Uno dei temi caldi che il congresso dei ginecologi italiani ha affrontato nei giorni scorsi è quello del vaccino contro il papilloma virus. Pochi giorni fa, infatti, l´Unione Europea ha dato parere favorevole alla sua messa in commercio. L´approvazione è giunta dopo quella di Stati Uniti, Canada, Nuova Zelanda, Australia, Brasile e Messico e ha seguito una procedura rapidissima, spinta probabilmente dai risultati estremamente positivi della sperimentazione, come spiega Luciano Mariani, ginecologo oncologo dell´Istituto Regina Elena di Roma.
Dottor Mariani, quante donne hanno preso parte allo studio?
Oltre 20.000 donne. La sperimentazione si è svolta in molti paesi, tra cui il nostro. Per l´Italia hanno partecipato 5 centri: il Regina Elena e il Sant´Andrea di Roma, l´università degli studi di Palermo, quella di Brescia e il Pascale di Napoli.
Che cos´è il papilloma virus?
Sotto il nome di papilloma virus troviamo una famiglia di oltre 100 virus, leggermente diversi l´uno dall´altro. Una quarantina di essi interessa l´area genitale e, di questi, 15 sono ad alto rischio per la formazione del cancro del collo dell´utero. Il vaccino è quadrivalente, ovvero è efficace contro 4 virus: i due più frequenti e più aggressivi tra quelli che provocano il cancro del collo dell´utero (il genotipo 16 e il 18), e due virus responsabili della formazione di condilomi.
Quanto si è dimostrato efficace questo vaccino?
Molto, raggiunge quasi il 100% di protezione.
Però deve essere somministrato presto, a quanti anni?
Questi virus vengono trasmessi quasi esclusivamente per via sessuale. Quindi, bisognerebbe vaccinare le bambine prima dell´inizio dei rapporti sessuali. L´età migliore sarebbe tra i 9 e i 12 anni. Il vaccino si somministra in tre dosi con una iniezione intramuscolare ed è privo di effetti collaterali.
E per le ragazze più grandi?
Le sperimentazioni hanno mostrato che nel gruppo d´età che va dai 16 ai 26 anni il vaccino è ugualmente efficace: non solo c´è una risposta immunitaria, ma le ragazze vaccinate sviluppano la malattia meno delle ragazze non vaccinate. Tuttavia, più si avanti con l´età, più aumenta il rischio che la donna abbia già incontrato il virus e che quindi il vaccino arrivi tardi.
Il vaccino protegge per tutta la vita?
Questo ancora non possiamo dirlo. Anche per questo non dobbiamo abbandonare lo screening: il medico deve valutare se è il caso di fare un richiamo. In futuro potremo affidarci a un test virale che ci dirà se la protezione contro quel genotipo è ancora valida. Ma non dobbiamo per questo dimenticare il pap test che è uno strumento straordinario per il riconoscimento precoce del tumore.
Qualcuno ha detto che 9 anni sono troppo pochi per affrontare la questione delle malattie a trasmissione sessuale e che il vaccino potrebbe favorire un inizio precoce dei rapporti sessuali. Cosa ne pensa?
Non credo. Mi sembra più un problema dei genitori che delle bambine. Del resto, i bambini fanno molti vaccini senza sapere esattamente di cosa si tratta.
Quando arriverà il vaccino in Italia?
Io credo prima della prossima estate. Poi si dovrà vedere se entrerà nell´area dei servizi vaccinali. Lo spirito di questo vaccino non è quello di proteggere la donna che se lo compra privatamente in farmacia, ma quello di una copertura della popolazione.
Dottor Mariani, quante donne hanno preso parte allo studio?
Oltre 20.000 donne. La sperimentazione si è svolta in molti paesi, tra cui il nostro. Per l´Italia hanno partecipato 5 centri: il Regina Elena e il Sant´Andrea di Roma, l´università degli studi di Palermo, quella di Brescia e il Pascale di Napoli.
Che cos´è il papilloma virus?
Sotto il nome di papilloma virus troviamo una famiglia di oltre 100 virus, leggermente diversi l´uno dall´altro. Una quarantina di essi interessa l´area genitale e, di questi, 15 sono ad alto rischio per la formazione del cancro del collo dell´utero. Il vaccino è quadrivalente, ovvero è efficace contro 4 virus: i due più frequenti e più aggressivi tra quelli che provocano il cancro del collo dell´utero (il genotipo 16 e il 18), e due virus responsabili della formazione di condilomi.
Quanto si è dimostrato efficace questo vaccino?
Molto, raggiunge quasi il 100% di protezione.
Però deve essere somministrato presto, a quanti anni?
Questi virus vengono trasmessi quasi esclusivamente per via sessuale. Quindi, bisognerebbe vaccinare le bambine prima dell´inizio dei rapporti sessuali. L´età migliore sarebbe tra i 9 e i 12 anni. Il vaccino si somministra in tre dosi con una iniezione intramuscolare ed è privo di effetti collaterali.
E per le ragazze più grandi?
Le sperimentazioni hanno mostrato che nel gruppo d´età che va dai 16 ai 26 anni il vaccino è ugualmente efficace: non solo c´è una risposta immunitaria, ma le ragazze vaccinate sviluppano la malattia meno delle ragazze non vaccinate. Tuttavia, più si avanti con l´età, più aumenta il rischio che la donna abbia già incontrato il virus e che quindi il vaccino arrivi tardi.
Il vaccino protegge per tutta la vita?
Questo ancora non possiamo dirlo. Anche per questo non dobbiamo abbandonare lo screening: il medico deve valutare se è il caso di fare un richiamo. In futuro potremo affidarci a un test virale che ci dirà se la protezione contro quel genotipo è ancora valida. Ma non dobbiamo per questo dimenticare il pap test che è uno strumento straordinario per il riconoscimento precoce del tumore.
Qualcuno ha detto che 9 anni sono troppo pochi per affrontare la questione delle malattie a trasmissione sessuale e che il vaccino potrebbe favorire un inizio precoce dei rapporti sessuali. Cosa ne pensa?
Non credo. Mi sembra più un problema dei genitori che delle bambine. Del resto, i bambini fanno molti vaccini senza sapere esattamente di cosa si tratta.
Quando arriverà il vaccino in Italia?
Io credo prima della prossima estate. Poi si dovrà vedere se entrerà nell´area dei servizi vaccinali. Lo spirito di questo vaccino non è quello di proteggere la donna che se lo compra privatamente in farmacia, ma quello di una copertura della popolazione.