Una borsa di studio alla memoria di Matteo Vinci (nella foto), il biologo calabrese ucciso dalla ‘ndrangheta, lo scorso 9 aprile, a Limbadi, comune dell’entroterra vibonese. Un gesto dall’alto valore simbolico, ma anche una misura di sostegno finanziario destinata alla ricerca scientifica, decisa e deliberata dall’Ordine nazionale dei Biologi, per onorare la figura di un coraggioso e stimato collega.
La borsa, del valore di 12mila euro, sarà riservata a biologi calabresi che si siano distinti, attraverso studi e pubblicazioni scientifiche su riviste nazionali o internazionali, nel campo delle scienze biologiche e biotecnologiche, con particolare riferimento all’ecosistema calabrese (terrestre e marino).
Potrà essere conferita a iscritti all’Ordine Nazionale dei Biologi, inseriti sia nell’elenco speciale, sia nell’albo professionale, senza distinzione di sezioni o settori di appartenenza, impegnati anche in attività di ricerca scientifica presso le università italiane, gli enti ospedalieri e di ricerca (pubblici e privati) o in strutture con esse convenzionate, che hanno realizzato progetti di ricerca inerenti al suddetto campo di studio.
Matteo Vinci, 42 anni, biologo, ex informatore farmaceutico, secondo le risultanze investigative, fu assassinato da un’autobomba per non essersi piegato – è stato ipotizzato dalla Dda – alla volontà di un locale clan malavitoso che mirava all’acquisizione dei terreni appartenenti alla sua famiglia. Nell’esplosione rimase gravemente ferito anche suo padre. Per quel delitto, lo scorso 25 giugno, i carabinieri hanno fermato sei persone, Tra loro ci sarebbero i presunti esecutori e i mandanti.
Corriere della Calabria – 20 luglio 2018
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