Sottoscritto un documento condiviso – frutto della collaborazione tra ministero della Salute, Aifa e due Regioni (Lazio e Lombardia) – a cui hanno aderito Farmindustria, Assogenerici, Federfarma, Adf, Assoram e Federfarma Servizi
di Redazione Aboutpharma Online – 12 settembre 2016 – Aboutpharma
Il testo – spiega l’Aifa in una nota, dopo aver ospitato nella sua sede la sottoscrizione del documento – ribadisce i principi normativi fondamentali che regolamentano il settore del farmaco con particolare riguardo agli aspetti della distribuzione, sia all’ingrosso che al dettaglio, che hanno “come fine ultimo quello di tutelare la salute pubblica e del singolo, garantendo la disponibilità e l’accessibilità al farmaco”.
“La sottoscrizione di questo documento testimonia l’impegno capillare e profuso di tutte le istituzioni coinvolte a vario livello nella filiera farmaceutica – commenta il presidente dell’Aifa, Mario Melazzini – che hanno insieme l’obiettivo comune di garantire sempre la qualità, la sicurezza e l’accesso al ‘bene’ farmaco in tutte le fase del suo ciclo di vita”.
Il Tavolo di lavoro del 2015 e il progetto pilota
I lavori del tavolo – prosegue la nota dell’Aifa – hanno consentito, già nei primi mesi, la definizione, rispetto all’ambito territoriale della Regione Lazio, di una lista di farmaci indisponibili e di una lista di operatori (individuati sulla base dei dati disponibili nel sistema tracciabilità) che avrebbero effettuano attività di esportazione relativamente ai medicinali inseriti nella lista. Poi, le attività di controllo effettuate dai Nas presso gli operatori hanno verificato la documentazione relativa ai farmaci indicati nella lista e oggetto di esportazione, comminando sanzioni amministrative in caso di irregolarità.
Il documento rappresenta “un importante passo in avanti per contrastare le temporanee indisponibilità di medicinali sul territorio causate dal fenomeno delle esportazioni parallele”, secondo la presidente di Federfarma, Annarosa Racca. “È inammissibile – prosegue la presidente della federazione – che un malato non trovi un farmaco solo perché economicamente è più conveniente venderlo all’estero. Continueremo a monitorare attentamente la situazione e a segnalare i farmaci mancanti, così come continueremo a sensibilizzare le Regioni affinché il controllo dei requisiti richiesti agli operatori che intendono esportare farmaci avvenga con procedure rigide e standardizzate sull’intero territorio nazionale”.
Farmindustria: “Piano d’azione comune per accesso ai farmaci senza difficoltà”
A nome delle imprese del farmaco, il presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi, sottolinea il “grande risultato” raggiunto con la firma del documento, ovvero “mettere a punto un piano d’azione comune per evitare che si verifichino ancora fenomeni di indisponibilità di farmaci sul territorio nazionale”. Un impegno “assunto anche dalle imprese del settore che vogliono continuare a garantire al cittadino la possibilità di trovare – senza difficoltà – il medicinale di cui ha bisogno”. Già dalla prima applicazione del progetto pilota sono stati raggiunti “importanti traguardi”, da adesso in poi si tratta di “proseguire su questa strada superando ogni ambiguità per venire incontro ai bisogni di salute dei pazienti”, conclude il numero uno di Farmindustria.
Sul fronte della distribuzione, il presidente dell’Associazione distributori farmaceutici (Adf), Mauro Giombini, pone l’accento sulla necessità di affrontare il problema a 360 gradi: “E’ un fenomeno multifattoriale che nasce già in fase di pre-distribuzione, dato che le nostre rilevazioni evidenziano per diversi farmaci interessati al fenomeno forti differenze (fino al 90%) tra le quantità richieste e quelle consegnate dalle industrie ai nostri associati. Il documento condiviso è apprezzabile perché corregge la tendenza delle Regioni a concedere autorizzazioni per la distribuzione all’ingrosso a richiedenti privi di requisiti minimi strutturali che da parte nostra sono ritenuti imprescindibili per svolgere l’attività di distribuzione intermedia full-line alle farmacie. Rimangono tuttavia aperti – conclude Giombini – altri due punti, oltre all’identificazione di criteri fisici di minima dei magazzini: la condivisione dei rilevamenti effettuati e dei dati in possesso anche di altre associazioni di categoria, completati dal confronto con il quadro prescrittivo delle ricette elettroniche e la conseguente definizione di un adeguato livello di copertura negli approvvigionamenti”.
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