Campania, in vigore il decreto sull’appropriatezza prescrittiva
Redazione Fedaiisf
Medici campani in subbuglio per l’entrata in vigore, dal primo gennaio, del decreto 56/2015 sull’appropriatezza prescrittiva dei farmaci “branded”. Il provvedimento è quello emanato nel maggio scorso dalla giunta regionale Caldoro (poi decaduta in seguito alle elezioni) e quindi rinviato più volte con ritocchi e aggiuntamenti. La versione che dovrebbe entrare in vigore da venerdì, in particolare, impone ai medici di motivare le ricette (di statine o ezetimibe) nelle quali il farmaco branded viene preferito all’off patent nonostante si sia in presenza di paziente “naive”, ossia in avvio di terapia. Se il prescrittore è uno specialista, la motivazione va riportata su una scheda cartacea detta Mup, Modello unico di prescrizione; se a prescrivere invece è il medico di famiglia, le indicazioni vanno riportate secondo una particolare codifica nella ricetta, cartacea o elettronica; questo però soltanto finché il Garante per la privacy non approverà la versione elettronica del Mup, perché da quel momento anche i generalisti saranno tenuti a usare il Modello.
Per ora, dunque, a protestare contro il decreto è soprattutto il Sumai, cioè il sindacato dei medici ambulatoriali, che per opporsi al provvedimento chiama in causa la sentenza del Tar Lazio di qualche settimana fa: come si ricorderà, il Tribunale amministrativo aveva bocciato una delibera laziale del 2008 perché non compete alla singola Regione guidare o limitare l’attività prescrittiva del medico. «E’ illegittimo e arbitrario» sostiene quindi il Sumai «imporre ai medici criteri prescrittivi votati esclusivamente al risparmio o al contenimento della spesa».
Dal lato farmacie, invece, il decreto non impone più alcun aggravio burocratico: nella prima versione, i farmacisti erano tenuti a verificare l’appropriatezza della ricetta sulla base del Mup, ma nelle correzioni successive tale obbligo è sparito. Il presidente di Federfarma Campania, Michele Di Iorio, si è comunque schierato dalla parte dei medici in un intervento pubblicato oggi da Il Mattino: «Il decreto 56» spiega Di Iorio a Filodiretto «tradisce le proprie finalità perché ignora che, in Campania, la prevenzione è realizzata quasi esclusivamente dai medici di base, grazie al rapporto fiduciario che vantano nei confronti dei propri pazienti. Confido che la Giunta De Luca, indipendentemente da ricorsi amministrativi, voglia immediatamente rendersi conto dei paradossi contenuti nel provvedimento e annullarne gli effetti: il decreto non realizzerà i risparmi previsti ma resterà uno sterile esercizio di demagogia amministrativa».
N.B.: La limitazione (o, comunque, il condizionamento) della libertà del medico di scegliere il farmaco da prescrivere al proprio paziente è un aspetto che incide sul diritto alla salute riconosciuto dall’art. 32 della Costituzione. (TAR del Lazio Sentenza N. 14044/2015)