Secondo il disegno di legge, le reversibilità vengono considerate prestazioni assistenziali e non più previdenziali. “L’accesso alla pensione di reversibilità d’ora in poi sarà legata all’Isee, per il quale conta il reddito familiare e non quello individuale. Di conseguenza il numero di coloro che vi avranno accesso inevitabilmente si ridurrà e saranno tante le persone che non si vedranno più garantito questo diritto”
Scoppia la polemica sul ddl povertà grazie all’intervento dei pensionati Cgil. Ivan Pedretti: “Non si fa cassa sulle vedove, il governo la sta combinando grossa. Se non ci saranno riscontri positivi, non staremo di certo fermi a guardare”
15 febbraio 2016 – rassegna.it
“Alla faccia della lotta alla povertà. Alla Commissione Lavoro della Camera è appena arrivato un disegno di legge delega del governo che contiene un punto molto controverso che agita non poco gli animi di chi un domani potrebbe, suo malgrado, avere diritto alla pensione di reversibilità”. Scoppia la polemica sul disegno di legge che riordina le prestazioni di natura assistenziale e previdenziale come strumento unico, nell’intenzione del governo, di contrasto alla povertà con misure legate al reddito e al patrimonio. A lanciare l’allarme per primo è stato il segretario generale dell Spi Cgil, Ivan Pedretti, in un intervento pubblicato lo scorso 12 febbraio sull’Huffington Post.
Nel ddl, infatti, tra le altre misure si prevede la possibilità di rivedere le pensioni di reversibilità, ovvero quelle erogate agli eredi alla morte del pensionato o del lavoratore che muore avendo maturato i requisiti per l’assegno. In altre parole, cancellare le pensioni di reversibilità significa cancellare, da parte dello Stato, ogni residuo legame legale tra due coniugi dopo la morte di uno dei due. E, questo provvedimento, diventa ancora più ingiusto se si pensa che per la maggior parte riguarda le donne rimaste vedove.
“Provo a spiegarlo – scrive Pedretti – con parole semplici, vista la complessità della materia: secondo questo disegno di legge, le reversibilità vengono considerate prestazioni assistenziali e non più previdenziali. Che cosa significa e che cosa comporta tutto questo? Significa che l’accesso alla pensione di reversibilità d’ora in poi sarà legata all’Isee, per il quale conta il reddito familiare e non quello individuale. Di conseguenza il numero di coloro che vi avranno accesso inevitabilmente si ridurrà e saranno tante le persone che non si vedranno più garantito questo diritto”.
Questo a suo giudizio “non è solo profondamente ingiusto ma è anche tecnicamente improprio e rischia di aprire un contenzioso anche a livello giuridico. La pensione di reversibilità infatti è una prestazione previdenziale a tutti gli effetti, legata a dei contributi effettivamente versati. Che in molti casi quindi sparirebbero nel nulla, o meglio, resterebbero nelle casse dello Stato. In parole povere una sorta di “rapina” legalizzata. Perpetrata soprattutto ai danni delle donne perché l’età media degli uomini è più bassa e la reversibilità è quindi una prestazione che riguarda soprattutto loro”.
“Donne che – osserva ancora Pedretti – oltretutto sarebbero doppiamente colpite perché, come è a tutti noto, hanno una pensione mediamente inferiore a quella degli uomini. E che in futuro rischiano quindi di impoverirsi ulteriormente. Un vero capolavoro, insomma. Uno sfregio che mi auguro possa essere ritirato nella discussione che si aprirà a breve nella Commissione Lavoro. Ne vale del futuro pensionistico di tante persone e della dignità di un governo che non può pensare di fare cassa sulle spalle delle vedove”.
“Ci sono i margini per modificarlo ed è quello che interessa a noi. Ma serve la volontà politica. Se non ci saranno riscontri positivi non staremo di certo fermi a guardare”, aggiunge il segretario dello Spi su Facebook.
Da segnalare anche la presa di distanza di Cesare Damiano, presidente della Commissione lavoro della Camera ed esponente della minoranza Pd. ll provvedimento, spiega l’ex ministro del Lavoro, è “in sé positivo, ma prevede la possibilità di tagliare le pensioni di reversibilità. Per noi questo non è accettabile: si tratterebbe dell’ennesimo intervento dopo quelli, pesanti, del governo Monti. La previdenza – aggiunge – non può essere considerata la mucca da mungere”.
N.B.: L’indicatore della situazione economica equivalente, in acronimo ISEE, è uno strumento che permette di misurare la condizione economica delle famiglie nella Repubblica Italiana. È un indicatore che tiene conto di reddito, patrimonio (mobiliare e immobiliare) e delle caratteristiche di un nucleo familiare (per numerosità e tipologia).
Pensioni di reversibilità, Giuliano Poletti: “Polemica infondata, non verranno toccati i trattamenti in essere”
Redazione, L’Huffington Post – Pubblicato:
Dopo la presa di posizione di Palazzo Chigi, scende in campo il ministro del Lavoro Giuliano Poletti per tranquillizzare sulla recente caso scoppiato intorno al disegno di legge delega che vorrebbe riformare le pensioni di reversibilità. “La polemica sulle pensioni di reversibilità è totalmente infondata“, ha spiegato Poletti. “Evidentemente c’è chi cerca facile visibilità e si diletta ad inventare un problema che non c’è per poi poter dire di averlo risolto. La proposta di legge delega del Governo – rimarca in una nota – lascia esplicitamente intatti tutti i trattamenti in essere. Per il futuro non è allo studio nessun intervento sulle pensioni di reversibilità; tutto quello che la delega si propone è il superamento di sovrapposizioni e situazioni anomale”.
Una posizione che ricalca quella della presidenza del Consiglio, che ieri aveva ribadito che gli interventi in discussione in Parlamento – e in particolare la proposta di concedere la pensione di reversibilità legandola non più al reddito ma all’Isee, tenendo conto quindi del reddito e del patrimonio di tutta la famiglia – non avrebbero riguardato i trattamenti esistenti. In altre parole, chi oggi riceve la pensione di invalidità non vedrebbe alcun taglio.
Precisazioni però che non sono servite a placare le polemiche. Da destra a sinistra tutti si sono schierati contro la misura allo studio. Per la leader della Cisl Annamaria Furlan si tratta di “una questione molto delicata che bisogna affrontare con il confronto con il sindacato e le altre associazioni per non fare strafalcioni”. Più netta la posizione di Sinistra Italiana. “Il governo annuncia un provvedimento contro la povertà, e nel disegno di legge inseriscono una vera e propria carognata: la ‘revisione’ degli assegni di reversibilità, cioè quello strumento con cui un coniuge o un familiare riceve la pensione del defunto. Una garanzia di vita decente per molte persone, nel nostro Paese, in particolare in questi anni di crisi”, ha detto il deputato Nicola Fratoianni.
Duro il commento anche di Giorgia Meloni. “Prima bocciano in Parlamento l’emendamento di Fratelli d’Italia per togliere dal calcolo dell’ISEE la pensione di invalidità e l’indennità di accompagnamento, ora propongono addirittura di tagliare le pensioni di reversibilità che spettano ai famigliari dei lavoratori defunti per fare cassa e finanziare il “piano di lotta alla povertà” del Governo.
“Sulle pensioni di reversibilità il governo tira il sasso e poi nasconde la mano” hanno affermato in una in una nota congiunta i segretari confederali di Cgil, Cisl e Uil, Vera Lamonica, Maurizio Petriccioli e Domenico Proietti. “L’obiettivo dichiarato – prosegue la nota – è il reperimento di risorse per un Piano nazionale contro la povertà, ma ancora una volta si scopre un cinismo di fondo: se si deve dare qualcosa ai poveri bisogna toglierla a chi è appena meno povero. Logica questa che invece non si vede quando si opera sulle imprese o si tagliano le tasse anche a chi potrebbe e dovrebbe pagarle. Ci opporremo ad una logica siffatta – hanno spiegato i tre dirigenti sindacali -, tanto più se si intende mettere le mani su prestazioni, quali la reversibilità, che sono di natura previdenziale, e quindi sono pagate con i contributi dei lavoratori, con ciò colpendo soprattutto le donne”.
Notizie correlate: Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale: Contrasto alla povertà: approvato in Consiglio dei Ministri il disegno di legge delega
Relazione del Governo. D.d.L. Delega recante norme relative al contrasto alla povertà, al riordino delle prestazioni e al sistema degli interventi e dei servizi sociali