Rischia di essere boicottato dalle farmacie del territorio il decreto della Regione Campania che obbliga i medici a motivare, con un modulo predisposto dal servizio farmaceutico, le ricette di “branded” prescritte in regime di rimborso. Approvato a fine maggio ma pubblicato soltanto ieri, il provvedimento della Regione mira espressamente ad accrescere i consumi di generici, allo scopo di realizzare risparmi sulla spesa farmaceutica che, «dagli indicatori di appropriatezza prescrittiva monitorati nel cruscotto Ts (tessera sanitaria, ndr)», supererebbero i 66 milioni di euro.
Per raggiungere l’obiettivo, il decreto impone alle Asl campane di allineare i tassi di ricette con generici a quelli «dell’Azienda sanitaria campana più virtuosa». Questo significa, per fare qualche esempio, che devono riguardare un generico il 72% delle ddd (dose definite die) di Ace-inibitori associati a diuretico, l’87% delle ddd di antagonisti dell’angiotensina II, l’82% delle ddd di Hmg CoA reduttasi, l’83% delle ddd di fluorochinoloni e via di seguito.
A tale scopo, il provvedimento regionale obbliga i medici a privilegiare gli “off patent” in tutte le prescrizoni indirizzate a pazienti “naive”, cioè all’avvio di una nuova terapia farmacologica. E per fare in modo che la disposizione venga osservata, prescrive che in caso di ricetta con farmaco “branded” il medico debba compilare un «Modello unico di prescrizione» nel quale dettagliare i motivi clinici che impongono la scelta della specialità di marca.
I fastidi, però, non si limitano ai medici. Il decreto infatti chiede ai farmacisti del territorio di valutare le argomentazioni fornite dal medico nel «Modello» e, in caso di motivazione carente, invitare il prescrittore a integrare la scheda. Peggio ancora, in caso di rifiuto da parte di quest’ultimo il farmacista dovrebbe segnalare il caso «alla propria Direzione strategica, che provvederà a comminare (al medico, ndr) le sanzioni previste dalla normativa vigente». Ma non basta: il decreto rimane piuttosto fumoso sul destino della ricetta in caso di contestazione; il farmacista è autorizzato a spedirla comunque, ma non c’è nessuna indicazione esplicita che garantisca il successivo rimborso al titolare.
Di qui la lettera che, a poche ore dalla pubblicazione del provvedimento sul Bur, il presidente di Federfarma Campania Michele Di Iorio ha inviato alla struttura commissariale della Regione. Non solo per avere certezze riguardo al pagamento dei farmaci dispensati, ma anche per ricordare che «i titolari di farmacia non vogliono e non devono esprimere “censure”» nei confronti delle «esibizioni documentali redatte dai medici di famiglia». In parole povere, le farmacie non applicheranno il decreto.
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Sospeso il decreto 56 sui farmaci griffati: vittoria di medici e farmacisti
Sospeso il decreto 56 che imponeva la compilazione, da parte del medico, di un modulo per l’acquisto del farmaco brand per quei pazienti che non vogliono il generico.
Ieri si è tenuto un incontro presso la Struttura Commissariale della Regione Campania presenti i sub commissari Morlacco,Cinque ed i rappresentanti sindacali dei medici e dei farmacisti. Spiega il dottor Caiffa, presidente provinciale dello Snami: “In tale riunione sono emerse numerose criticità circa l’applicatibilità di tale decreto pertanto si è deciso di istituire un tavolo di confronto appena sarà nominato il nuovo commissario, per apportare modifiche e giungere ad una soluzione condivisa anche con i Farmacisti della Regione Campania.
Nel frattempo non sarà obbligatorio allegare alla ricetta il modulo unico di prescrizione”. Contro il decreto 56 erano scesi sul sentierio di guerra Michele Di Iorio, presidente di Federfarma e Giusepe Tortora e Saverio Annunziata, dirigenti nazionali del Sumai di Medicina generale.