenze Mmg in tutto il nord ancora prima del picco di esodi
Redazione Fedaiisf
Via cassa integrazione ai dipendenti studi? Un modo per distruggere Medicina generale
A Torino ci sono 680 medici di famiglia, età media alta, se ipotizziamo l’addio a 65 anni entro 10 anni se ne saranno andati via in 465 e poche decine si aggiungeranno ai 215 colleghi rimasti. Ma nel resto del Piemonte non va meglio. «I colleghi si formano a Torino e in gran parte vengono da Torino, il ricambio è qui, mentre già oggi a Bra ci sono cinque carenze non riempite e in aree del Verbano e Biellese non si riesce a sostituire chi si pensiona. Di più: il nostro studio prospettico secondo cui entro il 2020 più di un milione di piemontesi potrebbero non avere più il medico di fiducia, e quasi 2 milioni entro il 2024, illustra un trend riproducibile in tutte le regioni della Pianura Padana, dove il saldo esodi-ingressi dei Mmg è diventato negativo prima che si verificasse il picco di pensionamenti dovuto all’età elevata della categoria». Alessandro Dabbene, segretario Fimmg Continuità Assistenziale piemontese, conferma i dati inquietanti dell’indagine statistica dei settori Formazione e Continuità Assistenziale di Fimmg Piemonte. Su scala regionale, da qui al 2024 andranno via 2278 mmg, il 68% del totale, rimpiazzati da soli 748 nuovi medici, saldo negativo di 1530 medici, circa 2 milioni di pazienti. Ma perché così pochi ingressi? «Le proiezioni arrivano da tre calcoli statistici i cui risultati si sovrappongono. Intanto, dei 900 medici ora in graduatoria per partecipare ai bandi d’assegnazione di carenze in Piemonte solo un 9% è sia residente nella regione sia titolare di diploma di medicina generale; degli altri in lizza, un 50% non ha il titolo di formazione specifica, altri ce l’hanno ma non stanno in Piemonte e a questi vanno aggiunti vari medici del 118, di altri settori etc che risiedono altrove ma hanno tenuto un posto in questa graduatoria. Alla fine –ribadisce Dabbene – solo 150 sono pronti a subentrare. Lo stesso numero, 150, si ricava sommando tra loro i medici che nelle graduatorie hanno il punteggio adeguato per prendere carenze, e i medici che partecipano ai bandi di concorso. Si può dire: “sono sempre quelli…”, e se gli aggiungiamo i prossimi diplomati, circa 80 annui, arriviamo ai “famosi” 748 che non bastano a rimpiazzare gli esodi». Rimedi? Nel lungo periodo occorrerebbe aumentare partecipanti ai corsi. Nel breve Fimmg chiede che si inizi a recuperare un centinaio di medici consentendo l’ingresso in graduatoria un anno prima. Come si fa? «Se un collega si diploma entro dicembre di quest’anno può far domanda per la graduatoria a gennaio 2015 ed entra nell’elenco entro la fine di quell’anno, pronto ai bandi del 2016, e nel frattempo può solo assumere incarichi provvisori. Se si potesse far domanda prima di entrare al terzo e ultimo anno di corso si recupererebbe un anno». È quanto Fimmg Piemonte chiede. Mauro Miserendino
Via cassa integrazione ai dipendenti studi? Un modo per distruggere Medicina generale
«Togliere gli ammortizzatori sociali ai dipendenti degli studi professionali è una decisione del governo che desta enorme preoccupazione tra i medici di famiglia e in particolare nella Fimmg. È un modo di impedire lo sviluppo della medicina generale». Così Fiorenzo Corti responsabile comunicazione del sindacato Fimmg si affianca ad Andi e ai dentisti nello stigmatizzare il decreto del ministero del Lavoro in uscita che nega la cassa integrazione in deroga per quest’anno ai dipendenti degli studi professionali. Il decreto ha avuto un iter tormentato: nasce per restringere le tipologie di cassa integrazione concedibili alle piccole aziende (la Cigs in deroga è una conquista degli ultimi anni di “benessere”, nel 2004), e toglie l’integrazione salariale anche ai contratti di apprendistato e di somministrazione lavoro, ma qui le regioni si oppongono. Ora, l’accesso al beneficio era in crescita e di sollievo per i professionisti: nel 2012 – riporta Odontoiatria 33 – avevano beneficiato di cassa integrazione 106 assistenti alla poltrona, e l’anno dopo erano più che raddoppiati, arrivando a 244 (dati Confprofessioni). La medicina generale non risente dei dati di crisi dei fatturati dell’odontoiatria, ma negli ultimi anni ha fatto da volano occupazionale con 1200 assunzioni in più solo nel 2013 e di queste ben 500 riguardanti assistenti di studio, figure che stanno per essere inquadrate con contratto ad hoc pari al IV livello super dei dipendenti di studi professionali. Corti spiega: «L’idea di pensare che 16 mila collaboratori di studio siano “licenziabili” non è solo una teoria. La questione ci riguarda profondamente. Noi sosteniamo che i nostri collaboratori debbano essere dipendenti dal medico di famiglia o dalle società di servizio della medicina generale. Se qualcuno pensa che queste figure per le quali è previsto un inquadramento contrattuale in modo indiretto o meno, anche per stare più tranquille lavorativamente, debbano passare alla dipendenza delle Asl o di altre strutture mette un muro nel rapporto fiduciario che in anni di duro lavoro si è stabilito tra collaboratori di studio ed assistiti del medico di medicina generale. Fimmg difenderà con i denti e gli artigli le conquiste contrattuali di questi anni».