di ROSARIO DI RAIMONDO 05 maggio 2014 R.it Bologna
"Non esiste alcuna differenza tra i due farmaci Avastin e Lucentis per quanto riguarda la sicurezza del loro utilizzo da parte dei malati di maculopatia retinica". E’ quanto afferma la Regione Emilia-Romagna, basandosi su uno studio affidato a Cochrane, il più autorevole organismo no-profit internazionale indipendente in quest’ambito sanitario. Proprio per questi due farmaci, le due aziende produttrici – Roche e Novartis – sono state multate dall’Antitrust per 180 milioni di euro, con l’accusa di fare cartello per imporre sul mercato quello più costoso, il Lucentis, che costa tra i 1.000 e i 1.100 euro rispetto ai 16-20 del primo.
"Tutti gli studi considerati hanno confrontato direttamente i due farmaci: è emerso così un quadro scientificamente rigoroso e completo sui livelli di sicurezza dei due medicinali. Non esistono differenze tra le reazioni avverse, quindi sui livelli di qualità e sicurezza dei due prodotti, per i malati trattati con Avastin o con Lucentis", prosegue lo studio.
Secondo una stima della Regione, ogni milione di euro speso in più ogni anno per il farmaco più costoso corrisponde "a circa 12 medici, o 28 infermieri, 34 ausiliari, 44mila visite specialistiche". La stessa Emilia-Romagna ha avuto un ruolo fondamentale in questa guerra contro Big Pharma, come hanno spiegato oggi in conferenza stampa l’assessore regionale alla Sanità Carlo Lusenti, il direttore generale Tiziano Carradori e vari esperti di viale Aldo Moro.
Già dal 2009, infatti, negli ospedali emiliani era stato autorizzato l’Avastin, cioè il medicinale più economico, "non autorizzato dall’Aifa ma di comprovata efficacia". Ne è nata una guerra giudiziaria tra Regione e Novartis, con l’azienda farmaceutica che ha impugnato la decisione dell’assessorato alla Sanità. Domani, 6 maggio, è attesa una decisione della Corte costituzionale il cui esito potrebbe definitivamente dare ragione all’Emilia-Romagna.