Perché le compagnie farmaceutiche non hanno dedicato più risorse alla ricerca su questo problema, dato che da oltre 25 anni non ci sono nuovi tipi di antibiotici?
di Nicol Degli Innocenti 2 luglio 2014 Il Sole24ORE
Perché le compagnie farmaceutiche non hanno dedicato più risorse alla ricerca su questo problema, dato che da oltre 25 anni non ci sono nuovi tipi di antibiotici? I superbatteri resistenti agli antibiotici sono «una delle più gravi minacce per l’umanità» e rischiano di riportare la medicina ai tempi del Medioevo: questo l’allarme lanciato oggi dal premier britannico David Cameron, primo leader politico a denunciare un problema più volte segnalato dall’Organizzazione mondiale della Sanità.
«Se non ci mobilitiamo adesso, dovremo affrontare uno scenario quasi impensabile in cui gli antibiotici non sono più efficaci e l’umanità sprofonderà in un medioevo della medicina in cui infezioni e ferite curabili torneranno ad uccidere», ha dichiarato Cameron. La Gran Bretagna vuole essere in prima linea nel combattere «un gravissimo problema per la sanità a livello globale», seguendo le orme dell’inglese Alexander Fleming, che nel 1928 aveva scoperto la penicillina, ha detto il premier.
Per sottolineare il suo impegno a affrontare il pericolo della mutazione dei batteri che li rende resistenti ai farmaci esistenti, Cameron ha istituito una Commissione indipendente di studio di alto livello, presieduta dall’economista Jim O’Neill, con esperti nel campo della scienza, della finanza, della farmaceutica e della sanità. La Commissione, che presenterà il suo rapporto la primavera prossima, cercherà di capire perché le compagnie farmaceutiche non hanno dedicato più risorse alla ricerca su questo problema, dato che da oltre 25 anni non ci sono nuovi tipi di antibiotici. La Commissione punta anche a incoraggiare la ricerca e sviluppo di nuovi antibiotici resistenti ai superbatteri e a convincere i medici a prescrivere meno antibiotici per i raffreddori.
I superbatteri sono responsabili per la morte di 25mila persone all’anno in Europa, ma gli esperti di medicina temono che il numero delle vittime di infezioni possa aumentare rapidamente se malattie come la tubercolosi o la polmonite non risponderanno più agli antibiotici tradizionali.
Il premier ha già sollevato il problema di questa “bomba a orologeria” finora ignorata al recente G-7 a Bruxelles e ha detto di avere il sostegno del presidente Usa Barack Obama e del cancelliere tedesco Angela Merkel. «Voglio vedere una risposta globale più forte e più coerente, – ha detto Cameron, – Stati, imprese e la comunità scientifica devono lavorare insieme per migliorare gli antibiotici esistenti». Il tema dovrebbe essere discusso al G-7 dell’anno prossimo in Germania.
AD