L’attività incessante della Presidenza Fedaiisf, nella persona di Antonio Mazzarella, sta dando i suoi frutti. Le dichiarazioni dei massimi esponenti della Filctem capovolgono completamente l’atteggiamento del sindacato nei confronti degli ISF.
Emilio Miceli (Sgretario Generale Filctem) afferma: “Serve concezione non mercantile dell’informatore scientifico”, e aggiunge: “È sbagliato pensare che un settore ad alto valore aggiunto come quello della farmaceutica possa inserire gli informatori scientifici del farmaco nei contratti Enasarco, al pari di venditori e piazzisti. Una brutta direzione quella che si sta profilando”.
Sergio Cardinali (Dipartimento chimico-farmaceutico nazionale Filctem): “Un ISF non può essere usato come venditore, il suo operato non può essere giudicato sulla base del fatturato dei prodotti, né tanto meno può essere licenziato se il prodotto non produce un sufficiente fatturato”. E prosegue: “L’attività di informazione scientifica del farmaco è normata per legge, proprio a garanzia del Servizio Sanitario Nazionale e dei cittadini; ma, con il diffondersi di delibere regionali, di singole USL e aziende ospedaliere si stanno di fatto inserendo criteri nuovi, alcuni dei quali al limite della illegalità”.
Cambiata la dirigenza, sembra ormai passato il tempo in cui il sindacato “incoraggiava” gli incentivi all’esodo e metteva la propria firma nei licenziamenti collettivi o “cessioni di ramo”, anche illegali, vedi Marvecs. Probabilmente si stanno rendendo conto del tragico errore di aver favorito, nel contratto nazionale di categoria, l’inserimento dell’ISF nell’area funzionale del marketing/vendite, quando la legge impone che deve dipendere dal servizio scientifico dell’azienda, fino all’assurdo di permettere l’assunzione, sia pure temporanea, degli ISF con un contratto da piazzisti. Contratti del genere portano inevitabilmente all’estinzione degli ISF e all’abbandono del sindacato da parte dei lavoratori
Ora l’aria è cambiata, anche se nel frattempo si sono persi 13.400 posti di lavoro da ISF, e vedremo se le belle dichiarazioni si traducono in una revisione del contratto nazionale.
Il convegno di Perugia però ha ottenuto anche, da parte del sottosegretario, On. Davide Faraone, la dichiarazione di impegno a collaborare da parte del Ministero della Salute, dalla Conferenza delle Regioni, dal MiSE e da parte del mondo accademico presente.
Al tavolo tecnico sulla farmaceutica si parlerà e deciderà del rispetto delle regole e della categoria degli ISF. Al tavolo parteciperà anche il Presidente Fedaiisf. Il sottosegretario al ministero della salute, nella sua relazione, ha dichiarato di voler lavorare per l’inserimento della categoria degli ISF nelle “professioni sanitarie”, e le professioni sanitarie devono avere un Albo.
Grandi assenti al convegno di Perugia Farmindustria e AIFA. Un caso?
Quello che ora serve è la partecipazione massiccia degli ISF che devono superare il loro atavico scetticismo e la rassegnata indifferenza che ne consegue. Ora occorre essere consapevoli che non sempre abbiamo a che fare con qualcosa che riguarda l’altro.
I politici e i prepotenti vincono se hanno il silenzio di tanti ISF dallo loro parte. La nostra voce, con la partecipazione, l’interesse ed il contributo, anche critico, di tutti noi, è fondamentale per il bene comune di tutta la categoria.
INDUSTRIA ETICA 4.0 – Relazione di Antonio Mazzarella, Presidente Fedaiisf
Miceli (Filctem): serve concezione non mercantile dell’informatore scientifico
“La figura dell’informatore scientifico del farmaco è al crocevia del delicato rapporto tra industria di produzione farmaceutica, funzione del servizio sanitario nazionale e utenti”. È quanto ha detto Emilio Miceli, segretario generale della Filctem Cgil, concludendo il convegno promosso dalla sua organizzazione oggi a Perugia proprio sul ruolo dell’informazione scientifica del farmaco, un volano per l’industria farmaceutica e per il servizio sanitario nazionale.
“E’ sbagliato pensare – ha aggiunto Miceli – che un settore ad alto valore aggiunto come quello della farmaceutica possa inserire gli informatori scientifici del farmaco nei contratti Enasarco, al pari di venditori e piazzisti. Una brutta direzione quella che si sta profilando”.
“La buona sanità dunque – ha concluso il segretario – passa soprattutto da una concezione non mercantile dell’informatore. Da qui la nostra attenzione, poiché è il punto di partenza di una politica della salute che si deve sottrarre alla pura e semplice contrazione dei costi, per divenire buona prassi”.
03 maggio 2017 – rassegna.it
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Note: dal 2001 al 2013 la farmaceutica ha aumentato la produttività del +55% rispetto al +1% della media nazionale; dal 2008 al 2013 le aziende hanno determinato il 34% dell’aumento complessivo delle esportazioni manifatturiere in Italia; l’Italia è seconda solo alla Germania per valore della produzione farmaceutica in Ue con 28 miliardi, il 71% destinato all’export; dal 2007 al 2013 sono stati licenziati 13.400 informatori scientifici del farmaco.
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