Medici cubani in Calabria, tutti i dettagli (e i costi) dell’accordo
Il patto siglato con la Csmc prevede un corrispettivo di 4.700 euro per ogni professionista selezionato (ma ai sanitari ne andranno 1.200)
Corriere della Calabria – 18 agosto 2022
Numeri preoccupanti: c’è – segnala il decreto che tratteggia i patti tra la Regione e la Csmc (Comercializadora de Servicios Médicos Cubanos) – uno «scostamento significativo fra il fabbisogno teorico di personale rilevato dalle Aziende e le unità di servizio». Ai numeri del fabbisogno (che il decreto quantifica in 2.407 unità nelle discipline medicina e chirurgia d’accettazione d’urgenza, pediatria, terapia intensiva e rianimazione, chirurgia generale, malattie dell’apparato cardiovascolare, ginecologia e ostetricia, radiodiagnostica, ortopedia e traumatologia) si affianca una dinamica che peggiora il quadro complessivo.
I tentativi (non riusciti) di reclutare nuovi medici
Nelle Aziende del sistema sanitario regionale, infatti, «diversi tentativi di reclutamento di personale medico, sia
Il numero – Occhiuto ha parlato di 497 professionisti reclutabili a regime – nell’atto viene indicato come «ancora da definite poiché le procedure di reclutamento e il cronoprogramma degli arrivi dei medici saranno concordati e disciplinati con successivi atti». Da definire, di conseguenza, sono anche i costi complessivi.
I costi dell’accordo con Csmc: fino a un massimo di 2,3 milioni al mese
Ciò che invece si ricava dalla lettura dell’Accordo quadro, è il costo per ciascun professionista selezionato per dare man forte alla sanità calabrese. Per ogni medico, la Regione Calabria «corrisponderà a Csmc un corrispettivo mensile onnicomprensivo pari a 3.500 euro», compenso che sarà corrisposto a cadenza trimestrale.
Altra certezza: per via dell’embargo degli Stati Uniti nei confronti di Cuba «in nessun caso verranno effettuati bonifici in dollari statunitensi; né verranno utilizzate banche statunitensi con sede o meno negli Stati Uniti; né banche e filiali con capitale statunitense; né filiali di banche di altri paesi con sede negli Stati Uniti». Sempre per restare sul piano dei costi, la Regione corrisponderà «a ciascun operatore sanitario che presterà servizio
Sarà sempre la Cittadella a farsi carico dei costi di viaggio Italia-Cuba (due andata/ritorno all’anno) e delle spese di alloggio, nonché dei costi sia per la formazione integrativa che della visita medica effettuata dal medico competente individuato dalla Regione Calabria sulla base delle disposizioni vigenti in materia nel territorio della Repubblica Italiana». Per ciascun medico, dunque, la Regione prevede un budget di 4.700 euro al netto delle spese di alloggio. Se si dovesse arrivare a utilizzare effettivamente 497 medici cubani l’esborso sarebbe di oltre 2,3 milioni di euro al mese (e, in teoria, circa 28 milioni all’anno, sempre nell’ipotesi di un utilizzo a pieno organico).
Gli impegni reciproci di Regione e Csmc
Nell’accordo si dispone che i medici cubani contrattualizzati opereranno «in termini funzionali alle direttive dei responsabili delle strutture degli Enti sanitari ospitanti, impegnandosi a svolgere le loro attività sulla base degli standard, protocolli e regolamenti applicabili sul territorio della Repubblica Italiana». La Csmc si impegna a «garantire che gli operatori sanitari cubani abbiano le capacità professionali e l’esperienza adeguata
e necessaria per l’esercizio delle attività sanitarie per le quali risultano titolari di apposita specializzazione».
A sua volta la Regione si impegna a «informare gli operatori sanitari cubani dei protocolli degli standard terapeutici utilizzati presso la Regione Calabria e le Aziende del Servizio Sanitario Regionale di assegnazione e impartire loro un corso di perfezionamento linguistico, medicina legale e organizzazione». (redazione@corrierecal.it)
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Calabria, Anelli (Fnomceo): “Medici cubani soluzione emergenziale, occorre risposta strutturale e complessiva”
“L’assunzione, in Calabria, dei 500 colleghi cubani è una misura emergenziale, per tamponare le carenze del sistema. Ora occorre una risposta strutturale e complessiva, che, oltre a farci superare il momento, vada a colmare le disuguaglianze di salute all’interno del paese”.
“Di fronte a questa emergenza – spiega – il Governatore ha pensato di utilizzare una legge che consente la semplificazione del riconoscimento dei titoli, che, di norma affidato al Ministero della Salute, passa così alla Regione. La nostra principale preoccupazione è che sia garantita la qualità dell’assistenza: da qui l’invito al raccordo con il Ministero, che ha esperienza nel riconoscimento dei titoli, e con gli Ordini, che coniugano la certificazione delle competenze con l’adesione a norme etiche condivise”.
“Inoltre – continua Anelli – prima di rivolgersi all’estero, sarebbe opportuno esplorare tutte le possibilità in Italia, prevedendo l’impiego, sempre in via emergenziale e ovviamente volontaria, dei medici specializzandi e dei pensionati. Occorre un patto tra le Professioni sanitarie, che permetta di superare la crisi: ricordiamoci che tra quattro anni, grazie all’aumento delle borse, avremo trentamila nuovi specialisti completamente formati”.
“Infine – conclude – un appello alla politica: il Governo che verrà abbia come priorità la questione delle disuguaglianze di salute. Questione che, sino ad ora, nessun intervento è riuscito a risolvere. Anche qui, serve una riflessione comune, per comprendere le cause e trovare soluzioni. Non è giusto che chi nasce al Sud abbia una speranza di vita e un’aspettativa di vita in buona salute di molto inferiori rispetto a chi nasce al Nord. Non è giusto che un nuovo nato di sesso maschile residente a Caserta possa contare di vivere sino a 78 anni, mentre una neonata di Pordenone possa sperare ragionevolmente di superare gli 86 anni. Non è giusto che in Calabria si abbia probabilità di vivere in piena salute, in media, solo sino ai 50 anni, contro i 70 di Bolzano. Una risposta, insieme ad altri interventi strutturali e organizzativi, potrebbe essere l’istituzione di reti sovraregionali delle competenze, per cui a spostarsi siano le équipe dei professionisti e non più i pazienti”.
Ufficio Stampa Fnomceo
Nota: Nel 2019 lo stipendio medio di un cubano era di 879 pesos, pari a meno di 37 dollari al mese. Un medico cubano nel 2021 ha uno stipendio equivalente a 210 dollari, simile a quello di un giornalista, di un insegnante o di un domatore di animali da circo. I circa 50.000 medici cubani che lavorano in 66 diversi Paesi portano nelle casse cubane fino a 8.2 miliardi di dollari all’anno. La maggior parte dei loro salari va direttamente al governo.
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2022 Trafficking in Persons Report